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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 29 Settembre 2010 |
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REGIONE ABRUZZO: L´INTERVENTO DI CHIODI IN CONSIGLIO: NON SONO INDAGATO IN NESSUNA DELLE VICENDE, NON MI DIMETTO. QUESTIONE MORALE, MAGISTRATURA E ORGANI DI INFORMAZIONE
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L´aquila, 29 settembre 2010 - Ecco l´intervento del Presidente Gianni Chiodi ieri in Consiglio regionale: "In questi giorni l´Abruzzo è stato interessato da due iniziative giudiziarie da parte di due diverse procure, ma per indagini portate avanti dagli stessi organi di polizia giudiziaria, almeno così appare. Dapprima la vicenda Abruzzo Engineering e poi la vicenda sui rifiuti. La prima ha portato alle dimissioni dell? Assessore Daniela Stati, la seconda agli arresti domiciliari dell´Assessore Lanfranco Venturoni ed all´avviso di garanzia ai Senatori Di Stefano e Tancredi. In questo momento gli organi inquirenti stanno lavorando e devono poterlo fare in totale serenità. Io credo di poter affermare che Daniela Stati e Lanfranco Venturoni usciranno assolutamente puliti da queste vicende. Non lo affermo per solidarietà umana e personale, né perché li conosco e posso tranquillamente affermare che nessuna pressione politica ho mai ricevuto per alcun fatto o atto che si inserisse nel teorema degli organi inquirenti, né perché questo governo non ha posto in essere alcun atto deliberativo che riguardasse le vicende, né perché la loro reputazione, costruita negli anni, è la reputazione di persone oneste, ben conosciute in piccole comunità, dove tutti sanno tutto di tutti. Affermo che usciranno puliti dalle vicende giudiziarie perché ho fiducia nell´ordine giudiziario e negli uomini che lo compongono nei vari gradi del procedimento. Peraltro l´abbassamento della soglia di raccolta differenziata per dare inizio ai processi di recupero energetico dei rifiuti urbani è atto esclusivamente politico e dichiarato nel programma elettorale. Ma in questi giorni sono stato peraltro oggetto di una serie di notizie apparse sulla stampa che mi hanno visto, di volta in volta, appaltatore di commesse per il G8, manovratore degli appalti del terremoto, persona arrestata, di aver ricevuto dazioni sotto forma di consulenza attribuita al mio studio da Abruzzo Engineering o addirittura da Finmeccanica per agevolarli nell? ottenimento di commesse per il terremoto, fino all? ultimo ? Tangenti in Abruzzo: Chiodi Sapeva? . Ebbene chiedo ai giornalisti presenti di intitolare un articolo del loro giornale con l? unica verità che mi riguarda e che è stata sempre abilmente nascosta all? interno di lunghi articoli: Chiodi Non E? Indagato In Nessuna Delle Vicende Che In Questi Mesi Gli Sono State Attribuite. E lo chiedo, per riparare alla suggestione insinuatoria e diffamatoria nei confronti del Presidente della Regione reo di nulla e non indagato. Ciò detto, voglio riferire a questo Consiglio ciò che sapevo; sapevo, perché riferito da Daniela Stati, che il sindaco di Lanciano e il Sen. Fabrizio Di Stefano insistevano per commissariare un Consorzio dei rifiuti del lancianese poiché il Presidente, scaduto da tempo nella carica, ometteva di convocare l? assemblea dei soci, per evitare la riconferma. Questo era quello che sapevo e quello che ho suggerito fu quello di richiedere un parere alla Avvocatura regionale. Non ho l´occhio magico, né ad agosto del 2009 potevo averlo, tutti e due gli occhi erano fissi sulle fasi di assistenza alla popolazione aquilana. Dal punto di vista politico, l´Assessore Venturoni non si è dimesso e la legge prevede che il Presidente del Consiglio dei Ministri adotti un provvedimento di sospensione a far data dagli arresti domiciliari e fino al momento in cui verranno revocate le misure cautelari. Ma ricordo a tutti che esiste un articolo della Costituzione Italiana che afferma