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Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Settembre 2010
 
   
  I COMUNI DEL PORFIDO DEVONO APPLICARE LA NORMATIVA SULLE CONCESSIONI DI CAVA

 
   
  Trento, 6 settembre 2010 - La Giunta provinciale, su proposta dell’Assessore all’industria, artigianato e commercio, Alessandro Olivi, ha approvato il 3 settembre l’«invito ad adempiere» alle disposizioni transitorie della legge sulle cave (art. 33 L.p. 7/2006), diretto ai sei comuni del porfido: Albiano, Baselga di Piné, Capriana, Cembra, Fornace e Lona Lases. L’esecutivo provinciale, in altre parole, diffida i comuni, assegnando loro il termine di 60 giorni (elevati a 75 per i comuni interessati da proprietà frazionali), a deliberare i volumi estrattivi ancora disponibili, e il conseguente periodo di proroga delle attuali concessioni, prima di passare al sistema delle aste pubbliche. I comuni avrebbero dovuto determinare volumi e scadenze entro il 28 febbraio 2010, ma, probabilmente anche a causa del rinnovo delle amministrazioni, nessuno ha finora provveduto. Scaduti vanamente i termini della diffida, la Giunta provvederà a nominare i commissari ad acta. Benché si tratti di un provvedimento autoritativo – come sottolinea l’Assessore – esso in realtà si inserisce in un lungo processo mirato a conseguire un obiettivo storico: l’apertura al mercato del settore estrattivo provinciale, nel quale, prima dell’avvento della nuova legge, i lotti erano assegnati fino al loro naturale esaurimento. In questo processo, che ha coinvolto il Consiglio e la Giunta provinciale, le amministrazioni comunali, le Asuc, le ditte, rappresentate da Confindustria Trento, il Sindacato e, non ultima, la Commissione europea (interessata da un reclamo), si è in realtà cercato di contemperare esigenze contrapposte: da un lato, la salvaguardia dell’attività estrattiva, a tutela dei lavoratori e delle imprese (scadenze troppo ravvicinate avrebbero infatti scoraggiato gli investimenti) e, dall’altro, la possibilità per nuove energie imprenditoriali di accedere alle concessioni pubbliche di cava, assicurando al settore la «linfa vitale» della concorrenza. L’intervento della Giunta provinciale, che aveva preliminarmente «spianato la strada» ai comuni con una dettagliata circolare, cerca ora di garantire l’allineamento di tutte le amministrazioni alle regole, condivise anche dalla Commissione europea che, proprio sulla base della circolare dell’Assessore, ha archiviato la procedura d’infrazione precedentemente attivata. Più in dettaglio, la legge provinciale 24 ottobre 2006, n. 7 «Disciplina dell’attività di cava», all’articolo 33 stabilisce che le concessioni vigenti mantengano la loro validità fino al completamento della coltivazione del volume definito dal comune con proprio provvedimento, con cui viene fissato anche il termine finale di coltivazione. Dopo due modifiche dell’articolo stesso, volte soprattutto a chiarire aspetti concreti del periodo transitorio, senza infrangere la libertà di concorrenza, in linea con le censure della Commissione Europea, a seguito del procedimento di infrazione n. 2006/4251 – procedimento ora archiviato – la Provincia ha stabilito il termine del 28 febbraio 2010, introducendo un criterio aggiuntivo per legare il volume da determinare agli investimenti effettuati dalle ditte, anche per la sicurezza del lavoro. Quanto alla «diffida», gli atti odierni sono preceduti da più comunicazioni dell’Assessore Olivi, in particolare dalla circolare di data 26 febbraio 2010, che dà le indicazioni pratiche per l’applicazione della norma. Dopo ulteriori incontri con le amministrazioni, alcune delle quali completamente rinnovate, la Giunta provinciale ha ritenuto di non potersi esimere dalla diffida, dando certezza di termini al regime transitorio delle concessioni pubbliche di cava.  
   
 

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