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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Giugno 2010
 
   
  BASILICATA: ALL´IRCCS CROB CENTESIMO TRAPIANTO STAMINALI SANGUE. LE CELLULE PRELEVATE DALLO STESSO PAZIENTE DOPO UN TRATTAMENTO DI CHEMIOTERAPIA INTENSIVA, VENGONO INFUSE NUOVAMENTE NEL CORPO

 
   
  Potenza, 17 giugno 2010 - All’irccs Crob di Rionero in Vulture è stato effettuato con successo il centesimo trapianto di cellule staminali emopoietiche presso il Dipartimento Oncoematologico diretto da Pellegrino Musto. Il paziente, un cinquantenne affetto da leucemia plasmacellulare, sottoposto ad intervento nei giorni scorsi, sta bene ed è stato dimesso in ottime condizioni, con il pieno recupero dei valori ematologici. Il paziente ha ancora davanti a sé un percorso terapeutico lungo e non semplice, ma ci sono le premesse per una evoluzione piuttosto favorevole della malattia. La procedura di trapianto di cellule staminali autologhe, cioè prelevate dallo stesso paziente e infuse nuovamente nel corpo dopo un trattamento di chemioterapia intensiva, è praticata all’Irccs Crob già dal 2002. Obiettivo di questo trattamento è eradicare la malattia consentendo un rapido recupero dell’attività del midollo osseo. Il trapianto di cellule staminali autologhe ha migliorato significativamente la prognosi di molti pazienti oncologici affetti soprattutto da tumori del sangue come mielomi, linfomi e leucemie acute, e ha consentito il miglioramento di alcuni casi di neoplasie cosiddette “solide”, come quelle del testicolo, trattate presso l’Unità Operativa di Oncologia diretta da Michele Aieta. Attualmente, altri tre pazienti affetti da neoplasie ematologiche o solide sono in fase di trattamento. “I risultati ad oggi ottenuti sono assolutamente in linea con quanto riportato dalla letteratura scientifica internazionale” spiega il Direttore del Dipartimento Oncoematologico Pellegrino Musto “per certi versi sono addirittura migliorativi, essendo, ad oggi, stata completamente azzerata la cosiddetta mortalità da trapianto, ovvero la perdita del paziente dovuta al trattamento e non alla malattia”. “Il caso descritto” prosegue Musto “è particolarmente significativo in quanto il paziente è stato arruolato in un protocollo clinico sperimentale nazionale da noi coordinato e che sta fornendo risultati preliminari incoraggianti”.  
   
 

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