un principio sacrosanto e scolpito sui cuori di tutti gli uomini e le donne del mondo e che viene identificato con il Principio di non colpevolezza. Per me, ma anche per tutti voi, Daniela Stati, Lanfranco Venturoni, Paolo Tancredi, Fabrizio Di Stefano, ma anche Ottaviano del Turco, Luciano D´alfonso, Cantagallo, il Sindaco di Nocciano sono persone innocenti. Massimo Desiati dopo sette lunghi anni è stato assolto da quanto lui attribuito dagli organi inquirenti. L´intera Giunta comunale di Teramo che fu sospesa e fatta cadere, è stata assolta per non aver commesso alcun fatto di quelli addebitateli dagli organi inquirenti, la vicenda di Roccaraso ha visto tantissime assoluzioni rispetto a quello che l´accusa aveva inteso perseguire come reato. Ecco perché conviene avere il piè fermo, decisamente fermo, sul principio costituzionale di non colpevolezza. Conviene a tutti, destra e sinistra, a tutti gli uomini e a tutte le donne non impegnati nella sfera pubblica. "Ma l´Abruzzo è una terra maledetta? Salini, Del Turco, D´alfonso, Cantagallo, il Sindaco di Nocciano, Daniela Stati, Lanfranco Venturoni. L´immagine dell´Abruzzo sul piano della classe dirigente politica è peggiore di quella della Campania, dove Bassolino ha causato uno dei maggiori disastri economici, sociali e d´immagine per l´Italia intera. L´immagine dell´Abruzzo è peggiore di quella della Calabria dove il ministro Tremonti ha dovuto mandare la Guardia di Finanza a redigere i bilanci delle Asl, della Sicilia dove hanno dovuto mettere un P.m. All´assessorato alla Sanità, della Puglia e via dicendo. Eppure nessuno delle persone sopraccitate, fino ad oggi, risulta condannata. Che fare ? Basta forse essere onesti per interrompere questo massacro dell´immagine dell´Abruzzo? Abbiamo visto che non è sufficiente. La verità è che gli interpreti della politica sono deboli, non sono autorevoli, non sono credibili, non riscuotono la fiducia e quindi a seguito di ogni azione dovuta della magistratura, di ogni indagine sia pur sommaria o superficiale, l´opinione pubblica ed i mezzi di informazione sono portati a condannare non colui che è destinatario dell´avviso di garanzia (non già di una condanna) ma l´intera classe politica. Sono tutti uguali! Quante volte l´abbiamo sentito. Il resto lo fa lo sciacallaggio politico che porta a strumentalizzare tutte le situazioni confidando in un momentaneo vantaggio in termini di consensi, senza considerare, invece, quello che si perde in autorevolezza, determinando, in una spirale sempre più forte, l´affondamento del Titanic con tutti coloro che non perdono occasione di strumentalizzare l´azione doverosa della magistratura. Piccoli suonatori destinati ad affondare con tutti gli altri. Insomma un problema di credibilità della classe politica ed un azione di sciacallaggio da parte degli inconsapevoli componenti dell´orchestrina che suonava sul Titanic mentre la nave stava per affondare. Non basta essere onesti ed allora cosa serve ? Qualche giorno fa Zagrebelski ha detto che: Politica è una parola bastarda. Ha molti padri e molte madri. Non è sempre la stessa cosa. Dipende da chi la genera e per che cosa. In altre parole i politici vanno dai delinquenti agli statisti, così come i giornalisti vanno dalle grandi firme, a quelli che fanno i militanti politici a quelli che si fanno comprare, così i magistrati che vanno dai grandi magistrati come Falcone e Borsellino a piccoli che cercano solo visibilità. Insomma, Politica è una parola bastarda. Non è sempre la stessa cosa. Come dice Zagrebelski secondo il più grande filosofo dell´antichità, il compito della politica era soprattutto il creare amicizia tra i cittadini, creare cioè i legami sociali. Ed è qui che gli interpreti della politica stanno fallendo. Forse non abbiamo mai riflettuto che tra tutti i regimi politici, la democrazia è l´unico che presuppone amicizia tra governanti e governati. I regimi autocratici ed