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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Marzo 2011
 
   
  A MILANO I PRIMI GIARDINI DELLA SALUTE, I CITTADINI POSSONO CONTRIBUIRE ACQUISTANDO GLI ALBERI ANALLERGICI

 
   
  Milano, 15 marzo 2011 - A una settimana dall´inizio della primavera, l´Assessorato alla Salute del Comune ha presentato i primi giardini anallergici del progetto “Milano Allergy Free - Dona una pianta anallergenica a Milano”, una novità non solo a livello italiano, ma anche europeo. Parchi, questi, rarissimi in tutto il mondo. “Milano ha bisogno di verde, ma di verde sano non allergenico ed è per questa ragione - spiega l´assessore alla Salute Giampaolo Landi - che ho deciso di lanciare questa iniziativa in collaborazione con Fisma (Fondazione Internazionale per le Scienze Mediche e Allergologiche) che si potrà realizzerà nel corso del 2011 con il sostegno scientifico di allergologi, di esperti agronomi e di architetti del verde. Chiedo ai cittadini di Milano di darmi una mano a realizzare tanti piccoli siti verdi di piante non allergeniche (i Giardini della Salute). Entrando da oggi nel sito www.Milanoallergyfree.it si possono acquistare alberi interi, o solo una parte o degli arbusti e si rimane costantemente aggiornati sullo sviluppo dell´albero adottato”. Proprio come faranno l’Interact Milano San Babila-arco della Pace, i cui associati sono ragazzi dai 14 ai 18 anni, ed i due Rotary Club Milano San Babila e Milano Arco della Pace che hanno adottato il Giardino della Salute di largo dei Gelsomini, il primo giardino non allergenico a Milano progettato da un gruppo di esperti (allergologi, botanici, e agrari). Altri giardini saranno realizzati in tutte le zone di Milano: il secondo sarà in piazza Udine e già adesso è possibile collegandosi al sito www.Milanoallergyfree.it consultare il progetto e acquistare le piante non allergeniche. Altri spazi di verde anallergico seguiranno a breve in altre zone, in via Sulmona e in via Marco D’agrate. Altre aree saranno mano a mano individuate e progettate. In questo modo è possibile rendere più vivibile e bella la nostra città, progettando e realizzando un’espansione del verde cittadino e nello stesso tempo salvaguardare i tanti cittadini allergici da un ulteriore aumento dell’esposizione al polline allergenico”. Le piante potranno essere acquistate con un semplice click sul link dell’Associazione Florovivaisti della Lombardia che si incaricherà di reperirle presso i propri associati, di trasportarle, di piantumarle nelle aree designate e di curarne la manutenzione per il primo anno, il più delicato per la loro sopravvivenza. Dal secondo anno in poi la manutenzione sarà a totale carico del Comune. Il costo indicato per ciascuna pianta è quindi maggiorato del costo del trasporto, della piantumazione e della manutenzione ed è comprensivo dell’Iva. Una volta fatto il versamento il cittadino riceverà per e-mail la ricevuta dell’avvenuto pagamento e il suo nome sarà inserito nell’elenco dei donatori presente nel sito Milano Allergy Free. È possibile anche solo donare un contributo parziale all’acquisto di una pianta non allergenica che sarà quindi comperata con il concorso di più cittadini. “L’assessorato alla Salute, in un quadro di prevenzione e di promozione di una cultura ambientale (binomio benessere-verde cittadino) - precisa Landi - ha posto una particolare attenzione alle allergie e ai fenomeni allergici, che provocano sintomi anche invalidanti (riniti, asma e congiuntiviti) in un numero crescente di cittadini. Le allergie si manifestano soprattutto in primavera, ma ci sono anche casi ´fuori stagione´, è il caso dell’ambrosia, una pianta non europea e neppure italiana giunta qui con il traffico aereo e lungo le rotte commerciali, che fiorisce tra agosto e settembre e provoca una vera e propria epidemia di rinite. Rinite e asma rappresentano circa il 