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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Marzo 2011
 
   
  VENERE: DIRETTORE MUSEO AIDONE, "STATUA MONTATA ENTRO GIOVEDIŽ"

 
   
  Palermo, 21 marzo 2011 - "Il montaggio della Venere comincia oggi EŽ il direttore del museo archeologico di Aidone, Enrico Caruso, a svelare i prossimi passaggi prima dellŽinaugurazione e dellŽapertura al pubblico della nuova sala in cui saraŽ esposta la statua proveniente dal Getty. "Sabato la Venere - spiega Caruso - saraŽ a Aidone, da lunediŽ partiranno le operazioni di montaggio. Contiamo di posizionare la statua nella sua sede definitiva in un paio di giorni, al massimo entro giovediŽ". Tutto pronto, dunque, al museo di Aidone, come conferma lo stesso Caruso: "Ci sono alcuni dettagli da definire - spiega - ma ci siamo preparati al meglio. Ai visitatori proporremo un abbinamento suggestivo. Nella sala che ospiteraŽ la Venere ci saraŽ anche unŽaltra statua, quella di una musa, datata terzo secolo. Proprio dal confronto con il materiale con cui eŽ stata realizzata questa opera, gli studiosi sono riusciti a stabilire che la Venere e la musa provenivano dalla stessa zona della Sicilia". Caruso ha sottolineato anche "la grande disponibilitaŽ dei responsabili del Getty. A giugno torneremo a Los Angeles percheŽ, nellŽambito degli scambi previsti dalla convenzione per la restituzione delle opere trafugate, porteremo negli Stati Uniti una collezione di oggetti provenienti da Morgantina che saranno collocati al posto della Venere nella sala degli Dei del museo californiano". La "Afrodite" o Venere di Morgantina fu trafugata nel sito archeologico nei pressi di Aidone (En), tra il 1970 e il 1980, verosimilmente in localitaŽ San Francesco Bisconti, area contrassegnata dalla presenza di sacelli arcaici (piccole aree recintate e senza coperture, situate intorno ad un altare) e da rinvenimenti di frammenti di statue in terracotta a grandezza naturale. Agli inizi degli anni Ž80 la statua, tranciata in tra parti, fu venduta dal ricettatore ticinese Renzo Canavesi al londinese Robin Symes, che nel 1986 la rivendette al Paul Getty Museum. LŽaccordo siglato a Roma, il 25 settembre del 2007, tra il ministero dei Beni Culturali, lŽassessorato dei Beni culturali della Sicilia e il Getty ha concluso la lunga e complessa vicenda giudiziaria e diplomatica. Il museo americano ha riconosciuto la fondatezza dellŽazione del Governo italiano grazie anche alle analisi che hanno dimostrato che il tufo dal quale la statua eŽ stata ricavata proviene dallŽarea archeologica del fiume Irminio. La Venere eŽ alta 2,20 metri e si presenta con il corpo panneggiato e con tracce di pigmenti rossi, blu e rosa. Per le parti nude del corpo - viso e braccia - eŽ stato utilizzato marmo bianco dellŽisola di Paro. Per lŽuso di diversi materiali, la tecnica utilizzata eŽ la "pseudo-acrolitica", giaŽ sperimentata in Magna Grecia e soprattutto in Sicilia, anche per la realizzazione delle metope del tempio E di Selinunte (450 a.C.) Il rendimento del corpo e del panneggio rivela profonde influenze dello "stile ricco" e potrebbe essere stata scolpita in Sicilia da un artista attico della cerchia di Fidia. Essendo lavorata da tutti i lati la statua fu realizzata per essere esposta al centro di un ambiente, a tuttŽoggi non identificato. Il confronto piuŽ immediato con la Venere eŽ quello con unŽAfrodite dellŽAgoraŽ di Atene (circa 410 a.C.) e tuttavia, dopo lŽidentificazione della statua, da parte degli esperti del Getty Museum come "Probably Afrodite" gli studiosi hanno riconosciuto in essa Demetra o Kore. Campagne di scavo condotte negli anni Ž80 dalla Soprintendenza archeologica di Agrigento, allora competente per territorio, confermarono oltre che a Morgantina, la presenza di unŽarea sacra in localitaŽ Cozzo Matrice, nei pressi del lago di Pergusa, dove le fonti storiche dello stesso periodo localizzavano il mitico rapimento di Kore da parte di Ades, dio degli Inferi.  
   
 

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