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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Marzo 2011
 
   
  SICILIA/UE: IL PIL REGIONALE AL DI SOTTO DELLA SOGLIA DEL 75%

 
   
  Bruxelles, 21 marzo 2011 - Nel 2008 il prodotto interno lordo (espresso in termini di potere dŽacquisto) nella media dellŽUe a 27, va dal valore minimo del 28 per cento (registrato nella regione di Severozapaden nel nord della Bulgaria)al 343 per cento del centro di Londra. La Sicilia si conferma, con Calabria e Campania, agli ultimi posti per ricchezza prodotta in Italia, con un indice del 66 per cento. I dati elaborati da Eurostat, e appena diffusi, non lasciano dubbi sulla distribuzione della ricchezza nelle 271 regioni europee. Le aree che guidano la classifica del prodotto interno lordo per abitante nel 2008 vedono in testa il centro di Londra (343%), il gran ducato del Lussemburgo (279%), la regione di Bruxelles (216%), Groningen nei Paesi Bassi (198%), Amburgo in Germania (188%) e Praga in Cecoslovacchia (172%). Quaranta regioni superano il 125 per cento del livello: dieci in Germania, cinque in Olanda, quattro in Austria e in Gran Bretagna, tre in Spagna e Italia, due in Belgio e Finlandia, solo una regione nella Repubblica Ceca, Danimarca, Irlanda, Francia, Slovacchia, Svezia e Lussemburgo. Le regioni che fanno segnare i dati piuŽ bassi sono tutte in Bulgaria e Romania. Il record spetta alla regione di Severozapaden nel nord ovest della Bulgaria (28%), seguita dal nord est della Romania (29%). Le regioni di Severen e di Yuzhen, al centro della Bulgaria raggiungono lŽindice del 30%. Sessantaquattro regioni hanno indici al dik sotto del 75 per cento. Quindici sono in Polonia, sette nella repubblica Ceca e in Romania, sei in Bulgaria e Romania, quattro in Italia e Portogallo, tre in Grecia, Francia e Slovacchia, due in Gran Bretagna, una in Spagna, Estonia, Lettonia e Lituania. Le regioni italiane non figurano neŽ tra le venti piuŽ ricche, neŽ tra le venti piuŽ povere. Tutte le regioni del centro nord - tranne lŽUmbria ferma al 97 per cento - fanno segnare indici superiori a 100. Si va, dal 106 delle Marche al 137 di Bolzano, seguito dal 143 della Lombardia. Emilia Romagna al 127, Lazio a 123. Tutti al di sotto di 100 gli indici delle regioni meridionali. Campania, Sicilia e Calabria fanno segnare il risultato piuŽ basso, il 66 per cento. La Puglia al 67. Si sta meglio in Abruzzo (85 per cento), in Molise (80 per cento) e in Basilicata (76 per cento). I dati diffusi da Eurostat hanno una rilevanza che va oltre la pura statistica. La rilevazione dei dati riferiti al 2008 eŽ infatti quella che nelle prossime settimane influiraŽ sulle scelte della Commissione sulla politica di coesione. Sui criteri cioeŽ che saranno seguiti nelle politiche di sviluppo e, soprattutto, nella spesa del budget europeo. La logica seguita fino a questo momento eŽ stata quella di indirizzare il maggior flusso di risorse comunitarie verso quelle regioni europee meno ricche, utilizzando come "spartiacque" statistico lŽindice del 75 per cento della media del prodotto interno lordo Ue. Secondo questa impostazione, che moltissimi vorrebbero cambiare giaŽ nel nuovo periodo di programmazione europea, che va dal 2013 al 2020, le uniche regioni italiane ancora nei parametri del cosiddetto "obiettivo convergenza" sarebbero: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Nel periodo di programmazione 2007-2013, la Basilicata ha usufruito di un regime agevolato di "phasing-out", in considerazione del fatto che la media del pil regionale sarebbe stata al di sotto del 75 per cento, con unŽanalisi economica limitata ai 15 stati precedenti allŽallargamento. La Sardegna, fino al 2013 saraŽ inserita nelle regioni del cosiddetto obiettivo "competitivitaŽ regionale e occupazione", che godono di agevolazioni per la "phasing-in": regioni che sono uscite dallŽobiettivo convergenza e si trovano in una fase di primo inserimento tra le regioni piuŽ ricche.  
   
 

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