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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Ottobre 2010
 
   
  PRIVATIZZAZIONE, IL COMITATO CONSULTIVO DEGLI UTENTI DI AATO VERONESE SCRIVE A ZAIA

 
   
  Verona, 27 ottobre 2010 – Privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato, il Comitato Consultivo degli Utenti scrive a Zaia. E lo fa attraverso una delibera, in virtù della legge regionale sul servizio idrico secondo la quale il Comitato Consultivo degli Utenti è organo indipendente all’interno dell’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale, che ha come componenti i rappresentanti delle associazioni di consumatori veronesi. Confermare “il principio della proprietà pubblica di tutte le acque”, ma anche stabilire che “la gestione del servizio idrico integrato è un’attività che non deve generare guadagni per le amministrazioni locali e, quindi, procedere tempestivamente (al fine di evitare pericolosi vuoti di funzione) alla conferma delle funzioni dell’Aato”. Queste ed altre richieste si possono leggere nella delibera del Comitato Consultivo. Manca ormai poco al 31-12-2010, data in cui le Aato cesseranno di esistere secondo le decisioni del Governo italiano (con due provvedimenti: uno il 25 settembre 2009 e l’altro il 26 marzo 2010): in tal modo, si anticipa di più di vent’anni la naturale scadenza delle Aato, in origine sancita al 15 febbraio 2031. Una durata contrattuale su cui le società avevano iniziato a organizzare la loro attività anche dal punto di vista del reperimento delle necessarie risorse finanziarie. Per questo il Comitato degli Utenti dell’Aato Veronese chiede al consiglio della Regione Veneto di intervenire con provvedimenti urgenti. Il Comitato, si legge nella delibera, che riporta la data dei primi di ottobre, sollecita anche il Referendum per l’acqua pubblica, in virtù delle 1.400.000 firme raccolte dalle associazioni negli scorsi mesi nelle città italiane. Alla Giunta della Regione Veneto va un’altra richiesta del Comitato: intervenire con provvedimenti urgenti per garantire, durante il periodo transitorio, il proseguo delle attività di realizzazione degli investimenti previsti nei piani d’ambito che al momento risultano bloccati, parzialmente o totalmente, per la situazione di incertezza giuridica, anche garantendo alle banche in merito alla restituzione dei prestiti.  
   
 

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