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Notiziario Marketpress di
Lunedì 14 Giugno 2010 |
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UE: GAZA TORNA CON FORZA ALL´ORDINE DEL GIORNO
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Bruxelles, 14 giugno 2010 - Dopo i drammatici fatti della settimana scorsa, il conflitto fra israeliani e palestinesi e la situazione esplosiva della banda di Gaza tornano con urgenza sull´agenda internazionale. Come sbloccare il processo di pace, e che cosa può fare l´Ue? I fondi europei arrivano nelle mani giuste? In vista del dibattito in plenaria settimana prossima, abbiamo chiesto una valutazione a tre deputati che hanno recentemente guidato una delegazione parlamentare in Israele e nei territori occupati. Gaza, Israele, le colonie sono di nuovo al vertice dell´agenda internazionale, a seguito dell´attacco israeliano contro la flottiglia diretta a Gaza. Oggi la delegazione del Parlamento per le relazioni con il Consiglio legislativo palestinese ha discusso con il Ministro dell´economia di Ramallah il boicottaggio ai prodotti israeliani. Settimana prossima, la plenaria tornerà ad occuparsi dell´attacco alla flottiglia. La commissione Affari esteri, in una riunione speciale il primo giugno, ha già espresso il suo dissenso all´azione israeliana e ha chiesto un´indagine internazionale indipendente e la fine dell´embargo a Gaza. Che cosa può fare l´Ue? Secondo Eva Joly, Verde francese, presidente della commissione Sviluppo del Parlamento, l´Alto Rappresentante Ashton dovrebbe convocare una riunione speciale del Consiglio d´associazione Ue-israele, per "verificare se Israele ha onorato i suoi impegni nel campo dei diritti umani". Gli Stati europei potrebbero anche chiedere di ritardare l´adesione di Tel Aviv all´Ocse. Il presidente della delegazione per le relazioni con il Maghreb Pier Antonio Panzeri, del Pd (S&d), evidenzia che il voto sull´inchiesta internazionale in seno all´Onu è il segno di come "l´Europa è ancora divisa. Ma l´obiettivo deve essere parlare con una voce sola". Usare la leva finanziaria: pro e contro - "Sono 20 anni che l´Europa si limita alla diplomazia dell´assegno", secondo Alain Lamassoure, popolare francese, presidente della commissione Bilanci. "Noi non agiamo, paghiamo e basta, e così facendo diventiamo complici del prolungamento di una situazione insopportabile, sia politicamente che umanamente". Secondo lui l´Ue deve usare la leva finanziaria per guadagnare potere politico: "Non dobbiamo ridurre gli aiuti, ma usarli per entrare a pieno diritto nel gioco politico, e giocare un ruolo di primo piano". In concreto, bisogna "sottomettere gli accordi commerciali con Israele e i 600 milioni di € l´anno di aiuti ai palestinesi alla condizionalità politica e al rispetto degli impegni presi". Non è d´accordo Eva Joly: sospendere gli aiuti internazionali sarebbe "difficile e moralmente condannabile". Invece, serve "un controllo stretto", perché la popolazione di Gaza - di cui l´80% vive sotto la soglia di povertà - ne sia la "vera beneficiaria". Speranze nella ripresa del processo di pace - Secondo Panzeri "non ci sono alternative: la sicurezza a cui anelano sia israeliani che palestinesi, può passare solo per la pacificazione della regione. E gli israeliani sono i più forti, per cui hanno maggiori responsabilità". Fra i problemi da affrontare, "Gaza e le colonie sono i più urgenti, è un passo preliminare indispensabile. Non significa dare ragione ad Hamas, ma Israele deve sapere che gli sciacalli vinceranno sempre, finché la situazione resterà indefinita". L´attacco alla flottiglia per il parlamentare lombardo è stato un errore "tragico", che porterà a un "maggiore isolamento di Israele, e un maggior sentimento di insicurezza nella regione". Turchia e altri attori regionali - Per la Joly bisogna guardare con attenzione alla Turchia. "Primo paese musulmano a riconoscere Israele, membro della Nato, alleata di Tel Aviv e dei palestinesi allo stesso tempo": Ankara è in una "posizione cerniera" e può giocare un ruolo fondamentale a favore della pace. Anche l´Egitto è un attore importante ma, per l´ex-magistrata francese, "non bisogna lasciarli soli". Panzeri è d´accordo sulla centralità della Turchia, un paese che "merita attenzione". Secondo il deputato democratico, si tratta di "una grande realtà che vuole diventare un punto di riferimento ex novo". Un desiderio che nasce "dall´assenza dell´Europa, che continua a tergiversare sulla questione dell´adesione della Turchia. Siccome il governo sente l´Ue sempre più lontana, trova una posizione autonoma sulla questione". |
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