75% dei disturbi allergici di cui soffre almeno il 10% degli abitanti dei Paesi industrializzati, una percentuale in crescita, soprattutto per quanto riguarda l’asma bronchiale, una delle patologie definite ´croniche´ che secondo l’Oms entro il 2015 aumenteranno del 20%". "Si stima che nella Comunità Europea il 20% degli allergici sia in età pediatrica: 1 bambino su 4. Da una ricerca recente svolta in Germania, Austria e Svizzera su un campione di 34mila e 500 bambini di età compresa fra i 6 e i 12 anni è emerso che i fenomeni allergici sono significativamente meno frequenti nei bambini che vivono in fattoria e non in città entro i primi 3 anni di vita. Questa prima fase di lavoro ci ha motivati ad allargare il ragionamento e a pensare un piano d’azione più ampio: moltissime piante sono killer inconsapevoli delle mucose del naso e della gola dei cittadini milanesi, anche nei parchi dove si cerca refrigerio dal sole e dall’inquinamento atmosferico quando sboccia la primavera. Un parco, lungi dall’essere spazio di ristoro e serenità, per gli allergici è un inferno di pollini e allergeni". A Milano almeno 450mila persone (il 35% della popolazione) soffrono di riniti e asma stagionali. L’ambrosia è una pianta che provoca fenomeni allergici anche molto violenti al 3% dei milanesi (39mila persone). Il 26% di chi soffre di allergia da ambrosia ha la rinite e il 29% la congiuntivite. I bambini milanesi allergici sono almeno 100mila (tra il 25 e il 30% della popolazione). "Il nostro obiettivo - aggiunge Landi - è costituire dei parchi allergy free (I Giardini della Salute), ossia delle aree verdi piantumate con alberi a bassissimo rischio di allergia donati dai cittadini tramite l’Associazione Italiana Vivaisti. Zone dedicate alla salute del respiro, in cui intendiamo estendere anche il divieto di fumo. Sono state individuate alcune linee guida che analizzano la capacità allergizzante di piante e arbusti, considerando anche le loro caratteristiche di adattamento alle diverse situazioni urbanistiche”. “Abbiamo pensato - conclude Landi - che questo ´manuale del buon giardiniere´ potrà essere in futuro un importante strumento per quanti nelle città si occupano di verde urbano (amministratori pubblici, urbanisti, architetti del verde, vivaisti, proprietari di giardini e giardinieri)”. Il coordinamento del progetto “Milano Allergy Free - Dona una pianta non allergenica a Milano” è stato affidato alla Fondazione Fisma Onlus. "La pollinosi - dichiara il presidente, professor Claudio Ortolani - colpisce circa il 15% della popolazione e si accompagna ad asma in circa la metà dei soggetti colpiti. Paradossalmente questa malattia stagionale che dovrebbe riguardare gli abitanti delle aree rurali, ricche di vegetazione, piuttosto che quelli che risiedono in aree urbane, invase dal cemento, colpisce di più chi vive in città. Ciò dipende da una serie di fattori. In primo luogo, la scelta delle piante per le aree verdi cittadine, pubbliche e private, in passato è stata attuata senza tener conto dell’aspetto allergenicità. A Milano, ad esempio, non solo vi sono molti carpini, piante autoctone e quindi a ben diritto presenti, ma anche betulle, noccioli, frassini, cipressi, scelte anche per motivi ornamentali. Più recentemente si è sviluppata la tendenza a piantare specie arboree estranee al territorio, come l’olivo, o addirittura esotiche, come la Criptomeria japonica. Nella stagione primaverile – estiva nell’aria della città è quindi presente un cocktail pericoloso di pollini allergenici. Un altro fattore è dato dall´aumento della potenza allergenica conseguente all’inquinamento atmosferico. Per l’effetto serra, in città si riscontrano più alte temperature medie e concentrazioni atmosferiche medie di Co2 più elevate rispetto alle aree rurali. Ne consegue che, rispetto alla campagna, in città le piante si sviluppano maggiormente, producono una quantità superiore di