oligarchici, comportano separazione che, nel caso migliore, si traduce in indifferenza, in quello peggiore, inimicizia, avversione, sospetto. Solo la democrazia si alimenta di un circuito di reciproca fiducia che può esistere solo a condizione che i governanti non si costituiscano in classe separata, solo a condizione che i cittadini non li vedano come cosa diversa da sé. Non vedano che chi entra in uno degli luoghi della politica acquisisce il diritto di non uscirne mai più, fino a quando provvede la natura. Questa è una sensazione di separazione di classe. Tra chi c´è e chi non c´è. Chi non c´è pensa di appartenere ad un altro mondo (mie dimissioni da sindaco o la transumanza tra un partito e l´altro per ottenere un altro ´giro´ che sia una candidatura, un incarico, un ruolo). A ciò si aggiunga che chi è dentro al ´giro´ vede come potenziale pericolo chi è fuori e non si apre perché la vede come un insidia alla propria posizione acquisita. Ma questa, continua Zagrebelski è la sclerosi della politica! In politica il rinnovamento della classe dirigente è raro, più spesso si traduce in un ´allevare´ nuove leve politiche e questo linguaggio tradisce perfettamente l´orizzonte culturale in cui si pensa debba avvenire il cosiddetto ricambio, quel ricambio che tutti dicono necessario, ma che, secondo l´idea dell´allevamento, è perpetrazione dello status quo che produce cloni. Ora, chi vuole difendere il circuito chiuso della politica e i suoi sistemi di cooptazione (non è caratteristica solo della politica, lo stesso vale per i sindacati o per le Università, la grande burocrazia per esempio) di solito demonizza la società civile. Insomma, continua Zagrebelski, è la sempiterna tendenza oligarchica del potere costituito. E ci accorgiamo però ogni giorno di più di quanto ciò finisca per alimentare sentimenti, risentimenti, atteggiamenti anti-politici, da cui Tutti, meno i demagoghi, hanno molto da perdere. Ecco perché è necessario ricominciare a stringere i rapporti tra partiti e società, abbandonare l´idea e le pratiche che fanno pensare che gli uni possano fare a meno dell´altra e viceversa. E´ opinione diffusa poi, che legalità e morale pubblica non siano, per gli italiani, imperativi essenziali un po? perché i misfatti dei politici evaporano presto e di rado arrivano le sentenze se non dopo moltissimi anni. Ma in fondo c´è qualcosa che non torna. Perché improntare la propria azione politica al rispetto della legalità se basta un articolo di giornale a stroncare tutto quello che hai fatto in cinquanta anni? Secondo me la questione non è, come ho sentito dire in questi giorni, una questione morale bensì una questione politica. Un primo concetto: Morale e Diritto non sono la stessa cosa. Il rispetto delle regole, in democrazia, si chiama legalità non si chiama morale. E le leggi in democrazia non sono precetti morali, ma prescrizioni funzionali, concordate e condivise, perché le libertà individuali si affermino come non configgenti tra loro. Se uno viola la legge nell´esercizio delle sue funzioni pubbliche spetta alla magistratura sanzionarlo. Se personalità politiche come Del turco, D´alfonso, Cantagallo, Venturoni ecc. Sono accusati dagli organi inquirenti di aver agito contro le leggi - ammesso e non concesso che ciò risponda a verità - il Partito politico ha la facoltà di rivendicare la propria volontà di mantenere l? esercizio delle rispettive funzioni politiche. Si tratta appunto di una facoltà, mica di morale. Se gli elettori non gradiscono sanzioneranno, altrimenti premieranno. Ciascun partito politico dunque è libero di decidere se e come provvedere nei confronti di un proprio membro accusato di violare la legge (cui tutti i cittadini sono sottoposti) stabilendo se, e in che misura, riconoscere la compatibilità con la funzione pubblica assunta per il tramite del Partito stesso. (D´alfonso sempre invitato nelle manifestazioni del Pd). E´ lecito per un Partito politico