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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 27 Ottobre 2010 |
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PROPOSTA PER UNA NUOVA PETIZIONE: L’UE DEVE PROVVEDERE A INSERIRE L’IMPATTO DEL DOLORE SULLA SOCIETÀ NELL’AGENDA DECISIONALE
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Milano, 27 ottobre 2010 - Efic, la Federazione Europea dei Capitoli dell’Associazione per lo Studio del Dolore (Iasp ), chiede all’Unione Europea e ai Governi degli Stati membri di prendere misure adeguate per affrontare l’impatto del dolore sulla società. L’11 ottobre, 40 esperti provenienti da tutta Europa si sono riuniti per discutere l’ordine del giorno del secondo Congresso “L’impatto sociale del dolore” (Sip, “Societal Impact of Pain”) che si svolgerà a Bruxelles nel maggio 2011. Il professor Kris Vissers, docente di cure palliative e dolore presso l’università di Radboud, a Nijmegen (Paesi Bassi) e membro Efic ha proposto la sottoscrizione di una petizione in cui si richiede ai Governi europei e alle istituzioni dell’Ue di intraprendere azioni concrete per far fronte all’impatto sociale del dolore, fra cui: 1. La creazione di una piattaforma di scambio delle migliori pratiche: molti Stati membri hanno progetti, legislazioni e programmi di ricerca estremamente validi, di cui non tutti sono a conoscenza; 2. L’offerta di percorsi educativi e formativi approfonditi per i professionisti: l’attuale curriculum dei medici non comprende conoscenze adeguate in merito al dolore e alle possibili cure; 3. L’istituzione di punti di riferimento: avere standard uniformi a livello di Unione Europea è una necessità primaria. Il professor Giustino Varrassi, Presidente Efic, ha affermato: “Il dolore è un problema sanitario non indifferente, che affligge milioni di persone in Europa. Per questo è fondamentale che venga affrontato non solo in termini di costi diretti per i sistemi sanitari nazionali, ma più in generale di costi pubblici, che pesano sullo Stato sociale, e di conseguenze negative per l’economia. La petizione servirà a rianimare il dialogo con l’Unione Europea e i responsabili delle politiche nazionali, affinché inseriscano l’impatto sociale del dolore in cima alle priorità della loro agenda”. Secondo il rapporto “Special Eurobarometer 272e”, pubblicato dalla Commissione Europea nel 2007, un cittadino europeo su quattro è stato affetto da dolore cronico a muscoli, articolazioni, collo e schiena per almeno tre mesi – una condizione che a sua volta ha compromesso la capacità di portare a termine le normali attività quotidiane. Tale fenomeno sottolinea la portata dell’impatto del dolore cronico sulla società di oggi e rivela un significativo squilibrio fra i vari Paesi. Inoltre, dal momento che la popolazione europea sta progressivamente invecchiando, è possibile prevedere un aumento nella frequenza e nel conseguente impatto del dolore cronico sulla società. A maggio 2010, circa 200 esperti altamente qualificati provenienti da 28 Paesi europei si sono riuniti per discutere sull’impatto sociale del dolore. In base alle osservazioni principali è emerso che, in materia di trattamento del dolore, la comunità scientifica europea non ha ancora raggiunto un ampio consenso, né acquisito conoscenze e strumenti di valutazione comuni ed efficaci. La conclusione è stata unanime: i pazienti che ricevono cure adeguate hanno un costo inferiore per la società e l’economia dei governi nazionali rispetto ai pazienti non curati. I partecipanti all’incontro di preparazione al prossimo Sip hanno accettato di aprire il dibattito sulla petizione all’interno delle proprie organizzazioni nazionali, estendendolo anche ad altre associazioni. La versione definitiva della petizione sarà presentata al Congresso “L’impatto sociale del dolore” che si terrà a maggio 2011 a Bruxelles. Www.sip-meetings.org/ |
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