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Notiziario Marketpress di
Giovedì 02 Dicembre 2010 |
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INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO DA IMPIANTI FOTOVOLTAICI ENTRO LA NORMA
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Bolzano, 2 dicembre 2010 - In base a rilevamenti eseguiti dall´Agenzia provinciale per l´ambiente gli impianti fotovoltaici installati sui tetti in Alto Adige producono dei campi elettrici e magnetici molto contenuti e riguardo agli ambienti di vita ben al di sotto dei limiti di legge. Ma, osservando delle semplici regole, è possibile arrivare ad ulteriori riduzioni e rendere le eventuali esposizioni assolutamente trascurabili. Allo scopo L’appa invita a valutare ancora in fase di progetto i campi emessi dagli impianti e di disporre i dispositivi di condu-zione e di trasformazione della corrente alternata ad una sufficiente distanza dagli ambiti lavo¬rativi o residenziali. L’agenzia provinciale per l’ambiente ha deciso di condurre dei rilevamenti in seguito a numerose ri-chieste pervenute da cittadini che hanno installato o che intendono installare pannelli fotovoltaici sui tetti di aziende o abitazioni, dubbiosi sulle possibili conseguenze in termini di inquinamento elettromagnetico. A riguardo si cita anche lo studio sull’elettrosmog eseguito nel 2009 (eseguito per - ed in collabora-zione con l’Agenzia provinciale per l’ambiente dal dott. Guido Kempter del Uct Research di Dor¬nbirn Au¬stria), che aveva evidenziato valori assolutamente entro la norma per le alte fre¬quenze (te-lefonia cellulare), mentre aveva indicato possibili problemi di inquinamento da campi magnetici alternati cre¬ati dalla corrente industriale negli ambienti di vita, fermo restando anche in questo caso il netto rispetto dei limiti previsti dalle norme nazionali (obiettivo di qualità = 3 µT o microTesla) In considerazione di questi dati, come spiega Luigi Minach, direttore dell’Appa, era stato indivi¬duato quale sito di prova un impianto a pannelli solari di grandi dimensioni (con una potenza di 350 kW) realizzato su un tetto a Prato Stelvio. I dati raccolti hanno evidenziato come la corrente continua prodotta dai pannelli solari sul tetto non creava problemi né a livello di pannelli né a livello dei cavi collettori in discesa che portano la cor-rente continua dai pannelli all’inverter per la sua trasformazione in corrente alternata industriale (a 50 Hz), come uti¬lizzata per gli elettrodomestici. Valori di campo magnetico leggermente più elevati invece, ma comunque sempre ampiamente entro i limiti di legge, si registrano, a livello di inverter e dei cavi di trasmissione della corrente alla rete di distribuzione e, nel caso di impianti più grandi, anche a livello del trasforma¬tore, utilizzato per ridurre le perdite di corrente. L’emissione di un campo magnetico, anche se contenuto, da parte di queste installazioni è normal-mente inevitabile. Minach sottolinea però, che rispettando delle semplici regole, cioè disponendo l’inverter, il trasformatore ed i cavi di tra¬smissione della corrente alla rete ad una sufficiente di-stanza dai luoghi di maggiore permanenza lavorativa o residenziale delle persone, è possibile rendere praticamente del tutto trascurabile l’esposizione al campo magnetico (inferiore a 0,2 µT). Per impianti piccoli sono sufficienti 1-2 metri di distanza, mentre per impianti più grandi, sempre in dipen¬denza della corrente prodotta, la distanza può aumentare a diversi metri. L’appa invita, pertanto, i cittadini che intendono realizzare un impianto a pannelli fotovoltaici di chiedere espressamente alle ditte di tenere conto non solo della parte tecnica, ma anche dell’aspetto radiprotezioni¬stico e, quindi, di valutare attentamente il posizionamento delle relative istallazioni secondo i criteri precedentemente indicati. Il Laboratorio di chimica fisica dell’Agenzia provinciale per l’ambiente è a disposizione per le in-formazioni del caso (Bolzano,via Amba Alagi 5, tel. 0471 41 7140, e-mail: Labchimfis@provincia.bz.it ) |
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