stabilire che un colpevole di fronte alla legge possa non esserlo di fronte al Partito (ed ai suoi elettori )? E´ lecito, certo! Ne ha piena facoltà. Una facoltà eminentemente politica. Cosa c´entra dunque la morale?. Che c´entra la questione morale ? Il partito democratico che invita alle sue manifestazioni pubbliche l? ex Sindaco di Pescara è immorale? Chi avesse intenzione di ridurre la legalità a questione morale, come fece Berlinguer negli anni 80, come gli accoliti del pool di Milano negli anni 90, con ciò circuitando la prassi democratica, relegherebbe la Politica a funzione ancellare rispetto alla ´contro-potente´ funzione giudiziaria. E questo non porta nulla di buono ! Non restituisce certo alla polis un set etico condiviso fondato, come deve essere, sulla responsabilità di ciascuno ad assumere la propria funzione civica aldilà delle norme. La questione morale è invece questione italiana. E´ la questione di un Paese che si coalizza contro Marchionne, che accora fondi ai precari socialmente inutili della Regione Sicilia, che onora gli allevatori truffaldini del premio alla furbizia, che spaccia l´indipendenza della magistratura per la facoltà di ergersi impunemente ? come il potere non sanzionabile né controllabile, che si bea di una istruzione pubblica che sforna i peggiori discenti del mondo civile, che si nutre di una retorica irresponsabile con l´atarassica certezza che il conto tanto sarà fatturato altrove. Questa è la questione morale ! Di nuovo, Morale e Diritto non sono la stessa cosa. Chi le sovrappone fa un errore clamoroso. Morale e Diritto coincidono solo negli Stati in cui non v´è distinzione tra potere spirituale e potere temporale. Occorre riflettere sul rapporto tra morale e politica. Chi grida quotidianamente alla questione morale non ha la minima coscienza di questa relazione. Diceva Benedetto Croce: "L´ideale che canta nell´animo di tutti gli imbecilli e prende forma nelle prose delle loro invettive e declamazioni e utopia, è quello di una sorta di aereopago, composto da onesti uomini, ai quali dovrebbero affidarsi gli affari del proprio Paese. Entrerebbero in questo consesso, chimici, fisici, poeti, matematici, padri di famiglia, e via dicendo?Quale sorta di politica farebbe codesta accolta di onesti uomini, per fortuna non ci è dato sperimentare, perché non mai la Storia, ha attuato quell´ideale e nessuno mostra di attuarlo". In modo più diretto può dirsi che "essere onesti" non è una qualifica politica: si può essere onesti e rivoluzionari, onesti e reazionari, onesti e riformisti, onesti e conservatori, talvolta anche onesti e politicamente imbecilli. Le mie naturalmente non sono esortazioni alla disonesta. E´ evidente che la politica ? per essere ´buona´ politica - debba in primo luogo essere onesta, ma la moralità è un attributo che non c? entra nulla con l´orizzonte politico. Altro aspetto è il rapporto tra legalità e politica. Va da sé che la politica debba essere rispettosa della legge. Ma è ingenuo e sciocco chi pensa che i due piani possano assolutamente coincidere. Essi divergono ineluttabilmente. Sul piano, per così dire, giudiziario, si ragiona in termini di ´si o no´, un politico (un buon politico) ragiona con un diverso binomio intellettuale: Si deve o non si deve. In un sistema non cortocircuitato la magistratura fa quello che deve fare, controllare e punire i disonesti. Ma deve farlo usando molta prudenza nei provvedimenti perché se si sbaglia, e si può sbagliare, si distrugge l´uomo pubblico con sentenze anticipate di tipo mediatico, ma soprattutto si lede la dignità della persona che c? è in tutte le donne e gli uomini anche se rivestono cariche o funzioni pubbliche. E ciò va fatto proprio per non rischiare di influire sulla vita democratica del Paese che è un rischio al quale la magistratura è esposta proprio se non usa la prudenza necessaria. Alcuni attribuiscono alla magistratura una volontà di spettacolarizzazione