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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Aprile 2011
 
   
  CONSULTORI IN LOMBARDIA: AMPLIARE LE LORO COMPETENZE L´OBIETTIVO È CHE DIVENTINO CENTRI DI AIUTO PER LE FAMIGLIE

 
   
  Milano, 4 marzo 2011 - Rendere i consultori pubblici e privati centri di primo livello e punti di riferimento per qualsiasi nucleo familiare che cerchi aiuto per problemi di tipo educativo, pedagogico, relazionale o di cura in senso lato. E´ questo l´obiettivo del lavoro che Regione Lombardia sta svolgendo nell´ambito del più ampio progetto di riforma del welfare, promosso dall´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale della Regione Lombardia Giulio Boscagli. ´I consultori - ha spiegato oggi Boscagli, intervenendo al convegno, promosso dalla Confederazione Italiana Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana e dalla stessa Regione, ospitato a Palazzo Pirelli - possono svolgere un compito ben più ampio della importante funzione socio-sanitaria che già sviluppano, un ruolo sociale nel senso pieno del termine, di orientamento e di accompagnamento alla famiglia in difficoltà, di sostegno e di affiancamento ai suoi diversi componenti rispetto a un largo spettro di problematiche´. Una prima sperimentazione in questo senso, in almeno due consultori per Asl, è prevista già per l´anno in corso. ´L´idea di fondo - ha proseguito Boscagli - è la creazione di una rete capillare di supporto alle famiglie, attorno a cui si muovano, operando in stretta collaborazione, tutti i soggetti: consultori pubblici e privati, Asl, reparti ospedalieri di maternità e pediatria, Centri di aiuto alla vita, Tribunali dei minori, Comuni, Associazioni Familiari. Per il 2011 le regole di sistema prevedono quindi la stesura di protocolli operativi di collaborazione tra tutti questi attori sociali e istituzionali´. Particolarmente positiva si sta rivelando anche l´esperienza del Fondo Nasko, che fa proprio della collaborazione tra i consultori e i Cav uno dei suoi punti caratterizzanti. ´Non si può parlare di centralità della famiglia - ha aggiunto l´assessore - senza arrivare a sostenere la vita, senza accrescere al massimo la possibilità dei bambini di nascere e senza accompagnare la volontà delle donne e degli uomini di diventare madri e padri. La politica di difesa della maternità è una politica di bene comune, sui cui dovrebbero convergere tutte le forze politiche e sociali´. ´Vogliamo lavorare - ha spiegato ancora l´assessore - e lo stiamo facendo con sempre maggiore determinazione, a un welfare relazionale, in cui le energie dei singoli, delle comunità, delle associazioni siano valorizzate pienamente, siano messe in condizione di esprimersi e di confrontarsi su un piano di parità con le istituzioni, per creare, come dicevo prima, delle reti integrate, che rispondano in modo più adeguato e flessibile ai bisogni che emergono nei diversi ambiti´. ´Non è compito del governo - ha concluso Boscagli - far nascere i bambini, educare i giovani all´affettività o sostituirsi alla rete delle relazioni primarie che accompagnano la crescita dei singoli e delle famiglie. È però compito del governo far sì che chi ha questa responsabilità, chi vuole generare, educare, costruire, possa farlo in piena libertà e con tutto il supporto necessario da parte della società e delle istituzioni. Questo è il cuore, il significato più profondo del principio di sussidiarietà, che guida la nostra azione in ogni ambito e che permea anche la riforma dei consultori familiari che stiamo portando avanti´.  
   
 

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