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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Febbraio 2011
 
   
  LA CIOCIARA DI ANNIBALE RUCCELLO TRATTO DALL’OMONIMO ROMANZO DI ALBERTO MORAVIA SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO MANZONI

 
   
  Milano, 7 febbraio 2011 - Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Bellini di Napoli è tratto dal testo di Annibale Ruccello che racconta ciò che succede ai protagonisti di Vittorio De Sica dopo l’ultima inquadratura del film. “Un testo di straordinaria contemporaneità “La Ciociara” di Annibale Ruccello – dice la regista che per la prima volta si confronta con uno spettacolo teatrale - Ci sono una madre e una figlia legate da una profonda violenza ma ci sono anche molte altre storie. Ad esempio quella del ritorno al conformismo dopo una tragedia. Dopo una guerra. Come se nulla fosse. Proprio questo mi è apparso come quello che stiamo vivendo oggi ed è stato il motivo di maggior attrazione di questa storia. La violenza subìta dalla giovane figlia mi è sembrata quella di ogni donna in ogni guerra e in ogni giorno. L’idea geniale di Ruccello è spingersi a guardare il “dopo” la vicenda – aggiunge la regista – quando ormai la guerra è lontana e si è tornati alla normalità”. Note di regia di Roberta Torre È passata la guerra e anche la violenza che le ha trafitte: una madre e una figlia oggi stanno litigando per l’acquisto di un’automobile. Così ha inizio la nostra storia. Come se nulla fosse successo, nella Ciociara di Ruccello a farla da padrone sono i Fantasmi . Fantasmi della brama di avere, possedere oggetti di consumo semplici come può essere un televisore o una macchina nuova . Qui Cesira non è più quella madre sconvolta sul ciglio della strada polverosa a chiedere pietà per la sua povera figlia violata, Rosetta non è quella che non sarà mai più come prima dopo le mani estranee sul suo corpo di bambina: il fantasma di quella violenza si è tramutato in quotidiana banalità come se nulla fosse, l’ha cambiata per sempre in modo subdolo e silenzioso. È questa la vera violenza che nella scrittura di Ruccello ci proietta in un universo dell’orrore dove tutto viene dimenticato in cambio di una normalità apparente e inquietante. È straordinariamente attuale questa Ciociara, ci parla dei nostri giorni e di mutamenti apparentemente impercettibili ma definitivi. Ci parla anche della nostra Italia e dell’oggi, come in ogni testo straordinario è anche stato profetico Annibale Ruccello. E dunque se di fantasmi si tratta ho immaginato una messa in scena che possa materializzare i ricordi e il passato, che li traduca in immagini proiettate, che li chiuda in una scatola magica che molto ricorda una vera e propria proiezione da cinema. Ed ecco quindi che il cinema e il teatro interagiscono strettamente in questa Ciociara , oggi e ieri si mescolano continuamente lasciando ai protagonisti della scena una doppia anima che li rende corpi capaci di interagire con i fantasmi. Pochi oggetti sulla scena e un mondo di proiezioni interiori e non solo: un viaggio dove ieri e oggi prendono forma e ci trascinano avanti e indietro nel tempo.  
   
 

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