che disturba non poco. Mi chiedo se sarebbe così e se non fosse meglio per tutti, anche per i magistrati, che ci fosse una responsabilità per gli errori commessi così come c´è per i medici, i professionisti, i politici, insomma per tutti. Se ci fosse, avremmo senz´altro maggiore prudenza e minore spettacolarizzazione. Il fine della magistratura non è l´indagine e nemmeno la misura cautelare, ma il processo. E in Abruzzo i processi si vedono pochino, fioccano invece gli arresti e gli avvisi di garanzia ed i processi e lentezze di piazza e mediatiche. Una cosa che la magistratura non deve assolutamente fare, se vogliamo evitare il cortocircuito che sta facendo crollare la fiducia nelle istituzioni, magistratura compresa, è la tentazione di scrivere l? agenda politica di una regione. Affermazioni che sembrano giudicare negativamente la scelta di addivenire al recupero energetico dei rifiuti per motivi ambientali, sono affermazioni che invadono il campo della politica. Ed il primato della politica sulle scelte circa il funzionamento della società, non è negoziabile. In democrazia sono gli eletti ad avere il potere-dovere, il diritto-dovere di fare le leggi e le scelte che comportano. Ai magistrati spetta solo applicare le leggi. Credo che tutto ciò sia possibile. Così come esistono molti politici onesti e pochi disonesti, gran parte dei magistrati si comporta in modo tale da evitare cortocircuiti ed invasioni in altri campi. Basterebbe un richiamo a dare notizie verificate e possibilmente imparziali. Ma molti giornalisti preferiscono una sorta di militanza politica che io ritengo del tutto legittima, ma che ritengo, altresì, cosa diversa dal giornalismo". "L´opposizione chiede le dimissioni del Presidente, ma non le vuole. Altrimenti tornano a lavorare e c´è, tra loro, anche chi non lavora. Certo è in atto una fortissima strumentalizzazione. Per ultimo si chiedono anche le mie dimissioni da Commissario per la ricostruzione alla luce degli ultimi scandali giudiziari, nessuna delle quali, peraltro, mi vede neppure indagato. Ebbene, proprio per evitare queste strumentalizzazioni dell´attività della magistrature le Procure dicano se ho commesso qualche reato altrimenti dicano che non l´ho commesso così che io possa lavorare duramente, ma in pace. Quello che però risalta è il giudizio che dà la sinistra del mio governo, è l´assoluta sottovalutazione delle politiche di rigore delle finanze regionali e di risanamento finanziario (tipico della cultura politica della sinistra che riassumo per brevità nel cosiddetto: Tassa e spendi, spendi e tassa). Nessun Paese al mondo che sia oberato di debiti e con alta tassazione può realisticamente fare affidamento su un percorso di sviluppo durevole. Credo che ciò sia intuitivo: la stessa cosa può dirsi per un´impresa o per una famiglia. L´abruzzo è stato messo in ginocchio dal progressivo indebitamento che nel 2007 ha toccato i 4 miliardi di euro consegnandole il primato di regione più indebitata d´Italia. Ed il debito regionale, via via che cresceva, ´abrogava´ quote di reale sviluppo, quote di welfare, drogando la vita politica con la meccanica illusoria tipica della cambiale mefistofelica, del pagamento messo a carico delle generazioni future. Il percorso in tali casi è obbligato: il risanamento prima di tutto. I risultati raggiunti da questo Governo regionale sono straordinari: riduzione dell´indebitamento del 12,5% in 18 mesi (stiamo parlando di 500 milioni di euro ovvero mille miliardi di vecchie lire) senza aumentare le tasse, riduzione del disavanzo sanitario a livelli antecedenti al 2000, riduzione del costo del debito del 16,5%; tutti valori e cifre certificate da Moody´s e dal tavolo di monitoraggio del Ministero dell´Economia e della Salute. Qui si vince e si perde la sfida! Il resto è contorno, importante, ma necessariamente contorno. Ed allora mi sembra di poter concludere così: nell´economia abruzzese soffiano