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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Giugno 2010
 
   
  UE, BUZEK: "FONDARE UNA NUOVA COMUNITÀ EUROPEA DELL´ENERGIA"

 
   
   Bruxelles, 8 giugno 2010 - "La gente di geo-politica magari non capisce niente, ma quando le tagliano il riscaldamento, quello sì lo capisce", ha esordito il presidente del Parlamento Jerzy Buzek alla riunione della commissione Industria, dove ha presentato un´iniziativa che gli sta a cuore: la creazione di una nuova Comunità europea dell´energia. Il primo giugno in commissione Industria, oggi in commissione Ambiente: quasi un "tour de force" per il presidente Buzek, che ha lanciato la sua idea di "Comunità europea dell´energia" il 5 maggio insieme all´ex-presidente della Commissione europea, e ora di appresta a difenderla davanti a deputati e governi. La settimana prossima, sarà il turno dell´assemblea interparlamentare: Buzek spiegherà ai deputati di tutta Europa perché la comunità dell´energia è un fondamento essenziale per l´Europa del Xxi secolo. Infrastrutture, ricerca e negoziati comuni - L´idea si basa su un rapporto di Notre Europe, il think thank di Delors, e si basa su tre principi: network integrati, sostegno alla ricerca e all´innovazione, e una voce unica nei negoziati internazionali. La questione sta molto a cuore al presidente Buzek, che ha un passato di ricercatore nel campo ambientale: "60 anni fa - ha detto martedì davanti alla commissione Industria - fu creata la prima Comunità europea dell´energia. Per i nostri nonni era basata sul carbone e l´acciaio. Oggi, dobbiamo andare avanti e avere una prospettiva più ampia". Il presidente ha spiegato che i primi passi porterebbero già grandi vantaggi all´Europa: rafforzare la cooperazione fra Stati sulle reti dell´energia "creerebbe importanti economie di scala, rendendo l´Europa forse più competitiva della Cina". Un sostegno agli investimenti nel campo della ricerca per le energie rinnovabili e l´efficienza energetica aiuterebbe gli Stati a sostenere costi altrimenti troppo elevati. Infine, "un blocco di paesi potente nei negoziati sul petrolio e il gas, permetterebbe di ridurre i prezzi. Invece di 27 negoziati bilaterali separati, dobbiamo avere un modo comune ed efficiente di negoziare i contratti, gestire la ripartizione, il trasporto e lo stoccaggio del gas fra i 27". Buzek ha concluso dicendo che se "i 27 paesi non sono pronti, si può comunque andare avanti, basta che ce ne siano almeno 9 interessati, con un´opzione di entrata ritardata per gli altri".  
   
 

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