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Notiziario Marketpress di Mercoledì 31 Marzo 2010
 
   
  PIEDE DEL DIABETICO: ALL’ICCS MILANO LO SI CURA 24 ORE SU 24

 
   
  Milano, 31 Marzo 2010 – Nel 2025 i diabetici nel mondo saranno 350 milioni: una vera e propria epidemia, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. In Europa ne soffre il 5% della popolazione con punte del 12% nei Paesi del Nord. Quasi due pazienti su 10 (15%) svilupperanno una lesione ulcerativa del piede, che nell’85% dei casi precede un’amputazione di gamba o di coscia. Secondo le stime, in Italia il 5% della popolazione soffre di diabete. Ogni anno è colpito da lesioni ulcerative del piede l’1,5% dei pazienti con diabete. “Quando parliamo di piede del diabetico – spiega il prof. Carlo Caravaggi, che dirige il centro per la cura del piede diabetico presso l’Istituto Clinico Città Studi – Iccs – Milano – non ci riferiamo esclusivamente al piede che presenta ormai delle ulcere o vari gradi di infezione, ma anche a quelle condizioni preulcerative che pongono il piede a rischio di insorgenza di queste lesioni. Se non curata per tempo, questa complicanza ha conseguenze estremamente importanti per la vita del paziente. E ancora troppo spesso, molti diabetici arrivano al nostro centro passando dal Pronto Soccorso, quando la patologia è in fase così avanzata da non permettere un trattamento conservativo, reso possibile invece dalla diagnosi precoce”. Il Centro Interdipartimentale del Piede Diabetico dell’Iccs Milano, attivato nel 2009, è uno dei centri di riferimento a livello italiano dove si visitano, in media, 40 persone al giorno. Ad oggi sono stati effettuati circa 500 interventi. Il reparto è composto da 27 letti di degenza ordinaria. Il Centro dispone inoltre di una sala operatoria dedicata 24 ore su 24. I ricoveri possono avere sia carattere di elezione per interventi programmati che carattere di urgenza per il paziente che giunge direttamente dal Pronto Soccorso dell’Iccs o da altri ospedali ed ambulatori del piede diabetico. Il paziente può essere inviato al Centro direttamente dal proprio medico di famiglia o da colleghi di altri ambulatori o ospedali. L’equipe prevede inoltre una doppia reperibilità chirurgica che permette di effettuare interventi chirurgici in urgenza, in caso di infezioni severe del piede, 24 ore su 24, diventando così un centro di riferimento per il Pronto Soccorso. Ma quali sono i primi campanelli d’allarme che il diabetico non deve sottovalutare? Una sensazione di “formicolio o di punture di spillo” sia ai piedi che alle gambe, prevalentemente nelle ore notturne, tanto da interferire con un sonno tranquillo. Quando viene perduta la sensibilità del piede, il cammino può risultare difficoltoso ed incerto. Talvolta sulla pianta del piede possono comparire delle callosità non dolenti, e quindi non avvertite dal paziente, che tendono, se non curate, a trasformarsi in lesioni ulcerative. Anche una calzatura stretta o un chiodo all’interno di una calzatura possono produrre delle ulcere del piede proprio per la mancanza della sensibilità al dolore. “Questi sono infatti gli effetti della neuropatia, – continua Caravaggi - alla quale si possono aggiungere quelli della vascolopatia, che causa un sostanziale restringimento delle arterie che portano il sangue ai piedi. Nelle condizioni più avanzate la quantità di sangue non è più sufficiente a nutrire la cute dei piedi che diventa più sottile e meno resistente anche ai minimi traumi”. Uno dei sintomi classici della vascolopatia è la comparsa di dolore ai polpacci dopo un periodo di cammino più o meno lungo o addirittura a riposo. Purtroppo a causa della coesistenza della neuropatia con perdita della sensibilità al dolore questo campanello d’allarme non è avvertito in circa il 50% dei pazienti. Il dolore, quando è presente, indica che il muscolo della gamba non riceve una quantità di sangue sufficiente durante la marcia o, nei casi più gravi, anche a riposo. “Il paziente diabetico che avverte questi sintomi deve rivolgersi immediatamente al medico. Una diagnosi precoce, che può essere effettuata con una semplice visita, consente infatti di attuare semplici interventi, come la rimozione di una callosità o l’uso di calzature idonee, che portano ad una netta riduzione del rischio di complicanza”. Anche quando la malattia è ormai in stadio avanzato è ancora possibile mettere in atto interventi conservativi dell’arto. Nei casi di malattia avanzata la cute del piede può essere fredda e presentarsi di colore rosso o bluastro con lesioni ulcerative talvolta anche molto piccole ma molto dolenti. “Quando vi sono questi sintomi – conclude il professor Caravaggi - ci troviamo in una situazione di vera emergenza poiché un’eventuale infezione di un’ulcera quando coesiste un’insufficiente vascolarizzazione del piede può evolvere in tempi brevissimi in un quadro di gangrena del piede con un rischio elevatissimo di amputazione. Il paziente deve recarsi immediatamente presso un Centro del Piede Diabetico per una rapida diagnosi alla quale deve seguire un intervento di rivascolarizzazione che, nella maggior parte dei casi, può essere effettuato per via endoluminale (angioplastica) o, nei casi più severi, con intervento chirurgico di by-pass. Il Centro del Piede Diabetico dell’Istituto Clinico Città Studi collabora sia con il Servizio di emodinamica interventistica periferica che con l’Unita’ di Chirurgia Vascolare dell’Iccs che si sono specializzati nella rivascolarizzazione degli arti inferiori nella popolazione diabetica”.  
   
 

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