|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 20 Settembre 2010 |
|
|
|
|
|
PROGETTO ACCADEMIA 2010: GIOACHINO ROSSINI, L’OCCASIONE FA IL LADRO A MILANO, TEATRO ALLA SCALA
|
|
|
|
|
|
Milano, 20 settembre 2010 - Cantanti, solisti e orchestra dell´Accademia del Teatro alla Scala tornano sul palcoscenico del Piermarini per il consueto appuntamento con il “Progetto Accademia”, la produzione d’opera che ogni anno è inserita nella stagione “grande” del Teatro. A Daniele Rustioni è affidata la direzione de L’occasione fa il ladro di Gioachino Rossini, divertente farsa in un atto, nell’allestimento storico di Jean-pierre Ponnelle ripreso da Sonja Frisell. Scritta in soli undici giorni da un giovanissimo Rossini, L’occasione fa il ladro andò in scena al Teatro San Moisè di Venezia nel 1812. Nel segno tipico della farsa, che coniuga divertimento e vitalità attraverso colpi di scena e agnizioni inaspettate, i protagonisti della vicenda si scambiano reciprocamente identità innescando una serie di equivoci che inevitabilmente si ricompongono per assicurare il lieto fine. “Notte buia e tempestosa”, avverte il libretto. In una locanda si riparano Don Parmenione e il Conte Alberto; il primo, si scoprirà poi, all’inseguimento di una giovane sedotta e abbandonata; il secondo in viaggio verso la promessa sposa. Il casuale scambio di valigia di uno dei servitori induce lo scaltro Parmenione a impossessarsi della più interessante identità del Conte Alberto. Stessa azione compie la futura consorte del Conte, Berenice, che si scambia d’abito con un’amica di famiglia, Ernestina, abbandonata dal proprio amante, per conoscere in incognito il futuro pretendente. Fra equivoci e parapiglia, nessun dubbio che le vere identità vengano ben presto svelate e le coppie ricomposte. Con questa prova di bravura i cantanti solisti proseguono nel loro percorso biennale di studi che si concluderà nel mese di giugno quando, in occasione del Concerto istituzionale, riceveranno il diploma finale. L’accademia di perfezionamento per cantanti lirici, attiva dal 1997, allunga il catalogo dei talenti che si sono formati alla sua scuola. Accanto agli attuali allievi, Jaeheui Kwon, Pretty Yende, Marika Gulordava, Jihan Shin, Filippo Polinelli, Valeria Tornatore, Evis Mula, Filippo Fontana e Valeri Turmanov, tornano sul palcoscenico scaligero gli ex allievi Leonardo Cortellazzi, Massimo Cavalletti e Davide Pelissero. Per il quarto anno consecutivo si ripropone inoltre l’iniziativa di chiamare giovani musicisti dai più prestigiosi conservatori e teatri europei nella compagine orchestrale del "Progetto Accademia": per L’occasione fa il ladro sono stati invitati i migliori strumentisti ad arco della National Academy of Music "Pantcho Vladigerov" di Sofia e della Royal Danish Academy of Music di Copenhagen. Soggetto. Sala in un albergo di campagna. In una notte oscura e tempestosa, Don Parmenione e il suo servo Martino cenano in una locanda sulla strada per Napoli. Don Parmenione, spavaldo e incurante dei tuoni, beve e mangia a quattro palmenti da bon viveur qual è, mentre Martino, impaurito e seduto in disparte, approfitta degli avanzi del padrone. Entra il Conte Alberto, un altro viaggiatore sorpreso dal temporale, il cui servo – dopo aver gettato la valigia del padrone accanto a quella di Don Parmenione – si addormenta su una panca. I due nobiluomini sembrano fraternizzare: il Conte Alberto sta andando a Napoli per sposarsi e ha molta fretta. Finito il temporale, egli scuote il suo servo e riprende il viaggio. Ma il servo, essendo mezzo addormentato, prende la valigia di Don Parmenione e lascia quella del padrone. Quando si tratta di pagare la cena, Don Parmenione si accorge dello scambio della valigia, ma ormai il Conte Alberto è lontano. D’altronde, spiantato com’è, quell’errore non può che giovargli. Martino forza subito la valigia che contiene, oltre ai documenti del Conte Alberto, varie cose preziose tra cui un ritratto femminile: «Quest’è la sposa», dice tutto ringalluzzito Don Parmenione. La decisione è presto presa, nonostante le proteste di Martino: Don Parmenione si farà passare per il Conte Alberto e andrà a Napoli per sposare la bella sconosciuta. Grand’atrio terreno in casa della Marchesa. Don Eusebio sta aspettando lo sposo della nipote Berenice, la quale, per poter meglio studiare il suo pretendente che non ha mai visto, si scambia d’abiti con un’amica di famiglia, Ernestina, loro ospite. Arriva Don Parmenione tutto in ghingheri che si presenta a Ernestina credendola la sposa. Quest’ultima sembra tutt’altro che insensibile alle avances dell’improbabile nubendo. Ma entra anche il Conte Alberto che, incontrata fortuitamente Berenice, subito si dichiara a lei. Tornato in scena Don Eusebio, in compagnia di Ernestina e Don Parmenione, ecco che si scatena il parapiglia: il Conte Alberto accusa Don Parmenione di avergli rubato l’identità, fra lo sconcerto generale. Terminata la baraonda, l’azione si rimette in moto. Si viene a sapere che Ernestina è ospite di Don Eusebio dopo essere stata sedotta e abbandonata. Poco dopo Berenice smaschera Parmenione accusandolo di essere un impostore. Anche Martino confessa la vera natura del suo padrone. Costui cerca di trovare un’onorevole soluzione: essendosi invaghito di Ernestina e detestando Berenice, preferirebbe di gran lunga sposare la prima piuttosto che la seconda, amata invece dal Conte Alberto. Dunque egli svela la sua vera identità: il suo nome è Parmenione di Castelnuovo e doveva venire a Napoli per inseguire la sorella dell’amico Conte Ernesto, fuggita di casa con un seduttore. Ernestina resta sbalordita. È lei infatti la giovane fuggitiva che Parmenione stava cercando: abbandonata dall’amante, accetta la proposta di matrimonio di Parmenione. Il lieto fine è assicurato per entrambe le coppie. |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|