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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Ottobre 2010
 
   
  IL SITO ARCHEOLOGICO DI MONTE SAN MARTINO IERI SI È CHIUSA LA ANNUALE CAMPAGNA DI SCAVO

 
   
  Trento, 5 ottobre 2010 - Il monte di San Martino, un solitario sperone di roccia sulle creste tra l’Altogarda, le Giudicarie e il Lomaso, conserva i segni di un’antica fortezza sepolti su una superficie di oltre 15.000 mq. L´area è al centro di un progetto internazionale di ricerca archeologica, coordinato dalla Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e sostenuto dal comune di Comano Terme e dalla Bayerische Akademie der Wissenschaften. In occasione della chiusura della estiva campagna di scavi, oggi, lunedì 4 ottobre l´archeologo Enrico Cavada e l´assessore provinciale alla cultura, rapporti europei e cooperazione Franco Panizza hanno visitato il sito. Sono ormai alcuni anni che il Monte San Martino di Lundo è oggetto di una delle più affascinanti campagne di scavo sulle Alpi, che ha portato alla luce un’importante fortezza di età Gota e primissima Longobarda. La fortezza, che ogni anno si arricchisce di nuove scoperti e ritrovamenti, venne costruita al tramonto dell´Impero romano per fermare i barbari; successivamente passò nelle mani di Goti e Longobardi che se ne servirono per contenere l’irruenza dei Franchi dilaganti nelle valli trentine verso la pianura veneta. Infine - sottoposta al potente monastero di San Martino di Tours - fu sentinella nel mantenere in mani fedeli la rete delle principali strade alpine. Oggi il sito è al centro di un progetto internazionale di ricerca archeologica, coordinato dalla Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici provinciale e sostenuto dal comune di Comano Terme e dalla Bayerische Akademie. Dopo averla identificata dopo secoli di oblio, gli archeologi ne hanno riportato alla luce i tratti più significativi: la piattaforma del grande cantiere di costruzione con i punti di spacco delle pietre e i piani di impasto della malta, le vie interne verso le opere da realizzare, la cinta di difesa con le torri di avvistamento predisposte secondo suggerimenti tecnici propri delle strategie militari bizantine della metà del V secolo, i resti di un ampio magazzino annonario del Vi secolo, un edificio funerario eretto nell’area centrale e dominante l’insediamento, sede di sepoltura per pochi e selezionati individui, i ruderi di un caseggiato con cucina e stanze di soggiorno. Resti di cui il monte ha perso ogni ricordo, fatto salvo un piccolo oratorio e il suo toponimo. Costruito sui ruderi, questo ultimo edificio è stato erede materiale di valori e di significati diversi: in origine, quelli del rango e delle convinzioni di chi ne è stato il fondatore, quindi quelli di “una chiesa di strada” propria delle reliquie venerate in grado di mantenere una trama di relazioni tra chi transita e chi, generazione dopo generazione, è salito sul monte dai paesi sottostanti, secondo percorsi rituali annualmente scadenzati. Oggi l´assessore provinciale Franco Panizza e l´archeologo Enrico Cavada hanno visitato il sito e illustrato alla stampa le ultime novità emerse nel corso della campagna estiva di scavi. Per informazioni sul sito archeologico di Monte San Martino a Lundo: www.Small.tn.it/    
   
 

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