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Notiziario Marketpress di
Lunedì 08 Marzo 2010 |
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NUOVO CONTO ENERGIA 2011: SOPRAVVIVERA´ IL FOTOVOLTAICO ITALIANO COME LO CONOSCIAMO ?
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Milano, 8 marzo 2010 - Cosa fa l´industria fotovoltaica italiana ? Balla sul ponte del Titanic o si prepara al meglio alla tempesta ? La domanda sorge spontanea guardando i dati. Nell´arco degli ultimi due mesi sono stati installati e messi in funzione 150 Mw di pannelli, portando il totale a superare la soglia psicologica del gigawatt, con un mese o due di anticipo rispetto a quanto previsto. E´ probabile che l´ondata di nuovi impianti sia una coda del boom dell´anno scorso e sia composta in gran parte da “ritardatari” che non sono riusciti a cogliere gli incentivi del Conto Energia versione 2009, che nel 2010 scendono di un altro 2 per cento, come previsto nel decreto del Governo Prodi nel 2007. Il 2010 sarà comunque ricordato probabilmente come un altro anno positivo per il settore nel nostro Paese, specie se confrontato a quello che sta per accadere nel più grande mercato mondiale, la Germania. Dopo il taglio del 10 per cento l´anno scorso, dal prossimo 1 luglio la scure calerà di nuovo: meno 16 per cento per i pannelli sugli edifici (i “tetti fotovoltaici”), meno 15 per i grandi impianti, meno 11 per quelli su discariche, zone ex-industriali ed ex-militari e incentivi drasticamente azzerati per gli impianti installati su terreni agricoli. L´industria tedesca del fotovoltaico ha cercato di resistere ai tagli ma si è trovata inaspettatamente contro le associazioni dei consumatori, che di fronte ai maggiori costi in bolletta dovuti agli incentivi (2,5 miliardi solo nel 2009) hanno fatto robuste pressioni sul governo federale. Il calo degli incentivi ha già portato a una forte pressione sui prezzi dei pannelli fotovoltaici (i quali cubano per circa il 50 per cento del costo complessivo di un impianto), che ha eroso i margini e mandato in crisi alcuni grandi produttori tedeschi di celle e moduli fotovoltaici (per esempio, Q-cells l´anno scorso ha perso 1,356 miliardi di euro su un fatturato di 801 milioni di euro, in calo del 36 per cento), con un Ebit negativo per 481 milioni). Il rischio è che i nuovi tagli peggiorino il circolo vizioso, che nel medio termine porta al fallimento dei produttori di “materia prima”, l´indebolirsi della concorrenza e il rialzo dei prezzi. Già i cinesi, che hanno costi di produzione più bassi, si stanno affacciando. L´italia non ha grandi produttori di celle fotovoltaiche, è essenzialmente un mercato di assemblatori, installatori e consumatori, quindi il taglio degli incentivi non dovrebbe avere effetti così devastanti a breve. Nonostante questo, fino all´ultimo i protagonisti del fotovoltaico italiano hanno resistito al taglio che viene approvato in queste ore. La motivazione è abbastanza semplice: il 98 per cento del mercato italiano per numero di installazioni e il 76 per cento per potenza installata è legato agli impianti di piccola e piccolissima dimensione, che vengono finanziati dalle banche con schemi di rimborso che si basano sulla cessione degli incentivi all´istituto erogante. Gli incentivi devono quindi non solo coprire il rimborso del capitale ma anche gli interessi, che sono di solito a tasso variabile. L´ultima bozza del decreto sulle tariffe incentivanti per il fotovoltaico (Conto Energia) prevede un calo del 5 per cento tra dicembre 2010 e gennaio 2011, e un ulteriore calo del 5,5 per cento entro dicembre 2011. Da quel momento in poi il calo sarà del 6 per cento l´anno (ora è del 2 per cento). La ragione è naturalmente accompagnare la tendenza che tutti i protagonisti del fotovoltaico affermano: i costi stanno scendendo per il progresso tecnologico e che stanno per entrare in produzione nuove tipologie di celle (come quelle a film sottile), che permetterebbero un taglio deciso dei costi di produzione (si parla del 50 per cento a parità di potenza). Il Governo italiano (come tutti i governi) ci crede. Resta da vedere se l´industria è pronta a lavorare in un ambiente caratterizzato da incentivi finanziari che decrescono ad un ritmo triplo rispetto al passato, e con tassi finanziari previsti in aumento proprio a partire dal 2011. Probabilmente ci sarà uno scossone con la scomparsa dei tanti piccoli e piccolissimi (eccetto quelli veramente innovativi) che si sono inventati un mestiere nel fotovoltaico nel corso di tre anni di boom. I manuali di economia dicono che da una situazione del genere escono di solito attori di medio-grandi dimensioni, con economie di scala e forza finanziaria. Che è quello di cui il Paese ha bisogno se vuole realmente un futuro nelle nuove energie: dove piccolo è bello nella produzione di energia e nei consumi, ma non in tutto il resto. Stante che probabilmente è troppo tardi per creare un “campione” nazionale nella parte iniziale della filiera, la produzione di celle e moduli. Dove stanno arrivando i cinesi.... Le Giornate della Microgenerazione, il 9 e 10 marzo a Milano presso il Centro Convegni dell´Hotel Michelangelo, quest´anno si svolgono in un momento strategico, a pochi giorni dall´approvazione delle nuove tariffe incentivanti per il Conto Energia a partire dal 2011. Se ne parlerà quindi estesamente, con il contributo del Gse e dell´Autorità e di esperti indipendenti e delle associazioni del mercato. Per partecipare in modo assolutamente gratuito alle Giornate della Microgenerazione di e-Gazette ed Updating è necessario registrarsi sul sito www.Microgenforum.it , dove è disponibile anche l´agenda aggiornata. |
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