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Notiziario Marketpress di Venerdì 09 Aprile 2010
 
   
  IL CONCORSO LETTERARIO VILLA PETRIOLO DEDICATO ALLA GAIA MENSA

 
   
  Villa Petriolo a Cerreto Guidi è stata per secoli possedimento degli Alessandri, famiglia fiorentina protagonista della vita politico-culturale di Firenze fin dalla seconda metà del Xiv secolo. Siamo in zona di ville medicee e proprio nel podere Golpaja, un toponimo già esistente nel 1577 dal quale prende il nome il rosso di punta dell’azienda, la famiglia Alessandri possedeva una fornace nel quale furono cotti i mattoni della villa di Cerreto Guidi. Nell´austera semplicità dei fronti dell´edificio signorile di Petriolo si ritrovano i caratteri peculiari dell´architettura di villa toscana della tardo Rinascimento. Oggi l’area produttiva della tenuta si estende su 160 ettari dei quali 14 di vigneto e 13 di uliveto. La tenuta è stata acquistata negli anni Sessanta dalla famiglia Maestrelli e oggi Silvia (figlia secondogenita di Moreno Maestrelli) è decisa a far diventare Villa Petriolo un luogo di aggregazione e promozione per giovani artisti, anche se naturalmente gli sforzi maggiori, a partire dalla recente ristrutturazione e dai nuovi impianti di sangiovese del 2002, sono stati rivolti a farla diventare una efficiente azienda agricola vocata alla produzione di alta qualità. L’enologo è Federico Curtaz. L´idea Progettuale di Silvia Maestrelli Enucleare in un’azione culturale puntuale le molteplici valenze della poeiutica del vino non è semplice, poiché molte sono le suggestioni e le implicazioni generate da tale tema, così importante per il mondo dell’agricoltura, ma anche per il paesaggio, il genius loci e più in generale per l’identità storica di un territorio. Nell’ambito di un progetto pluriennale che intende esplorare in modo creativo ed interdisciplinare le connessioni e le interazioni possibili fra vino, arte, paesaggio, economia, marketing, storia e contemporaneità, attraverso una collaborazione aperta con professionalità esterne al mondo produttivo, secondo l’ottica della contaminazione e della ricerca dell’eccellenza, il primo passo è stato individuato nell’istituzione di un concorso letterario. L´iniziativa è volta dunque a promuovere e valorizzare il vino e il territorio di produzione, catalizzando istanze e suggestioni provenienti da ambienti diversi, come quello della cultura in generale e della scrittura in particolare. Si intende promuovere un tema specifico ogni anno: per il 2007 il ´contenitore´ è stato quello dei "paesaggi del vino". I partecipanti al concorso sono stati invitati a scrivere dei brevi elaborati su questa complessa e diacronica tematica. Nel 2008 “I giorni del vino e delle rose” hanno esplorato la densità simbolica e l’immaginario del vino, incentrando il tema della seconda edizione specificatamente sulla sua valenza di medium, tramite per raggiungere l’ebbrezza, la comunione, praticare la seduzione, la meditazione, assaporare la nostalgia, il ricordo. E sulle parole per raccontare e far raccontare il vino. “S’io fossi… vino. Epifanie dello spirito” il suggestivo tema del 2009. Grazie al concorso letterario Villa Petriolo edizione 2008 “I giorni del vino e delle rose”, a Villa Petriolo è stato conferito il premio internazionale per la città di Firenze The best of wine tourism 2009, categoria Arte e cultura, dalla rete Great Wine Capitals. Il concorso si pregia della collaborazione della Regione Toscana e del Patrocinio ed il supporto del Comune di Cerreto Guidi, Circondario Empolese-valdelsa, Terre del Rinascimento, Associazione Nazionale Città del vino, Fondazione Cittàitalia, Dimore Storiche sezione Toscana, A.i.s. Toscana, Associazione Strada