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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Ottobre 2010
 
   
  IL COMMENTO DOPO LA ROTTURA DELLE TRATTATIVE IN PREFETTURA A MASSA ROSSI: «EATON, UNA FORZATURA INACCETTABILE» IL NO DELL´AZIENDA RENDE PIÙ DIFFICILE IL LAVORO PER IL NUOVO PROGETTO INDUSTRIALE

 
   
   Firenze, 7 ottobre 2010 - «Un atto gravissimo, una forzatura inaccettabile che, in questa fase, rischia di trasformarsi in una vera e propria operazione di sabotaggio di un lavoro delicatissimo che le istituzioni, a fianco delle organizzazioni sindacali e con il supporto del ministero dello sviluppo economico, stanno facendo per consentire l´avvio di un nuovo progetto industriale in grado di garantire sul territorio il mantenimento dei posti di lavoro e scongiurare gravi conseguenze sul piano sociale». Così il presidente della Regione Enrico Rossi commenta la decisione dei vertici dell´azienda Eaton di abbandonare il tavolo delle trattative, riunito ieri in Prefettura a Massa. L´incontro era stato previsto nel corso dell´ultima riunione del tavolo tecnico presso l´unità di crisi del ministero dello sviluppo economico a Roma e doveva servire per trovare un´intesa sulla possibilità di sospendere la mobilità e trasformarla in cassa integrazione in deroga, che la Regione si era detta disponibile ad autorizzare. «Era una richiesta ragionevole – commenta Rossi – che ci avrebbe dato una maggiore libertà di manovra in attesa della concretizzazione del nuovo progetto industriale la cui verifica è all´ordine del giorno degli incontri già fissati per i prossimi giorni al tavolo di Roma. Questo irrigidimento dell´azienda è un ostacolo in più verso la difficile soluzione della crisi e rappresenta, inoltre, un grave colpo alle relazioni sindacali, decisamente insolito in una regione che, pure, sta vivendo numerose crisi aziendali». Ribadendo la solidarietà ai rappresentanti dei lavoratori, che in queste ore stanno occupando lo stabilimento, il presidente assicura che l´impegno della Regione, come quello delle altre istituzioni, non verrà meno. «Non ci stancheremo di richiamare un gruppo impo rtante come Eaton alle sue responsabilità, verso un territorio fra l´altro duramente provato dalla crisi e verso i lavoratori. E´ un atto dovuto e il discorso non può chiudersi in questo modo».  
   
 

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