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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Ottobre 2010
 
   
  SCHOLTÉS PREMIA IL MIGLIORE CHEF PASTICCERE: IL GIAPPONESE TATSUYA IWASAKI

 
   
  Scholtès e Identità Golose di nuovo insieme in occasione della presentazione della quarta edizione di “Identita’ Golose Guida ai ristoranti d’autore di Italia, Europa e Mondo”, con l’assegnazione di undici premi speciali dedicati alle giovani promesse del panorama gastronomico internazionale. Scholtès di nuovo insieme a Identità Golose per sostenere la promozione della Cucina d’Autore nel mondo. Dopo essere stato protagonista della sesta edizione di Identità Golose Milano Congresso Italiano di Cucina d’Autore, e della prima Identità London, fornendo gli elettrodomestici su cui si sono esibiti nelle loro performance gli Chef operanti ai congressi, Scholtès sostiene la realizzazione del volume Identità Golose – Guida ai ristoranti d’autore di Italia, Europa e Mondo. Un percorso che conferma l’interesse e l’attenzione di Scholtès verso le espressioni più virtuose e creative in ambito gastronomico. Una nuova partnership per sostenere e promuovere la cucina d’autore intesa come continua sperimentazione, evoluzione e passione. Nell’ambito della presentazione della Guida, sono stati assegnati undici premi speciali dedicati alle giovani stelle della cucina d’autore, fuoriclasse eccellenti che animano oggi il panorama gastronomico internazionale. Fra i premi assegnati, quello al miglior Chef pasticcere, il giapponese Tatsuya Iwasaki del ristorante Agli Amici di Udine, premiato da Scholtès per la sua ricerca dell’eccellenza nel gusto e della perfezione della tecnica. La passione per l’eccellenza, la professionalità e la sperimentazione di nuove tecnologie rappresentano l’essenza del brand Scholtès e sono gli ingredienti indispensabili per realizzare ciò che creatività e fantasia suggeriscono in cucina. Trovare l’ispirazione nell’ambiente professionale ed applicarlo all’universo della casa, questa la missione di Scholtès, che si prefigge di portare in ambito domestico i medesimi sistemi di elaborazione dei cibi utilizzati dai professionisti, per garantire esecuzioni spettacolari con semplicità di utilizzo. Tatsuya Iwasaki Pochi paesi al mondo subiscono il fascino del made in Italy gastronomico quanto il Giappone. Varcando le insegne d’autore dello Stivale non è raro, infatti, trovare personale nipponico impegnato in sala, più spesso in cucina Anche Tatsuya Iwasaki, 33 anni, un giorno farà la sua U‐turn in direzione Sol Levante. Ma intanto sono già 9 primavere che, su pungolo della famiglia Sabatini, ristoratori da decenni a Tokyo, percorre il Belpaese da un capo all’altro. Tanto per cominciare, sfiora in Sicilia i fuochi dell’elegante Bye Bye Blues di Palermo. Poi finisce al capo opposto dell’isola, a occuparsi degli antipasti e dei primi della Madia di Licata, scrigno agrigentino impreziosito dalla creatività di grande sostanza di Pino Cuttaia. «Qui ero un cuoco al 100%», spiega Tatsuya. Non che dopo la percentuale si sia drasticamente ridotta, ma frequentando un corso all’Ecole du Grand Chocolat Valrhona, aizzato dalla didattica e dal carisma di Gianluca Fusto, capisce che il cerchio va stretto. E la pasticceria diventa il suo regno. Da poco più di 4 anni, accanto a Michela, regista premurosa della sala, e a Emanuele Scarello, cuoco, è la colonna zuccherosa degli Amici di Godia, tempio alle porte di Udine in cui ha fatto suo il motto fondamentale: stupire sì, ma col gusto prima che con la tecnica, imperativo peraltro rafforzato da un recente passaggio alla corte di re Andoni, Mugaritz di Errenteria, Paesi Baschi. Oggi Tatsuya, barometro cangiante al mutare di stagioni e prodotti, indugia su temperature e consistenze, si attarda sulle alchimie proteiche del latte, definisce nuovi punti di fusione dello zucchero, sfuma il soffice e il croccante, incastra sale e cioccolato in nuove e ludiche girandole gustative. E non accalca più di 3 o 4 ingredienti nel piatto, come gli detta il cromosoma nipponico che, di tanto in tanto, gli suggerisce anche di tornare ai prodotti dell’ovile. Come l’amido di kuzu, pianta rampicante che si fa spedire dalla madre – cresce solo in Giappone –, per dar forma a una crema di miele, chiave di volta gelatinosa di una sublime Cagliata al rosmarino con mela fresca e noce croccante  
   
 

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