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Notiziario Marketpress di
Martedì 08 Febbraio 2011 |
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UN PROGETTO RIVELA LA COMPLESSITÀ DEL PROBLEMA DEL GROOMING ONLINE
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Bruxelles, 8 febbraio 2011 - Una nuova ricerca finanziata dall´Ue rivela che i predatori sessuali usano Internet per avvicinare o adescare con il grooming giovani vittime di cui abusare; mentre sono maggiormente esposti al pericolo del grooming online quei bambini che utilizzano per il proprio profilo nomi sessualmente connotati e sono meno riservati durante la navigazione in rete. Studi precedenti sugli abusi sessuali sui minori hanno scoperto che gli aggressori impiegavano mesi a cercare di entrare in confidenza con il minore, forse addirittura avvicinandone la famiglia. Internet oggi ha cambiato le cose. Gli aggressori possono scegliere e selezionare la vittima da un´ampia base di giovanissimi. L´european Online Grooming Project, finanziato nell´ambito del programma per un uso più sicuro di internet (Safer Internet Plus) della Commissione europea, vuole sensibilizzare l´opinione pubblica sul grooming online ed educare i minori ad usare internet in modo sicuro. Dopo aver identificato tre tipi di adescatori che praticano il "grooming", i partner del progetto affermano che è necessaria una legislazione a livello europeo per contrastare la minaccia che rappresentano per la collettività, evidenziando che "Internet non ha confini geografici". I ricercatori hanno studiato il problema intervistando adescatori online condannati in Belgio, Italia, Norvegia e nel Regno Unito. Coordinato dal National Centre for Social Research (Natcen) nel Regno Unito, i primi risultati del progetto mostrano che gli aggressori presentano comportamenti molto diversi. Esistono almeno tre diversi tipi di groomer, classificabili in base a: "affezione distorta", "aggressore adattabile" "ipersessuale". "Questo nuovo studio rappresenta un importante avvertimento perché molto deve essere fatto ancora per aiutare i più giovani a navigare sicuri in rete", sottolinea Stephen Webster di Natcen. "L´adozione del cosiddetto ´panic button´ da parte dei siti di social networking e il lavoro svolto per sensibilizzare i giovani sui rischi che corrono in rete sono deterrenti eccellenti, ma questo studio ci svela che l´adozione di una soluzione unica per tutti i casi non è più sufficiente. Vogliamo che la presentazione di questi risultati segni l´inizio di una nuova fase nel modo in cui affrontiamo questo problema". L´affezione distorta si riferisce a un aggressore che ritiene di aver avviato una relazione romantica e consensuale con la giovane vittima che sta adescando. Contrariamente a quanto pensa la maggior parte della gente, questo aggressore svela la propria identità alla vittima e non usa immagini pedopornografiche. Impiega una grande quantità di tempo per entrare in confidenza con la vittima prima di incontrarla di persona. L´aggressore adattabile usa molte identità in rete, adeguando il suo stile di adescamento in base ai suoi fini. Questo aggressore potrebbe ricorrere a immagini pornografiche ma è portato a considerare sessualmente matura la persona che sta adescando. Non sempre il suo obiettivo è quello di incontrare la giovane vittima di persona. L´aggressore ipersessuale si concentra sulla condivisione e l´ottenimento di un numero significativo di immagini pedopornografiche. Questo adescatore fa spesso parte di una rete online di aggressori sessuali, ma è molto poco o per nulla interessato a incontrare la vittima di persona. Secondo i ricercatori è probabile che questo tipo di groomer usi diverse identità o un nome di profilo e foto sessualmente esplicite per stabilire rapidamente un contatto con il minore. Per i partner del progetto questo problema può essere affrontato contrastando l´effetto disinibitorio che l´ambiente virtuale esercita sugli adescatori e sui giovani. "Dobbiamo prendere coscienza del fatto che l´ambiente virtuale rimuove i freni inibitori sia dei giovani che degli adulti e che i giovani assumono determinati atteggiamenti sessuali molto prima rispetto al passato", spiega Webster, che è responsabile della squadra Crimine e giustizia del Natcen. "L´esperienza rivela che alcuni giovani fanno inconsapevolmente il gioco degli adescatori online scegliendo nomi di profilo sessualmente connotati e assumendo determinati comportamenti sessuali con persone che incontrano in rete". La professoressa Antonia Bifulco della Kingston University di Londra, Regno Unito, che ha partecipato al progetto, spiega: "I più giovani devono essere istruiti perché imparino come comportarsi in modo adeguato in rete, facendo leva sul lavoro svolto dal Child Exploitation and Online Protection Centre e da Childnet. Una delle scoperte più preoccupanti riguarda la quantità di giovani che usano nomi sessualmente connotati e foto esplicite. Spesso non si accorgono che queste foto entreranno nel cyberspazio dove resteranno a lungo, fungendo da calamita per gli adescatori". Per maggiori informazioni, visitare: European Online Grooming Project http://www.Europeanonlinegroomingproject.com/ Progetto "Safer Internet Plus": http://ec.Europa.eu/information_society/activities/sip/index_en.htm National Centre for Social Research: http://www.Natcen.ac.uk/ Kingston University London: http://www.Kingston.ac.uk/ |
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