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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Marzo 2011
 
   
  OGM, VENETO: IL NO DELLE REGIONI ITALIANE IGNORATO DALLA BUROCRAZIA MINISTERIALE

 
   
  Venezia - “Per me la Costituzione non è un documento d’intenti ma la legge fondamentale, che tra l’altro in materia agricola attribuisce alle Regioni competenza esclusiva. E sugli Ogm le Regioni, cioè le rappresentanze istituzionali politiche e territoriali deputate in materia, sono state chiare e unanimi, senza se, ma o distinguo: assoluta contrarietà rispetto alla autorizzazione della coltivazione degli organismi geneticamente modificati sul territorio nazionale”. Lo ha ricordato l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, spiegando che “spiace constatare come gli uffici ministeriali intendano liquidare la questione come se si trattasse di un cavillo burocratico. Sulle Linee guida di coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificata, Regioni e Province autonome, tenuto conto dei nuovi orientamenti emersi e delle proposte normative avanzate a livello comunitario, hanno considerato la questione, ‘nel merito tecnico e giuridico superata’ dai nuovi orientamenti proposti dalla Commissione Europea’. E dal momento che la normativa europea non si può dunque considerare quindi, non è obbligatorio permettere coltivazioni ogm e le linee guida non sono necessarie”. “E invece la burocrazia ministeriale non solo fa finta di nulla, ma ventila anche l’utilizzo del potere sostitutivo dello Stato su quanto deciso unanimemente dalle Regioni, senza neppure badare al fatto che il ministero cui quell’ufficio fa riferimento sopravvive per altri compiti, di fronte a più referendum popolari che l’avevano abrogato proprio per questa voglia di sovrapporsi”. “A chi non conoscesse i risvolti della questione – ha aggiunto Manzato – faccio presente che dal Ministero è partita per la Presidenza del Consiglio dei Ministri una lettera che richiama la necessità di adottare linee di coesistenza, ignorando quanto avviene a livello comunitario e sostenendo che le Regioni stanno provocando ritardo alle procedure tanto da preoccupare il Ministero, che si appella appunto all’ipotesi di intervenire con l’‘eventuale attivazione del potere sostitutivo’” “A Roma farebbero bene invece a ricordarsi che l’agricoltura nazionale siamo noi, le Regioni con le loro imprese. Semmai è materia di legislazione concorrente quella relativa ai rapporti delle Regioni con l’Unione europea, dove l’Italia deve sostenere la nostra posizione, non il contrario. Mi auguro che, su questo, il Ministro batta i pugni a Bruxelles perché i nuovi orientamenti europei in materia trovino un rapida formazione, non per fermarli. Qui non si tratta di libertà di commercio, ma di lungimiranza e di salvaguardia della nostra libertà e della nostra identità, rispetto ad una sudditanza che potrebbe persino apparire sospetta”.  
   
 

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