dell’olio e del vino del Montalbano Le colline di Leonardo, Comitato Dama di Bacco, Camera di Commercio di Firenze, Istituto Superiore Statale Federigo Enriques di Castelfiorentino (Fi), casa editrice Ets di Pisa, Agenzia di Viaggi Turandot. La gaia mensa. Di vino sincero pani condimenti e fuochi ardenti: la quarta edizione del concorso letterario Villa Petriolo. “Presi tra due fuochi, da una parte il ricordo delle antiche arti leccarde, su cui preme la nostalgia e il rimpianto, dall’altra una scienza, che non è più una saporita sapienza, ma cultura nutrizionale, gli atti alimentari si sono inesorabilmente allontanati dai due caratteri princeps della gourmandise, l’esigenza della cerimonia e del comico. La prima come parodia assoluta del rigore scientifico, il riso come condimento che può far diventare commestibile il reale, che può operare quella transustanziazione di cui il mondo alla rovescia di giullari e poeti aveva capito benissimo il fine: affermare la sostanza che sorregge il senso del mondo”. (da “La sostanza del desiderio. Cibo, piaceri e cerimonie”. Di Gianni-emilio Simonetti, Edizioni Derive Approdi) La quarta edizione del concorso letterario di Villa Petriolo apparecchia la tavola. Pane vino e fantasia quanto basta a sfamare corpo e spirito. Il bando 2010 del concorso letterario dell’azienda vinicola di Cerreto Guidi (Fi), ideato da Silvia Maestrelli e coordinato da Diletta Lavoratorini, festeggia il piacere. Di cucinare, mangiare insieme. Cibi, parole. Divertendosi a mescolare. Ingredienti, metafore. Frequentato da sempre in letteratura o sulle tavole del palcoscenico, il paragone tra la cucina ed il linguaggio risale all’origine della specie umana: entrambi sono mezzi per esprimere la propria identità culturale, strumenti per autorappresentarsi e comunicare; quale eccezionale dispositivo anche per mediare fra culture differenti, in cucina si può sperimentare qualsiasi contaminazione, ogni fantasia. Il protagonista del caustico film “La grande abbuffata” Ugo Tognazzi, al cui ricordo il bando di quest’anno è dedicato, amava definire la sua una “cucina d’arte”: “io sono il creatore della scena e il suo esecutore, il demiurgo che trasforma le inerti parole d´una ricetta in una saporita e colorata realtà, armonizzando e proporzionando gli ingredienti, percependo, anche emotivamente, il giusto punto di cottura, partecipando visceralmente alla frittura delle patatine, soffrendo con l´aglio dentro l´olio bollente, estasiandomi di soffritto, beandomi d´ ogni sugo, perdendomi fra gli aromi e gli odori, amando una fogliolina di basilico appena colta, immolata sui fumanti maccheroncini al pomodoro (….). Do un´importanza fondamentale anche alla scenografia che l´accompagna, all´atmosfera che la circonda, a tutto quel flusso di sensazioni piacevoli che ti provengono dalla memoria o dall´ambiente, e che investono prepotentemente il piatto che hai davanti, arricchendolo di antichi e nuovissimi significati”. Scegliete dunque i prodotti della vostra terra, i vocaboli; uniteli seguendo le ricette preferite e le forme grammaticali più adatte; rispettate l’ordine delle vivande, il menu – ossia, la sintassi – e le consuetudini conviviali (la retorica) che vi appartengono. Innaffiate il cibo con del vino sincero e cercate una compagnia che sappia gioirne. Gli autori del nuovo concorso di Villa Petriolo avranno la facoltà di inviare via e-mail la riproduzione digitale di un’opera fotografica che illustri la ricetta protagonista del racconto. Le ricette andranno a saziare la fame di buon gusto e passioni ardenti su www.Divinando.blogspot.com durante tutto l’anno 2010. Ufficio.stampa@villapetriolo.com.    
   
 

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