Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 08 Febbraio 2011
 
   
  MADAMA BUTTERFLY QUELLO CHE IL BACO CHIAMA FINE DEL MONDO LA FARFALLA CHIAMA VITA DI G. PUCCINI MILANO, TEATRO CIAK – FABBRICA DEL VAPORE 19 E 20 FEBBRAIO

 
   
  Milano, 8 febbraio 2011 - Prosegue la stagione Lirica al Teatro Ciak Teatro dell’Opera di Milano, con Madama Butterfly di G. Puccini, attraverso le regie di Mario Riccardo Migliara. Questa anno la tournèe toccherà 12 piazze differenti, tra Lombardia, Liguria, Piemonte, Svizzera per un totale di 40 date, a dimostrazione della qualità e fidelizzazione di pubblico, che hanno reso Teatro dell’Opera di Milano, la prima compagnia itinerante di produzione di allestimenti completi di opera lirica in Italia. Punto di partenza per Mario Riccardo Migliara sono le idee ed i contenuti, che vengono analizzati e sviscerati attraverso tutti gli elementi dello spettacolo, una idea per comunicare l’Opera Lirica in modo moderno efficace sviluppando una metafora culturale, in un’ottica di Gesamtkunstwerk. In ogni produzione, si parte da un mix di elaborazione intellettuale e punto di vista del pubblico, e viene sviluppato un tema puntando sull’efficacia comunicativa del melodramma, riportando l’unico genere artistico veramente popolare al cospetto di ogni pubblico. Madama Butterfly - “Quello che il baco chiama fine del mondo, la farfalla chiama vita”. Dalle note di regia: “Se si parte dal concetto di farfalla, dalla sua breve esistenza alle sue fasi, si osserva un fenomeno tra i più singolari, ossia la vestizione e il conseguente cambio di personalità del minuscolo animale che lo esegue. La chiave di lettura di Madama Butterfly, l’Ikebana, vista nella sua trasformazione diventa nei secoli elemento letterario importante per evidenziare la difficoltà che esiste tra interiore ed esteriore, la non accettazione di qualcosa che muta o anche solo per quello che gli altri osservano e giudicano nella trasformazione e nelle nuove forme ottenute. Questi concetti diventano elementi dominanti in una regia in cui la spoliazione di una casa e gli ambienti sono delimitati da uno stagno dai colori mutevoli. Ciò che è interno alle pareti diventa esteriore; gli oggetti di una casa minuscola sono di un design povero ed essenziale, un design che fa mutare di aspetto, a seconda delle posizioni assunte dai protagonisti. Il fulcro di Butterfly sta nel gigantesco portale a griglia che rende ancora più esigua la falsa intimità della casa, nei chiaroscuri che si leggono sui volti, quasi dei segni indelebili delle loro passioni, solo velate da pareti sottili. Un ambiente che muta sia cromaticamente che a seconda di questa spaziatura, quattro ambienti che come origami racchiudono i protagonisti e le loro illusioni in una prigione impalpabile e un corollario di sentimenti collocati in una impietosa ribalta.” Giacomo Puccini per la sua sesta opera si ispirò all’omonima tragedia in un unico atto di David Belasco, a sua volta tratto da un racconto dell’americano John Luther Long, dal titolo Madama Butterfly. Iniziata nel 1901, la composizione subì numerose interruzioni e terminò soltanto nel dicembre 1903. Puccini si documentò minuziosamente sui vari elementi dell’arte orientale e venne aiutato da una nota attrice giapponese, Sada Yakko, e dalla moglie dell’ambasciatore giapponese. L’opera debuttò il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala, ma fu un clamoroso fiasco. Venne così revisionata, apportati tagli e modifiche musicali. Dopo tre mesi la Madama Butterfly , il 28 maggio 1904, venne accolta con entusiasmo al Teatro Grande di Brescia. Cominciò così la sua fortunata esistenza. Madama Butterfly è una storia di amore, dolore e lacerazione interiore: Pinkerton, ufficiale della marina degli Stati Uniti, sbarca a Nagasaki e si unisce in matrimonio, secondo le usanze locali con una geisha, Cio- Cio-san, ma la ripudia dopo un mese. Quindi torna in patria. Cio Cio San, forte del suo amore e del bimbo nato dalle nozze continua ad aspettarlo, sicura del suo ritorno. Pinkerton infatti tornerà dopo 3 anni, ma accompagnato da una giovane donna sposata negli Stati Uniti, e soltanto per riprendersi il figlio, della cui esistenza è stato messo a conoscenza dal console Sharpless. Butterfly comprende la sua illusione e decide di morire in silenzio. Quando Pinkerton, sconvolto dal rimorso, entra nella casa di Butterfly per chiedere perdono, sarà troppo tardi Note di Regia - Se si parte dal concetto di farfalla, alla sua breve esistenza e alle sue fasi, osserviamo un fenomeno tra i piu singolari: quella della vestizione e del conseguente cambio di personalita del minuscolo animale che lo esegue. La chiave di lettura di Madama Butterfly, l’Ikebana , vista nella sua trasformazione diventa nei secoli elemento letterario importante per evidenziare la difficoltà che esiste tra interiore ed esteriore, la non accettazione di qualcosa che muta o anche solo per quello che gli altri osservano e giudicano nella trasformazione e nelle nuove forme ottenute. Questi concetti diventano elementi dominanti in una regia dove la spoliazione di una casa e la determinazioni degli ambienti in una visone frontale delimitate da uno stagno dai colori mutevoli. Cio che è interno alle pareti, diventa esteriore e si manifesta con una computezza quasi rituale. Gli oggetti una casa esigua e minuscola sono di un design povero ed essenziale, un design che fa mutare di aspetto, a seconda delle posizioni assunte dai protagonisti, l’ambiente domestico che nel suo accogliere non riesce a definirsi casa . Il fulcro di butterfly sta nel gigantesco portale a griglia che rende ancora piu esigua la falsa intimità della casa, nei chiaroscuri che si leggono sui volti, quasi dei segni indelebili delle loro passioni solo velate da pareti sottili . Un ambiente che muta sia cromaticamente che a seconda di questa spaziatura, quattro ambienti che come origami racchiudono i protagonisti e le loro illusioni in una prigione impalpabile e un corollario sentimenti collocati in una impietosa ribalta. Cio Cio San Olga Kotlyarova, Andrea Ferreira; Pinkerton Nicola Rossi Giordano, Giuseppe Veneziano; Suzuky Elena Serra, Kulli Tomingas; Sharpless Lorenzo Battagion, Omar Camata; Goro Luciano Grassi; Zio Bonzo Carlo Oggioni; Principe Yamadori Ezio Pirovano; Kate Pinkerton Valentina Franceschini; Cugina Valentina Franceschini; Corale Lirica Ambrosiana Diretta da Roberto Ardigò; Orchestra Filarmonica di Milano Direttore Claudio Vadagnini; Ideazione Scenica E Regia Mario Riccardo Migliara; Realizzazione Scenografia E Attrezzeria Arti di Scena; Les Farandoles des Illusions Giostre Di Immagini Di Elena Busisi E Mario Migliara.  
   
 

<<BACK