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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 29 Settembre 2010 |
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COLDIRETTI, A ROMA ANCHE LA PROTESTA DEI PASTORI LUCANI
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Dopo le proteste e le azioni messe in campo da Coldiretti per risolvere la crisi del settore ovicaprino, culminate con la scoperta della compartecipazione statale nella società rumena Lactitalia, responsabile del furto di valore e d’immagine al Made in Italy, mercoledì 29 settembre presso il Ministero delle Politiche Agricole, verranno definite le misure messe a punto da Governo e Regioni per affrontare la crisi della pastorizia che mette a rischio la tenuta sociale, economica e ambientale di interi territori. Una nutrita delegazione di pastori lucani si unirà al sit-in di protesta organizzato da Coldiretti. A partire dalle 9,30, davanti al ministero delle Politiche Agricole, pastori provenienti da tutte le regioni d’Italia, guidati dal Presidente Coldiretti Sergio Marini, sfileranno con il loro gregge e offriranno a cittadini e rappresentanti delle istituzioni i diversi tipi di pecorino prodotto nelle regioni d’Italia. Un patrimonio di biodiversità che, proprio nell’anno internazionale della biodiversità proclamato dall’Onu, l’Italia rischia di perdere. Negli ultimi 10 anni, infatti, il 30% degli allevamenti è gia scomparso mettendo a rischio estinzione molte razze ovine. “La presenza sul mercato internazionale di prodotto a Marchio Made in Italy contraffatto- ha affermato il presidente Coldiretti Basilicata Piergiorgio Quarto- è la principale causa della diminuzione dell’export dei formaggi di pecora italiani. 4 milioni di euro il giro di affari annuo della sola Lactitalia, che lavora circa 100mila litri di latte rumeno e ungherese al giorno e lo esporta negli Usa e nei paesi Ue, come formaggio Dolce Vita, Toscanello, Pecorino. Oltre ai mancati introiti al settore ovicaprino, le conseguenze per i pastori italiani, sono ben più gravi. Le contraffazioni hanno portato alla perdita di potere contrattuale in fase di definizione del prezzo del latte e della carne con le industrie coinvolte nella filiera. Ancora una volta i pastori vedono sottopagato il frutto del loro lavoro. Spesso il prezzo corrispostogli, non è sufficiente a coprire i costi di gestione delle imprese. Il grave attacco al Made in Italy, di cui lo stato italiano si è reso complice, sta costringendo molti allevatori a chiudere, con drammatici risvolti per l’intero ecosistema. A rischio anche la biodiversità lucana visto che, gli allevatori, da sempre sono moralmente e praticamente i veri “tutori” della biodiversità regionale. La chiusura delle aziende agricole rischia di lasciare senza presidio molti territori montani lucani. Per questo motivo, Coldiretti Basilicata non poteva mancare domani a Roma. La Federazione si batterà attivamente per la creazione di una filiera ovicaprina tutta agricola e tutta italiana.” |
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