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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Marzo 2010
 
   
  DRAGHI E STRAUSS KHAN: NON C´È SOLUZIONE NAZIONALE O REGIONALE ORA SERVONO NUOVE REGOLE FINANZIARIE GLOBALI, DOBBIAMO RIFIUTARE L´IDEA CHE I MERCATI SI AUTO-REGOLINO

 
   
  Bruxelles, 22 marzo 2010 - La ripresa è ancora "fragile" secondo Mario Draghi, intervenuto il 17 marzo al Parlamento europeo in veste di presidente del Forum per la Stabilità Finanziaria. Insieme a Dominique Strauss-kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale, ha partecipato a un incontro sulla strategia di uscita dalla crisi. L´analisi è concorde: ora è il momento di stringere sulle nuove regole per la finanza e mondiale. Perché "non c´è soluzione nazionale o regionale. L´unica soluzione è globale". L´uscita dalla crisi pagata dai contribuenti Grazie alla tempestiva azione dei Governi l´anno scorso, secondo Strauss-kahn si è evitata una nuova "grande depressione", ma la crescita "riposa sulle spalle dei contribuenti". E il governatore della Banca d´Italia avverte che le misure anti-crisi servono ancora, perché la ripresa è "fragile" e "disomogenea nel mondo". Strauss-kahn ha espresso la preoccupazione che, con il migliorare della situazione economica, la volontà di lavorare insieme sulle regole possa diminuire. Ma ha messo in guardia Commissione e deputati europei e nazionali, riuniti al Parlamento europeo per l´audizione su "la strategia post-crisi e la modernizzazione dell´architettura finanziaria", che "i contribuenti non saranno disposti a pagare il prezzo di un´altra crisi". Un "anno cruciale", quindi, secondo Draghi per consolidare nuove regole economiche e finanziarie a scala tanto europea quanto mondiale. A problemi globali, soluzioni globali - "Dobbiamo rifiutare l´idea che i mercati si auto-regolino. Io personalmente non ci ho mai creduto", dice il commissario europeo per il Mercato interno e i Servizi finanziari Michel Barnier. Che però rassicura anche i deputati preoccupati di "una regolamentazione eccessiva": "non bisogna esagerare". La Commissione europea ha in effetti in cantiere una serie di misure volte a "uscire dalla crisi diversi da come ci siamo entrati". Fra le riforme previste, la creazione di nuove strutture per la supervisione dei mercati finanziari, una direttiva sui requisiti di capitale delle banche, la rimozione di tutti gli incentivi e i bonus che incoraggiano il rischio, la regolamentazione degli hedge funds, e la centralizzazione degli scambi dei cosiddetti Credit Default Swap (Cds). "Una riforma seria del settore" Sulla stretta su Cds e altri prodotti finanziari poco regolamentati, sintonia fra Draghi e il vice-presidente del Parlamento europeo Gianni Pittella (S&d, partito democratico) che sottolinea come "una riforma seria deve passare per "la centralizzazione del commercio dei derivati, al fine di garantire maggior trasparenza al settore affidando la supervisione delle controparti centrali ad una Autorità europea di vigilanza". La deputata francese Sylvie Goulard, Alde, si è espressa a nome del Parlamento a favore di strutture di supervisione più vincolate al livello europeo, e meno frammentate di come propone la Commissione. "Siamo tutti sulla stessa barca", ha concluso Draghi, ma non c´è una "bacchetta magica" che possa risolvere i problemi di tutti i Paesi allo stesso modo, perché le differenze sono ampie. La regolamentazione deve concentrarsi quindi su "un capitale di migliore qualità, meno debito e fine degli incentivi perversi che incoraggiano il rischio". Draghi è piuttosto netto anche sulle "banche troppo grandi per fallire", e che quindi si sentono le spalle coperte sapendo che gli Stati non le possono lasciare affondare: "Non dobbiamo di nuovo ritrovarci nella situazione per cui le banche non possono fallire". Squilibri globali all´origine della crisi Accordo generale fra i partecipanti anche sulle cause della crisi, che sarebbero gli squilibri globali, per cui alcuni Paesi continuano a consumare più di quello che producono. Il problema degli squilibri rimane, secondo Strauss-kahn: "i Paesi con un deficit commerciale - gli Usa - dovrebbero risparmiare, e quelli con un surplus - come la Cina e la Germania - devono stimolare la domanda interna. Senza collaborazione internazionale non ne usciremo". Verso un Fondo Monetario europeo? L´idea del Fondo, menzionata durante la riunione dalla deputata greca Anna Podimata, socialista, non convince fino in fondo i due relatori. Potrebbe essere una soluzione "di emergenza" dice Draghi, ma gli sforzi di fondo deve essere sulla consolidazione fiscale. "Stanno circolando vari modelli, molte possibilità anche valide" - ha detto Strauss Khan. Per cui è difficile esprimere un´opinione: "Sarei lieto di farlo, se sapessimo di cosa parliamo. Tutte le spiegazioni sembrano convincenti, ma sono tutte diverse una dall´altra" - ha tagliato corto il capo dell´Fmi, sottolineando che comunque "serve un´istituzione multilaterale a livello globale, che faccia da raccordo per tutto il sistema".  
   
 

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