venti di ripresa, il turismo abruzzese cresce del 130%, il debito degli abruzzesi diminuisce, gli investimenti per le strutture sanitarie, contrariamente al passato, ci sono e sono tanti, l´Abruzzo è la prima regione del mezzogiorno per capacità di spesa dei fondi europei, la ricostruzione pesante a l´Aquila sta partendo, i dirigenti regionali diminuiscono, le società inutili e costose sono state messe in liquidazione, i costi della politica ridotti, le sedi in Brasile e Romania sono state chiuse, le comunità montane a livello del mare stanno scomparendo, le Asl sono diventate quattro, i consorzi fidi da 78 ne diventeranno una decina e saranno più utili alle imprese, la sanità privata ha finalmente regole e controlli e costa anche meno di prima, il centro oli non c´è e non c´è alcuna nuova trivellazione, nel frattempo ci siamo occupati anche di un devastante terremoto e ci sono ancora quasi quattro anni per completare il lavoro prima che termini il mandato elettorale. Dopo soli 18 mesi la sfida è vinta o è persa ? Ripartiamo dai veri valori: la coesione sociale, l´integrità, lo spirito di servizio, il rispetto e l´aiuto ai più deboli. Tra i più deboli ormai è chiaro che ci sono le nuove generazioni: i giovani, ai quali abbiamo riservato un incerto futuro. I giovani in Abruzzo sono il 23% della popolazione e abbiamo 147 anziani ogni 100 giovani. E sono stati proprio i loro padri e madri a sottoscrivere quelle cambiali mefistofeliche che li hanno gravati di un debito spaventoso che sottrae ogni giorno quote di sovranità e di futuro. Ecco perché la priorità di questo governo regionale è e sarà la riduzione del debito degli abruzzesi. Ecco perché sono fiero del fatto che in quasi due anni siamo riusciti a ridurlo di ben 500 milioni di euro (mille miliardi delle vecchie lire) tanto da far dire ad una agenzia di rating internazionale che il percorso di risanamento dell´Abruzzo è stupefacente. E tra i più deboli ci sono i malati. Per loro c´è un imperativo: costruire un sistema sanitario regionale che sia veramente di qualità ed a costi sostenibili e non più quel Titanic che l´Abruzzo non sarà mai in grado di sostenere e che negli anni ha compromesso anche il livello qualitativo del nostro sistema sanitario. Siamo fieri che i nostri sforzi siano riconosciuti dal Governo, dalle Regioni italiane e ora anche da autorevoli editorialisti della sinistra. Siamo fieri che l´Abruzzo venga portato ad esempio, siano fieri che il quotidiano la Repubblica ci attribuisca il motto di Obama: Yes we can! Per anni la classe dirigente politica abruzzese non è stata in grado di difendere la nostra terra perché è mancato l´affetto per essa. Abbiamo sacrificato lo sviluppo dell´Abruzzo a logiche campanilistiche che avevano il solo fine di rafforzare piccole nicchie di potere, spacciando ciò per un interesse delle nostre comunità. Invece era solo interesse di piccoli potentati locali, pronti a sottoscrivere dieci, venti, cento cambiali mefistofeliche a danno dei nostri giovani. C´è un impellente bisogno di parlare al cuore delle giovani generazioni e il primo modo per entrare in sintonia con loro è quello di fargli sapere che siamo pronti, noi, i loro genitori, a fare oggi dei sacrifici sui nostri privilegi per donare loro un futuro meno difficile. E destra e sinistra sono categorie antiche del secolo scorso che non sono più in grado di spiegare la realtà. Il federalismo per esempio è di destra o di sinistra ? La gestione sana delle risorse che i cittadini mettono a nostra disposizione è di destra o di sinistra ? Siamo fieri di rappresentare il popolo abruzzese e continueremo a lavorare per il risanamento, per portare a termine la riforma sanitaria, per parlare insomma al cuore delle giovani generazioni e spetta alla Politica guidare il futuro. Questa è la missione, questo è il servizio, questo è quello che noi porteremo a termine. |
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