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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Febbraio 2010
 
   
  LOMBARDIA, UN FONDO DI 219 MILIONI PER I SERVIZI SOCIALI FORMIGONI: L´ATTENZIONE ALLE PERSONE DISAGIATE E´ PRIORITARIA FONDI GARANTITI, FORTE AUTONOMIA DEI DISTRETTI

 
   
  Milano, 18 febbraio 2010 - Un "portafoglio" di 219 milioni da cui attingere le risorse per i servizi sociali nel 2010: è quanto Regione Lombardia ha deciso nell´ultima Giunta, su proposta dell´assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, mettendo insieme in un unico fondo 86,5 milioni del Fondo sociale regionale (Fsr), 73,5 del Fondo nazionale per le politiche sociali (Fnps) e 59 del Fondo per le non-autosufficienze. Le risorse disponibili vengono ripartite in un´unica soluzione alle Asl, e da queste ai distretti, consentendo loro di disporre di un budget unico e di conseguenza poter programmare i propri interventi in modo più efficace e incisivo. "Un welfare attento alle persone ed efficiente - commenta il presidente Roberto Formigoni - è da sempre una priorità assoluta per Regione Lombardia. Non a caso abbiamo voluto garantire per l´intero anno le risorse necessarie per mantenere e incrementare i servizi e l´assistenza alle persone e alle famiglie che maggiormente soffrono difficoltà e disagi". "Questi fondi - spiega l´assessore Boscagli - serviranno per dare continuità ai servizi e agli interventi sociali, previsti dai piani di zona, nei vari settori: sostegno alla famiglia e alla genitorialità, tutela della vita in tutte le sue fasi, aiuto all´inclusione dei disabili. Toccherà poi ai distretti decidere, in totale autonomia, secondo le priorità stabilite nella propria programmazione, quale percentuale assegnare a ciascun´area". Dal "portafoglio" i distretti potranno attingere per finanziare tutti i servizi previsti dai Piani di Zona, compresi quelli che riguardano la lotta alla droga, le politiche migratorie, gli interventi a favore di persone in situazioni di povertà estrema, ecc. Le modalità di utilizzo dei fondi sono state concordate con l´Anci, l´Associazione dei Comuni. Il criterio della ripartizione non è più solo quello della spesa storica, ma viene introdotto anche quello della quota capitaria, in base a costi standard (50% e 50%), nella direzione progressiva di una sempre maggior efficienza e riconoscimento delle virtuosità. .  
   
 

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