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Notiziario Marketpress di Mercoledì 31 Marzo 2010
 
   
  L´INFERMIERE OGGI: COSÌ LO VEDONO I TRENTINI PRESENTATI I RISULTATI DI UNA INDAGINE SOCIOLOGICA PROMOSSA DALL´IPASVI

 
   
   Trento, 31 marzo 2010 - Efficiente, disponibile, umano: così i trentini considerano l´infermiere. Lo dice un´indagine promossa dal Collegio provinciale degli infermieri Ipasvi del Trentino, sulla percezione e le aspettative dei trentini nei confronti di questi professionisti della salute, ed i cui risultati sono stati illustrati e commentati ieri al Castello del Buonconsiglio. Accanto all´esperto Gianluca Fiscato e Annamaria Marchionne, presidente dell´Associazione trentina malati reumatici, sono intervenuti anche il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, e due testimonial d´eccezione: Martina Colombari e Maurizio Fondriest. Un´indagine sociologica - ha spiegato Luisa Zappini, presidente dell´Ipasvi - che "è partita dalla convinzione che soltanto attraverso la conoscenza consapevole di “chi è l’infermiere” e di cos’è “l’assistenza infermieristica”, il cittadino può scegliere a chi rivolgersi e quando e quali risposte può e deve poter trovare". Un´indagine anche coraggiosa, perchè - come ha affermato Annamaria Marchionne - interrogarsi sulla propria immagine e sulle aspettative dei cittadini è un segno di grande responsabilità professionale: "C’è stata una grande evoluzione normativa in questa professione, ma i processi di miglioramento dei diversi ambiti della sanità non possono limitarsi a misurare l’aspetto oggettivo ma devono considerare anche quello oggettivo, la qualità del servizio percepita. Oggi la competenza infermieristica si misura anche su competenze più difficili del saper gestire una apparecchiatura sofisticata, si misura sullo stato di umanità, sul sapere cosa è l’uomo. L’umanizzazione delle cure, intesa come attenzione alla persona nella sua globalità, chiama in causa direttamente la professione dell’infermiere e nello scenario di una medicina ipertecnologica che rende più difficile l´approccio umano al paziente, rappresenta il paradigma dell’assistenza infermieristica, un servizio che appare "più vicino" ai bisogni del paziente". Pochi, però, tra i circa 3mila intervistati nel corso dell´indagine, sanno ad esempio che per esercitare la professione dell´infermiere serve la laurea di primo livello (tre anni): ben il 60 per cento ritiene infatti che basti il diploma. La situazione d´incontro più frequente tra cittadino e infermiere è quella dell´emergenza/urgenza, ma solo la metà degli intervistati ha dichiarato di aver riconosciuto, nel momento del bisogno, la figura dell´infermiere distinguendone lo specificio ruolo da quello di altri operatori sanitari. Spesso si attribuiscono all´infermiere attività oggi di competenza del personale di supporto. Ma se l´infermiere non viene immediatamente "riconosciuto", ciò è dovuto - altro elemento messo in luce dall´indagine - dal fatto che "non si presenta". Una professione che è cambiata e che è chiamata oggi a mettersi in gioco di fronte al mutamento della stessa sanità. "Il fatto stesso che il Collegio Ipasvi abbia deciso di sottoporre il proprio ruolo ad una verifica aperta - ha affermato il presidente Dellai, intervenuto all´incontro assieme all´assessore alla salute Ugo Rossi - denota un processo di trasformazione del Collegio che è emblematica di tutto il mondo delle professioni. C’è bisogno di un ruolo forte delle professioni - ha spiegato Dellai - in una fase che è di grande trasformazione, non solo nella sanità, con processi anche di messa in crisi dei ruoli sociali e delle professioni stesse. Se la sanità trentina, nonostante tutte le critiche, non si colloca certo agli ultimi posti nel panorama nazionale, ciò è dovuto anche alla qualità degli infermieri che vi lavorano". Dellai ha però indicato tre sfide che attendono, tra gli altri, anche gli infermieri. La prima è quella di "immaginare un sistema salute più legato al nostro territorio, più vicino alle persone, con forme anche innovative di gestione dei servizi e di collaborazione tra le componenti del sistema". La seconda sfida riguarda la costruzione del Nuovo Ospedale del Trentino (Not), inteso non come una riproposizione ampliata di ciò che già esiste, ma "una struttura modellata su una nuova concezione ospedaliera, dentro la quale vi sono le future definizioni dell’assistenza medica ed anche infermieristica". Infine la terza sfida, la più importante di tutte: l’umanizzazione della sanità. "E´ la sfida più difficile - ha detto dellai - che richiama non solo l´avere relazioni positive nei confronti del cittadino, cosa già di per sé importante, ma innanzitutto il capovolgimento della logica, superata, che vede il medico al centro del sistema e tutto il resto che gira intorno. Mettere al centro la persona, il cittadino, la comunità con le sue esigenze ed anche a volte con la sua spasmodica richiesta di prestazioni - ha concluso il presidente della Provincia - è la sfida centrale nella quale la professione infermieristica gioca un ruolo strategico. Sapendo che, su questo, il Trentino ha la fortuna di poter contare su un´altra risorsa, la presenza di associazioni di cittadini e che si occupano di questi temi".  
   
 

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