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Notiziario Marketpress di
Venerdì 11 Febbraio 2011 |
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PROGETTO BAITE CLEANTECH, IN TRENTINO IL PRIMO CONFRONTO PUBBLICO L’ EDILIZIA RURALE GIÀ DISPONIBILE (LE BAITE) UN POSSIBILE VOLANO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE IN CHIAVE TURISTICA.
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Mercoledì 9 febbraio, nell´aula magna del polo universitario "F. Ferrari" in via Sommarive, a Povo, si è svolto il primo atteso confronto pubblico sulle baite cleantech in Trentino. L´appuntamento era per alle ore 17.00 con il saluto di Marco Tubino. Quindi l´introduzione dell´assessore all´urbanistica ed enti locali della Provincia autonoma di Trento , Mauro Gilmozzi. Il progetto Baite è stato poi presentato da Diego Loner, dirigente dell´Incarico speciale per la promozione dei distretti tecnologici e per il programma di legislatura. Agli architetti Matteo Thun e Carlo Ratti toccherà invece illustrare rispettivamente il progetto baita Vanoi e il progetto baita Chiese. Poi, dopo le domande e la discussione, le conclusioni dell´assessore Gilmozzi. Il coordinamento dell’intero progetto "baite cleantech" è in capo alla Provincia autonoma di Trento, attraverso l’Incarico speciale per la promozione dei distretti tecnologici e per il programma di legislatura, mentre l’attuazione di alcuni aspetti operativi è stata affidata a Trentino sviluppo, che agisce secondo specifiche indicazioni ed indirizzi della Giunta. Per le funzioni di indirizzo, consultive e di monitoraggio delle attività, è stato inoltre costituito un gruppo di lavoro interdisciplinare, coordinato dal dirigente dell’Incarico speciale per la promozione dei distretti tecnologici e per il programma di legislatura, e composto da professionalità interne alla Provincia, all’Università degli studi di Trento e alla Fondazione Bruno Kessler. Per i progetti di recupero delle due baite sono stati individuati professionisti con qualificanti esperienze maturate e comprovata professionalità acquisita nel campo dell’architettura sostenibile, del design e delle innovazioni tecnologiche: si tratta dell´architetto Matteo Thun, con studio in Milano e dell´ingegner Carlo Ratti, con studio in Torino. Il progetto Baite - a cura dell´Assessorato all´urbanistica e agli enti locali della Provincia autonoma di Trento - è stato predisposto in particolare grazie alle sollecitazioni e alle esigenze emerse dai territori delle valli dei Mocheni-bersntol, Tesino, Vanoi e Chiese. Tutti territori accomunati da potenzialità turistiche non compiutamente espresse e che hanno individuato nel patrimonio di edilizia rurale disponibile (le baite, appunto) un possibile volano per lo sviluppo sostenibile in chiave turistica. Il progetto punta quindi al recupero, alla conservazione e alla valorizzazione di un limitato numero di edifici del patrimonio rurale tradizionale esistente. Un recupero da farsi con l’utilizzo di sistemi e tecnologie innovative in materia di informazione e comunicazione, di edilizia sostenibile e di energie rinnovabili, per un loro utilizzo a fini turistici e con la proposta di un’offerta ricettiva innovativa, capace di rispondere ad una domanda che è sempre più attenta alle forme di turismo eco-sostenibile. Per la realizzazione di questo progetto è necessario il coinvolgimento di diversi saperi, da quelli tradizionali di usi e abitudini delle comunità, a quelli istituzionali fino a quelli tecnologici. Parlare di baite cleantech significa dunque puntare a diversi risultati. Si va dallo sviluppo di alcune aree sottoutilizzate del Trentino ad alta potenzialità turistica alla tutela dell´architettura tradizionale montana; si passa dal presidio dell´ambiente, attraverso il recupero della funzionalità di queste strutture in relazione all’ambiente e al territorio alla dotazione di strutture di sistemi e tecnologie innovative tali da garantire la massima indipendenza possibile dal punto di vista energetico. Non ultimo: si punta alla creazione di un nuovo modello di progettazione, intervento e gestione sostenibile di strutture montane. Il progetto, pertanto, sta sempre più assumendo caratteristiche che lo identificano come uno dei nuovi paradigmi in grado di conciliare salvaguardia dell’ambiente e sviluppo sostenibile. Proprio per queste ragioni, la realizzazione del progetto necessita sempre più di una visione condivisa e concertata con la comunità locale. La delicatezza del tema e l’interesse fin qui manifestato hanno portato alla decisione di un primo momento pubblico di confronto. D´altronde proprio la legge provinciale sugli interventi per la valorizzazione del patrimonio di edilizia tradizionale esistente con l´impiego di sistemi e tecnologie innovativi, ha definito il quadro normativo per la realizzazione del progetto. In questa prima fase è prevista la realizzazione di due interventi dimostrativi su edifici di proprietà pubblica, uno nella valle del Vanoi e uno nella valle del Chiese, con la proposta di soluzioni tecnologiche alternative, in modo che le baite così recuperate abbiano il soddisfacimento del fabbisogno energetico e rendano visibili nel contempo le modalità di intervento dal punto di vista architettonico. La prima fase di attuazione del progetto prevede l´individuazione dei due immobili oggetto dell’intervento; l´affidamento degli incarichi di progettazione a architetti di chiara fama per il recupero delle due baite (entro il 2011); il censimento e la schedatura del patrimonio disponibile, sulla base di manifestazioni d’interesse dei proprietari; l´emanazione di un bando pubblico per l’individuazione degli immobili (si calcola che siano circa 120) che saranno oggetto di intervento nella seconda fase del progetto (entro il 2012). |
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