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Notiziario Marketpress di
Lunedì 18 Ottobre 2010 |
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MILANO, PRESENTATO UN PROGETTO "CURARSI PER CULTURA". LANDI: "UN´INIZIATIVA PILOTA PER UNA VERA INTEGRAZIONE SOCIALE"
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Milano, 18 ottobre 2010 - E´ stato presentato il 14 ottobre il progetto “Curarsi per cultura”, un´iniziativa pilota ideata dall´Assessorato alla Salute in collaborazione con Accademia Isa (Interreligious Studies Accademy) e Co.re.is (la Comunità Religiosa Islamica Italiana) per favorire l’integrazione sociale degli immigrati partendo da un ambito particolarmente delicato: quello sanitario. Si tratta di corsi, la cui supervisione scientifica è affidata al dottor Mauro Buscaglia, direttore del dipartimento materno-infantile dell’ospedale San Carlo, per dotare medici e infermieri di adeguati strumenti culturali in modo da relazionarsi, scevri da pregiudizi e luoghi comuni, con delicatezza, chiarezza e competenza ai pazienti musulmani. I corsi, finanziati dalla Fondazione Cariplo, della durata di 20 ore mensili, inizieranno il 2 dicembre e si potrarranno per sei mesi. Per fare in modo che possa parteciparvi il personale sanitario di più ospedali saranno replicati per tre anni. Tenuti da professionisti italiani di religione islamica (psicologi e docenti universitari), si svolgeranno nell’aula magna dell’ospedale San Carlo, alla Fondazione Cariplo e nella sede dell’Accademia Isa. "Con questa iniziativa -spiega l´assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna - intendiamo promuovere una concreta e responsabile integrazione degli immigrati sul versante della salute con particolare riguardo a prevenzione, educazione sanitaria e malattie infettive. La società multiculturale è ormai da tempo una realtà di fatto ed è sempre più frequente l’interesse da parte di servizi pubblici e privati a trovare soluzioni più efficaci per affrontare le nuove esigenze emergenti. Milano, in linea con le più importanti città europee e mondiali, riconosce nella garanzia e nella tutela della salute dei suoi cittadini gli elementi fondanti della convivenza sociale e democratica, e se ne fa promotrice con un ruolo di leadership e di eccellenza. L’obiettivo del corso ´Curarsi per Cultura´ - aggiunge Landi - è quello di creare un´occasione di confronto e di dialogo con tutte le realtà cittadine del settore - istituzioni e aziende ospedaliere - con l’intento di fornire nozioni culturali a supporto degli operatori sanitari e sociali che trattano con immigrati di religioni islamica. Popolazione questa che, in costante aumento, consta di almeno 365.639 persone. I musulmani, esclusi gli italiani, censiti dal Rapporto sull’immigrazione della Caritas, a Milano sono così suddivisi: 98.091 marocchini, 90.096 albanesi, 52.778 egiziani, 37.041 tunisini, 28.780 algerini, 26.165 senegalesi, 24.117 pakistani e 8.571 serbi. Una certa ´fragilità´ intrinseca e una scarsa cultura della salute e della prevenzione di alcune popolazioni straniere hanno portato a una recrudescenza di patologie ormai debellate o del tutto marginali nella popolazione milanese”. “Le patologie che colpiscono gli immigrati - continua l’assessore - possono essere divise in 3 gruppi: · quelle che l’immigrato porta con sé dal paese d’origine: malattie infettive (es. Tubercolosi e salmonellosi), parassitosi, lesioni di vario tipo subite nel paese d’origine (es. Traumi malcurati, mutilazioni rituali); · quelle da disagio o degrado: patologie acquisite in Italia in conseguenza di condizioni di vita precarie (es. Infezioni cutanee da scarsa igiene personale, stati di malnutrizione); · e quelle comuni alla popolazione italiana che assumono particolare gravità in condizioni di vita precarie (es. Infezioni delle vie aeree superiori). Le patologie più diffuse sono: diabete, ne soffrono 3 immigrati su 10; Hiv, ne colpisce 5 ogni 25; epatite, affetti 3 su 20. Per quanto riguarda la Tbc esistono dati suddivisi per Paesi di provenienza: Algeria 3su 55, Marocco 51 su 73, Pakistan 5 su 297, Palestina 2 su 33, Somalia 4 su 286, Tunisia 5 su 28, Turchia 1 su 100". "La crescita costante di immigrati in Italia e in particolar modo in Lombardia e nella città di Milano - prosegue Landi - così come la particolare presenza di rappresentanze riconosciute e qualificate delle religioni numericamente minoritarie, pone al centro dell’interesse cittadino e regionale lo sviluppo di buone pratiche volte a una migliore compartecipazione alla vita pubblica tra cittadini autoctoni, nuovi cittadini e ospiti temporanei del nostro Paese, nel rispetto delle diversità culturali, delle esigenze religiose e dell’ordinamento giuridico nazionale e locale". "L’assessorato alla Salute è attivamente impegnato nella promozione della cultura della salute con particolare attenzione alla salute della donna, all’educazione alimentare e alle relazioni interculturali, nella ferma convinzione che il primo passo verso l’integrazione siano le condizioni di buona salute, ritenendo quest’ultima come principale fattore di virtuosa e propositiva partecipazione sociale nella comunità di residenza o dimora". "Il Comune di Milano, facendo propria la definizione di salute data dall’Oms, ritiene pertanto utile e opportuno, nell’interesse cittadino, promuovere iniziative volte alla creazione di un benessere relazionale e di una partecipazione positiva dei singoli e delle comunità, che contribuiscano alla coesione sociale e a una convivenza sicura". "Questa iniziativa è estremamente importante - conclude Mauro Buscaglia, direttore del dipartimento materno-infantile dell´azienda ospedaliera San Carlo -. Dotare gli operatori sanitari di nozioni culturali per trattare con l´utenza immigrata è un mezzo d´integrazione e di dialogo interetnico rilevante". |
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