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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Ottobre 2010
 
   
  IL RABBINO CAPO DI FIRENZE JOSEPH LEVI, E JOSEPH H. H. WEILER, TITOLARE DELLA JEAN MONNET CHAIR PRESSO LA FACOLTÀ DI LEGGE DELL’UNIVERSITÀ DI NEW YORK, PARTECIPANO AL CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI SU CARLO MICHELSTAEDTER “LA VIA DELLA PERSUASIONE”, IN PROGRAMMA A GORIZIA, OGGI E DOMANI

 
   
  Gorizia, 18 ottobre 2010 - Il Rabbino Capo di Firenze Joseph Levi, con un intervento dedicato a Kohelet fra il nulla e la fede: pessimismo, interrogazione esistenziale e la sua risoluzione, e l’insigne accademico Joseph H. H. Weiler, titolare della Jean Monnet Chair presso la Facoltà di Legge dell’Università di New York - oltre che Direttore del Global Law School e del Centro Jean Monnet per il Diritto dell’Economia Regionale e Internazionale – partecipano ai lavori del Convegno internazionale di studi su Carlo Michelstaedter “La via della persuasione”, promosso e curato da Icm – Istituto per gli Incontri Mitteleuropei di Gorizia nell’ambito del cartellone “Michelstaedter 1910 – 2010”, in programma lunedì 18 e martedi’ 19 ottobre nella Sala Della Torre sede della Fondazione Carigo (a partire dalle 17 di lunedì e per l’intera giornata del martedì, dalle 9.30). Nel centenario della scomparsa del giovane poeta e filosofo goriziano, relatori prestigiosi si alterneranno intorno al “caso Michelstaedter”: se Joseph H. H. Weiler interverrà in videoconferenza, così come il noto musicista Claus-christian Schuster chiamato a relazionare su Beehtoven. L´ombra del gigante, a Gorizia saranno presenti la traduttrice Renate Lunzer, docente all’Università di Vienna, che presiederà i lavori della sessione di lunedì introdotta dal presidente dell’Istituto Icm Marco Grusovin, e ancora ci sarà lo studioso Sergio Campailla, che sempre lunedì terrà un intervento su Cent’anni di solitudine. Nella giornata di martedì si confronteranno, coordinati dal docente goriziano Fabrizio Meroi, i relatori Daniela De Cecco (Michelstaedter e i presocratici: una complessa sintonia), Giorgio Brianese (La retorica da Aristotele a Michelstaedter), Marco Fortunato (Leopardi e Michelstaedter: il sapere, il rinvio, il presente), e quindi il Rabbino Capo Joseph Levi, Fabio Pierangeli (La via di Ibsen), e nella sessione pomeridiana. Presieduta dalla docente Cristina Benussi, gli esperti Martino Dalla Valle (Buddha e Michelstaedter: dialogo di anime nude), Vaclav Belohradsky (Critica del linguaggio nell’Europa centrale), Antonio Russo (Carlo Michelstaedter tra modernismo e attualismo). Infine, coordinati dal docente Andrea Tabarroni, interverranno Joseph H. H. Weiler (Cristo -video conferenza) e Ilvano Caliaro (Michelstaedter e Petrarca), lasciando poi spazio alle conclusioni di Sergio Campailla. Il convegno esplorerà l’autenticità del pensiero di Michelstaedter gettando un fascio di luce sul suo sorprendente “Catalogo dei persuasi”, citato dallo stesso autore nell’introduzione della sua opera principale “La persuasione e la rettorica”, al quale appartengono figure come Cristo, i Presocratici, Socrate, Petrarca, Leopardi, Beethoven. Il programma si articola dedicando a ciascun ‘persuaso’ l’intervento specifico di uno studioso, alla luce delle categorie di pensiero michelstaedteriano. Pensiamo per esempio a Leopardi, che Michelstaedter include fra i tredici persuasi e di cui si presenta come devoto ripetitore (nella Prefazione a La persuasione e la rettorica); ciò impone di provare a suggerire affinità elettive fra i due: e, spiega lo studioso Marco Fortunato, un primo tratto che li accomuna è la profonda diffidenza per il sapere e, in ultima analisi, per la filosofia. Entrambi lottano poi contro la maledizione del tempo che impone il rinvio, il quale differisce sempre a un momento successivo la conquista, per Michelstaedter, della pienezza dell’essere e, per Leopardi, del piacere. O ancora un accostamento impensabile: Buddha e Michlestaedter: in pochi significativi passi della sua opera anche Michelstaedter annovera Buddha fra i “persuasi”. L´interesse di Michelstaedter non è integrarlo in un sistema filosofico – del sistema, di ogni sistema, si annuncia piuttosto la morte -, ma sfrondarlo di tutto quanto è ancora “religione”, ideologia, prontuario e retorica della salvezza. La vita del Buddha, come quella di Cristo, non è un modello di santità, ma scoscesa testimonianza che anche l´impossibile è pur possibile se si ha il coraggio di non chiedere assicurazioni prima di salire il calvario. “Tutto dare e niente chiedere”. Www.incontrimitteleuropei.it  
   
 

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