polline e hanno un periodo di pollinazione più prolungato. Il polline in queste condizioni ambientali contiene una maggiore concentrazioni di allergeni rispetto a quello delle aree rurali ed è quindi più pericoloso per gli allergici". "La presenza nell’aria cittadina di elevate concentrazioni di polveri sottili (Pm 2,5) - aggiunge Ortolani - è un altro fattore che favorisce la sensibilizzazione allergica ai pollini e l’aggravamento della sintomatologia asmatica perché le proteine allergeniche si coniugano con il particolato raggiungendo, così, facilmente i bronchioli e gli alveoli polmonari. Infine, in città sono presenti molte specie arboree i cui pollini sono per sé poco allergenici, ma se si liberano in un’atmosfera già ricca di pollini molto allergenici e di particolato sottile, determinano un ulteriore aggravamento dello stato di salute degli allergici. Piante con queste caratteristiche sono ad esempio il tiglio, il faggio, il platano. L’assessorato alla Salute dal Comune di Milano si è impegnato in un’azione correttiva di questa situazione che può essere pericolosa per la salute dei cittadini. Si è convenuto, quindi, di dare un segnale importante per influenzare l’opinione pubblica e orientare scientificamente le future scelte degli addetti alle nuove piantagioni cittadine verso specie non dotate di rilevante allergenicità”. “Una maggiore conoscenza di queste problematiche - sottolinea Mario Previdi, responsabile della Struttura di Allergologia Ambientale, Dipartimento di Prevenzione della Fondazione Irccs Cà Granda Policlinico - dovrebbe orientare gli Enti Pubblici ad andare oltre le indicazioni dell’eradicazione delle erbe allergeniche favorendo, nel contempo, la piantagione di alberi compatibili con la salute dei cittadini. E’ nostra convinzione che la convergenza di conoscenze diversificate, e quindi anche mediche, debba essere applicata in funzione degli ambiti territoriali e degli obiettivi di salute da tutelare. E’ infatti necessario indirizzare gli addetti alla progettazione del verde verso una scelta che non porti alla introduzione di alberi in grado di produrre molecole dannose per la salute pubblica. In realtà lo scopo dovrebbe essere più ambizioso: si dovrebbe mirare ad individuare alberi che abbattano il particolato inquinante anziché renderlo più aggressivo. Infatti le particelle ultrafini presenti in atmosfera possono svolgere un importante effetto negativo sul polline che, in zone pesantemente inquinate, può incrementare l’esposizione, la concentrazione e l’attività biologica allergenica”. “Il primo giardino anallergenico di Milano in largo Gelsomini - aggiunge Giovanni Sala, fondatore del gruppo Land - rappresenta un ´piccolo´ ma significativo tassello di un più complesso e articolato mosaico che l´Assessorato alla Salute del Comune di Milano, assieme ad altri soggetti pubblici e privati, sta costruendo per far sì che la nostra città diventi sempre più verde, più vivibile e più bella. Il progetto dei giardini anallergenici può rappresentare un contributo significativo alla strategia urbana dei Raggi Verdi lanciata qualche anno fa dall’Associazione Interessi Metropolitani e fatta propria dal Comune di Milano che l´ha recepita nel Piano di Governo del Territorio recentemente approvato dal Consiglio comunale. Questo primo intervento trova anche un importante riferimento nella Carta delle Green City, sottoscritta a giugno dell’anno scorso da tutte le Green Cityeuropee convenute a Milano per il loro primo Forum europeo. Questo modello di collaborazione tra ente pubblico e società civile, che mira a recuperare e valorizzare lo spazio pubblico, è pronto da esportare in altre realtà urbane italiane. Ciò anche grazie al fatto che questo tipo di intervento è perfettamente riferibile alla filosofia di Expo 2015 e alle buone pratiche individuate da Expo Verde".  
   
 

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