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Notiziario Marketpress di Mercoledì 29 Settembre 2010
 
   
  UNA POLITICA DI DIFESA COMUNE: PIÙ VICINA CON IL TRATTATO DI LISBONA

 
   
  Milano, 29 settembre 2010 - Mentre il primo ministro inglese annuncia tagli alla spesa militare per arginare all´indebitamento pubblico e l´opinione pubblica dubita dell´efficacia delle operazioni in Afghanistan e altrove, al Parlamento si terrà domani un incontro speciale sulle nuove sfide della difesa europea. Ne abbiamo parlato con Arnaud Danjean, presidente della commissione Sicurezza e Difesa e...Ex-spia francese. La sfide della nuova politica di Sicurezza e Difesa dell´Ue con l´entrata in vigore del Trattato di Lisbona saranno al centro del dibattito fra parlamentari europei, deputati nazionali ed esperti, che si terrà domani al Parlamento. Lo scopo dell´incontro è "che i nostri colleghi parlamentari nazionali si rendano conto della dimensione veramente europea e non solo nazionale della gran parte delle missioni della Politica comune di Sicurezza e Difesa", spiega Arnaud Danjean, che presiederà l´incontro insieme a Gabriele Albertini, presidente della commissione Esteri. "Bisogna ricordare che oggi, continua il deputato popolare francese, quasi tutte le azioni condotte dall´Ue sono di gestione civile e di crisi, con un budget europeo e meccanismi di supervisione europei". Un nuovo quadro internazionale - Il quadro internazionale è cambiato radicalmente dopo la caduta del Muro di Berlino: la minaccia del terrorismo internazionale, le guerre in Iraq e nei Balcani e altri conflitti regionali, la proliferazione nucleare...Hanno fatto capire ai partner europei che solo una politica di difesa comune può rispondere alle nuove sfide. "Le società occidentali hanno dovuto affrontare nuovi conflitti, più vicini, che richiedevano un impegno sia militare che civile, e di lunga durata, durante e dopo il conflitto ", spiega Danjean, ex- "007" per i servizi segreti francesi nei Balcani. La difesa, una questione "storica e filosofica " - La Difesa è sempre stata al cuore dello Stato-nazione, a garanzia della sovranità nazionale: "è il luogo ultimo della sovranità, fino al sacrificio estremo della propria vita", constata il presidente della commissione "Sede". Per questo si tratta si una "questione storicamente e filosoficamente sensibile". Ma il cambiamento di paradigma, rafforzato anche dalle difficoltà finanziarie di molti Stati membri, che devono fare "di necessità virtù", rende una forma di "messa in comune dei contributi alla Difesa", inevitabile, secondo l´autore del rapporto sulla strategia europea per la politica di Difesa e Sicurezza: "non ci sarà ritorno: lo sviluppo di una politica comune di difesa non può che progredire". Giustificare la legittimità delle operazioni militari - Un altro obiettivo, secondo Danjean, è aumentare la legittimità delle operazioni militari, che sono ormai sottoposte allo scrutinio dell´opinione pubblica. "La legittimità dei nostri interventi deve essere perfettamente stabilita, in modo che gli attori della Difesa non abbiano una missione politicamente chiara, ma che dispongano anche dei mezzi adeguati per condurle". In questo, un ruolo importante è rivestito dai parlamenti, sia nazionali che europeo: " noi deputati dobbiamo essere presenti e seguire da vicino le missioni della Politica di Difesa e Sicurezza Comune, la loro coerenza, e la loro integrazione con le altre politiche dell´Ue...e il loro costo!" - conclude l´ex-agente segreto.  
   
 

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