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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Giugno 2010
 
   
  PUGLIA: ECCO COSA PROVOCA LA MANOVRA FINANZIARIA NEI SERVIZI SOCIALI

 
   
  Bari, 15 giugno 2010 - Dopo avere partecipato alla riunione della Commissione interregionale degli Assessori per le Politiche Sociali dedicata proprio all’espressione del parere sulla manovra finanziaria, l’ 11 giugno , Elena Gentile fa la sintesi dei tagli che sono già stati inferti al sistema dei servizi sociali pugliesi e a quelli che ci attendono. “A partire dal 2011 viene azzerato il Fondo per le Non Autosufficienze, che per la Puglia significa un taglio netto di 25 milioni di euro annui, e riduce a briciole il Fondo Nazionale delle Politiche Sociali, con una perdita netta per la Puglia tra il 2007 e il 2011 di quasi 50 milioni di euro. “Che è come dire un taglio dei fondi sociali per la Puglia che a regime a partire dal 2011 comporterà oltre 75 milioni di euro in meno rispetto al migliore anno dell’ultimo quinquennio per finanziamenti sociali (ultima finanziara del Governo Prodi nel 2007)”. “Numerosi gi aspetti di estrema preoccupazione espressi in sede di Commissione delle Regioni, e che vanno addirittura oltre la portata dei tagli finanziari, per gli impatti diretti che genereranno sulla maggiore spesa richiesta alle famiglie: - il taglio netto perpetrato ai Comuni, genererà effetti devastanti sulla capacità degli Enti locali di continuare ad assicurare il trasporto pubblico locale, i servizi scolastici (mense, trasporto scolastico, integrazione scolastica dei disabili), le rette per i centri diurno, eccc..) - la riduzione del 50% della spesa per assunzioni a tempo determinato produrrà effetti devastanti per gli asili nido comunali e molti altri servizi sociali assicurati dai Comuni, che molto spesso si avvalgono di personale assunto al di fuori delle piante organiche e non con assunzioni a tempo indeterminato - il taglio della spesa per il diritto allo studio dei disabili scarica sui Comuni ogni forma di assistenza per i disabili che non sia direttamente collegata alla educazione e all’istruzione: significa che sia l’assistenza di base che l’assistenza specialistica saranno scaricate sui Comuni, mettendo a rischio la stessa possibilità di frequenza scolastica per quei minori disabili i cui Comuni, cioè quasi tutti, non saranno in grado di assicurare risorse sufficienti - il taglio dei finanziamenti sociali complessivi mette del tutto a rischio la possibilità di assicurare i Lea – Livelli Essenziali di Assistenza sociosanitari di cui all’Allegato 1C del D.p.c.m. 29.11.2001, perché i trasferimenti di fondi ai Comuni, ormai del tutto esigui, non consentono di assicurare la compartecipazione finanziaria per la quota sociale delle rette per strutture residenziali e centri diurni, che ricadranno sulle famiglie oppure genereranno infiniti contenziosi e decreti ingiuntivi nei confronti dei Comuni soccombenti in caso di ricorsi amministrativi formulati da quelle famiglie a cui sarà negato il contributo finanziario; - tutti i disabili psichici e in particolare le persone down e autistiche, non potranno più accedere all’indennità di accompagnamento, che potrà essere riconosciuto solo con invalidità superiore all’85%, e non più al 74%. “Dopo tutto il lavoro fatto per dare alla Puglia un nuovo Piano Regionale delle Politiche sociali e per approvare i Piani Sociali di Zona dei Comuni, con gli effetti di questa manovra anche la Puglia rischia di qui a un anno e mezzo di vedersi esaurire le risorse che potremo trasferire ai Comuni. E questo concretamente significa negare alle famiglie meno abbienti la possibilità di inserire un anziano affetto da Alzheimer e un minore con la sindrome di down in un centro diurno socio educativo e riabilitativo, e negare a una giovane coppia la possibilità di iscrivere il loro bambino all’asilo nido. Ma mi chiedo anche – continua l’Assessore Elena Gentile – come faranno i Comuni a pagare le rette per l’inserimento dei minori fuori famiglia nelle comunità socio educative, per i minori stranieri non accompagnati, per pagare il trasporto a fini riabilitativi, ecc...” “La multiculturalità, la prevenzione, l’integrazione sociosanitaria, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, cioè i principali cantieri di innovazione su cui la Puglia ha scommesso tutto per il futuro delle nuove famiglie e delle giovani generazioni, ma anche per la qualità della vita delle persone anziane e per il contrasto delle nuove povertà – sottolinea amaramente l’Assessore Elena Gentile –vengono poste seriamente a rischio nella nostra Regione, e questo è un prezzo inaccettabile da pagare per l’assenza di politiche lungimiranti da parte del Governo nazionale per il superamento della crisi, ed occorre contrastarlo in tutti i modi possibili. Non si supererà la crisi affamando le famiglie che sono già in condizioni di disagio e mettendo a rischio centinaia e centinaia di posti di lavoro attivati in questi anni dai nuovi servizi sociali”. “Al danno, poi, nelle ultime ore si è aggiunta la beffa della modifica del regime pensionistico per le donne impiegate nel settore pubblico: tutte in pensione a 65 anni, ma Tremonti promette che i risparmi andranno al fondo per asili nido e per la non autosufficienza. Peccato, però, che Brunetta fa eco al suo collega ricordando che lo spostamento dell’età pensionabile delle impiegate e dirigenti pubbliche da 60 a 65 anni produrrà risparmi pari a 0 € nel 2010, a 0 € nel 2011, a 50 Meuro nel 2012 e a 150 Meuro nel 2013. “Quindi sono chiari i tagli che oggi subiscono in misura maggiore le donne, perché tagliare i servizi di cura domiciliari per gli anziani non autosufficienti e i fondi per le rette degli asili nido penalizza soprattutto le donne – evidenzia Elena Gentile. Inoltre si chiede sempre alle donne di rimanere al lavoro 5 anni di più, facendo piazza pulita di tutta la discussione del peso del lavoro di cura che insieme al lavoro fuori casa grava su una donna, con una prospettiva di reimpiego, molto remota, dei risparmi (al più 200 Meuro per tutta Italia entro il 2013) sui servizi che nel frattempo saranno stati smantellati.”  
   
 

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