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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Maggio 2010
 
   
  PESCA ENTRO LE TRE MIGLIA – INCONTRI IN REGIONE VENETO

 
   
  Un’azione immediata per affrontare la situazione contingente, tutt’altro che semplice, e un progetto strategico di medio – lungo periodo per costruire con il settore un piano condiviso di prospettiva per gli operatori della pesca del Veneto. Sono queste le due linee operative lungo le quali si muoverà da subito la Regione per far fronte alle numerose problematiche di un settore variegato ma nel suo complesso in difficoltà e non da oggi. Le ha enunciate ieri l’assessore Franco Manzato, che ha incontrato a Palazzo Balbi dapprima i rappresentanti della cooperazione e delle organizzazioni dei pescatori di Chioggia, accompagnati dal sindaco Romano Tiozzo con l’assessore alla pesca Nicola Boscolo Pecchie, presenti i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin e Lucio Tiozzo, quindi gli operatori della pesca ai molluschi bivalvi dell’intera costa veneta. Il principale e urgente problema sul tappeto è quello della scadenza del 31 maggio prossimo, fissata da un regolamento comunitario del 2006 sullo sfruttamento sostenibile delle risorse di pesca nel Mediterraneo. Dopo quella data sarà vietato l’uso di attrezzi trainati e di reti con maglie considerate piccole (meno di 12 o 40 mm a seconda del tipo di pescato) entro le tre miglia dalla costa “o all’interno dell’isobata di 50 metri”, evenienza quest’ultima che nella costa occidentale dell’alto Adriatico non si verifica mai. Già questo la dice lunga sulle caratteristiche del mare del “Golfo di Venezia”, la cui profondità media non supera i 20 – 25 metri, che è però molto pescoso e con particolari caratteristiche di specie, non riscontrabili altrove. L’applicazione tout court del divieto significherebbe, ad esempio, la fine per la tradizionale pesca delle seppie e delle acquadelle, mentre buona parte del naviglio attuale è inidoneo ad operare oltre le tre miglia, con prevedibili ripercussioni sull’occupazione e sul reddito di molte famiglie. Nell’immediato diventa dunque urgente rapportarsi con gli organismi tecnici della Commissione Europea per una deroga corrispondente alle particolari caratteristiche dell’Adriatico, mentre occorrerà anche che il sistema peschereccio metta a punto un piano di gestione e serviranno leggi regionali di accompagnamento in questo settore e in quello turistico, oltre ad un’azione di valorizzazione del prodotto locale. A questo è seguito un altro incontro con operatori e amministratori locali, finalizzata a una pianificazione delle attività per il ripascimento a uso turistico dei litorali erosi dalle mareggiate. Si tratta di operazioni finanziate dalla Regione che si svolgono attualmente in maniera non programmata, intersecando negativamente l’attività di pesca sotto costa.  
   
 

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