MONITORAGGIO SITI INQUINATI. VENDOLA FIRMA CONVENZIONE CON FORZE DELL´ORDINE
Bari, 30 marzo 2011 - “Siamo orgogliosi oggi di presentare dati così importanti e così confortanti. Siamo orgogliosi perché la regione Puglia aveva una realtà largamente sommersa con poca attenzione repressiva nei confronti dei reati ambientali. Oggi sottoscriviamo e finanziamo per il quinto anno consecutivo un protocollo considerato un punto di riferimento e un modello organizzativo per tutta l’Italia”. Lo ha detto il presidente della regione Puglia Nichi Vendola nel corso della conferenza stampa per la sottoscrizione del protocollo “Azioni di monitoraggio dei siti inquinati nel territorio della regione Puglia, a completamento delle attività in corso nell’ambito della convezione quadro tra regione Puglia e Forze dell’Ordine”. Al tavolo, per la firma, oltre al presidente Vendola, l’assessore competente Lorenzo Nicastro e i rappresentanti del Comando regionale della Guardia di Finanza, del Comando Tutela ambientale dei Carabinieri, del Corpo forestale dello stato, dell’Arpa Puglia e del Cnr. “Soggetti - ha sottolineato il presidente Vendola - che hanno messo in piedi un modello esemplare di monitoraggio del territorio per colpire tutto ciò che reca un danno o una ferita al nostro territorio. Si tratta di continuare a sviluppare un modello di coordinamento tra tutti gli attori e di essere capace di una repressione intelligente. Se oggi gli apparati repressivi dispongono di tecnologie informatiche satellitari possono colpire quasi in tempo reale chi ha commesso un reato ambientale”. Il problema oggi in Italia è che non solo il reato ambientale non desta allarme sociale ma anche che le leggi sono assolutamente carenti. “Per un mafioso è molto più semplice - ha detto Vendola - diventare un eco mafioso che non un trafficante di droga perché i reati ambientali opere sono al massimo contravvenzionati. I reati ambientali sembrano delle semplici marachelle e invece sono reati che mettono a rischio la nostra salute e recano un pregiudizio grave al nostro paesaggio e alla nostra vita. Noi chiediamo che il legislatore modifichi e renda più pregnante e più efficace la repressione nei confronti dei reati ambientali”. Anche l’assessore competente Lorenzo Nicastro ha insistito sulla necessità che il legislatore nazionale modifichi le norme. “Dobbiamo considerare – ha detto Nicastro – i crimini ambientali come rapine a mano armata o episodi di narcotraffico, reati puniti con pene durissime. Solo in questo modo possiamo disincentivare gli episodi criminosi che aggrediscono l’ambiente.