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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Aprile 2011
 
   
  RICERCA IDROCARBURI, IL PROGETTO “FRUSCI” È OK

 
   
  Potenza, 21 aprile 2011 - Per il progetto di ricerca idrocarburi “Frusci” non e’ stata usata alcuna procedura semplificata, ma solo il regolare iter di valutazione previsto dalla legge regionale . La dicitura “esclusione della procedura Via”usata nell’oggetto della determinazione dirigenziale e’ un mero tecnicismo per indicare la conclusione di tutte le fasi della procedura di valutazione previste dalla legge regionale. E’ quanto si legge in una nota stampa diffusa dal Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Basilicata, in risposta alle dichiarazioni rilasciate oggi alla stampa dall’Associazione 100 Comuni. Per quanto riguarda il rispetto delle attività di ricerca in aree naturali protette il Dipartimento Ambiente e Territorio precisa inoltre che nell’atto amministrativo non vengono localizzate specifiche aree di ricerca né in territorio libero, né tantomeno in aree protette. Sono invece solo stabilite le fasi operative per l’elaborazione di un modello geologico dell’area. Ulteriori fasi, compresa l’eventuale realizzazione del pozzo esplorativo sono rinviate a successiva valutazione. Per questa evenienza sin da ora sono stati stabiliti rigidi criteri di esclusione per le aree naturali protette, le aree a rischio idrogeologico, le aree fluviali, i centri urbani e le aree a vincolo archeologico. Sono state inoltre tenute in debito conto e valutate le osservazioni pervenute alla Regione dai Comuni di San Fele, Potenza, Pietragalla, Avigliano e dalla stessa Associazione 100 Comuni. Per questi motivi – si legge nella nota – l’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata ritiene di aver concluso la valutazione, seguendo in ogni suo dettaglio tutte le previsioni ordinarie previste della normativa regionale, senza nulla bypassare. Chiunque ritenga viziata la procedura seguita dalla Regione Basilicata – continua la nota del Dipartimento Ambiente e Territorio - ha tutti gli strumenti per opporsi al provvedimento, essendo ancora i corso i sessanta giorni previsti dalla legge per l’impugnativa dell’atto. Riportare sulla stampa in maniera strumentale solo alcune fasi della procedura seguita dalla Regione conclude la nota del Dipartimento Ambiente e Territorio - non contribuisce a fornire una corretta informazione su un tema così delicato e complesso come quello delle coltivazioni petrolifere.  
   
 

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