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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Aprile 2011
 
   
  SALUTE FVG: TRA REGIONE E MEDICI DI FAMIGLIA LA DISTANZA È SOLO ECONOMICA CONDIVISI INVECE GLI OBIETTIVI DI RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI

 
   
  Trieste, 26 aprile 2011 - Gli obiettivi della Regione Friuli Venezia Giulia enunciati nel Libro Verde e nel Piano sociosanitario di contribuire a rafforzare la medicina territoriale e, di conseguenza, il ruolo dei medici di famiglia, al fine di accrescere i servizi resi ai cittadini e di meglio rispondere alle esigenze di salute e di ben-essere, sono assolutamente immutati. Lo conferma l´assessore regionale a Salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Vladimir Kosic, in merito alla protesta dei sindacati dei medici di medicina generale, che hanno proclamato lo stato di agitazione, sottolineando come la sensazione netta è che, sulle cose da fare e da definire nel contratto integrativo regionale, le controparti non siano affatto distanti. Secondo la Regione, infatti, quanto è scritto nel Libro Verde e nel Piano sociosanitario coincide pienamente con le richieste dei medici. Una progettualità che si traduce nella volontà di favorire forme di associazionismo (medici che operano in gruppo) che consentano ai pazienti di trovare aperti gli studi professionali per più ore al giorno e per più giorni alla settimana; di incoraggiare l´assunzione di collaboratori di studio e di infermieri per dare un taglio alla burocrazia e per snellire l´assistenza; di introdurre soluzioni informatiche innovative per gestire cartelle cliniche, prescrizioni, prenotazioni, e per "dialogare" in rete con ospedali, aziende, distretti. Secondo l´Amministrazione regionale l´unica distanza vera è di carattere economico e riguarda la quota di integrativo, da aggiungere alla retribuzione stabilita dagli accordi collettivi nazionali. Ed in una fase congiunturale in cui si richiede, a causa della crisi economica in atto, uno sforzo di tutti per il risanamento della finanza pubblica; in un momento in cui il ministero delle Finanze ha imposto un blocco delle retribuzioni per i dipendenti pubblici, la Regione ha comunque deciso di confermare le stesse risorse messe in campo negli anni precedenti, pari a 8,7 milioni di euro, con l´aggiunta di un ulteriore 15% circa (1,2 milioni di euro). Ma la richiesta delle rappresentanze sindacali della medicina generale è di un totale di oltre 16 milioni: risorse che non ci sono, che non si saprebbe dove reperire e che non sarebbe nemmeno giusto cercare. In proposito la Regione ricorda che la remunerazione dei medici di famiglia è stabilita da accordi nazionali e che non sussiste alcun dovere di integrazioni a livello regionale. Tant´è che, ad esempio, la Regione Emilia-romagna, oltre alla quota d´obbligo pari all´1,2% prevista proprio dagli stessi accordi nazionali, non aggiunge nulla. Ciò nonostante da diversi anni la Regione ha provveduto ad integrare lo stipendio di ognuno dei circa mille medici di famiglia del Friuli Venezia Giulia (la quota aggiuntiva pro capite ammonta mediamente, secondo l´ultimo accordo, a 8.255 euro annui) proprio per favorire forme di associazionismo (che tra l´altro, oltre a benefici per i pazienti, per i medici che operano nello stesso ambulatorio portano anche a una riduzione delle spese di gestione individuali), per assunzioni di collaboratori oltre che per remunerare prestazioni aggiuntive (vaccinazioni, adesioni ai programmi di screening, ecc.). Con le risorse a disposizione in questa fase sociale ed economica quella cifra può aumentare di circa il 15 per cento, non certo raddoppiare, precisa l´assessore. Non lo capirebbero nemmeno gli stessi pazienti, molti dei quali anziani con pensione al minimo, oppure cassa integrati o disoccupati. E soprattutto, a fronte di una discussione non sullo stipendio garantito dallo Stato, ma su una quota integrativa, non si può minacciare uno sciopero che avrebbe l´unico effetto di provocare disagi di non poco conto ai cittadini e, sicuramente, anche di appesantire le strutture ospedaliere. Questa posizione della Regione Friuli Venezia Giulia non potrà che essere ribadita di fronte al commissario di Governo, prefetto Alessandro Giacchetti, al tavolo di conciliazione convocato nei prossimi giorni a Trieste. Salute: Riduzione Rimborsi Farmaci Non Deve Ricadere Sui Cittadini Trieste, 22 apr - Una nuova normativa sul prezzo dei medicinali è entrata in vigore dallo scorso 15 aprile, in seguito a provvedimenti adottati dall´Agenzia italiana del Farmaco, in applicazione ad una norma statale. Essa prevede una riduzione dei prezzi rimborsati alla farmacia per alcuni tipi di medicinali, al fine di allinearne il costo a quello di altri Paesi europei, e avrebbe quindi dovuto tradursi in una riduzione del prezzo di riferimento. Al contrario ad oggi solo poche aziende farmaceutiche hanno abbassato i prezzi, mentre altre hanno comunicato che lo faranno nei prossimi giorni. Ne è conseguito un forte disagio a carico dei cittadini, sui quali è ricaduta impropriamente una spesa aggiuntiva, che consiste nella differenza tra il prezzo indicato e la quota di rimborso. Un disagio che, spiega l´assessore regionale alla salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Vladimir Kosic, è dunque determinato da scelte in nessun modo ascrivibili alla Regione Friuli Venezia Giulia. Finora l´eventuale quota a carico dei cittadini residenti in regione era legata esclusivamente alla preferenza per un medicinale cosiddetto di marca rispetto ad uno generico, il quale per qualità, sicurezza ed efficacia è del tutto uguale al farmaco di marca. E´ importante sottolineare che la Regione Friuli Venezia Giulia, diversamente da molte altre regioni, fin dal 2001, anno in cui il ticket sui farmaci è stato abolito dal Governo centrale lasciando facoltà alle Amministrazioni regionali di decidere se e in che forma reintrodurlo, non ha mai applicato il ticket sui farmaci. In altri termini, responsabilmente la Regione, per introdurre meccanismi di governo sulla spesa sanitaria, è intervenuta su settori più ampi, promuovendo azioni di appropriatezza clinica e organizzativa e non certo scaricando costi sui cittadini. Di conseguenza, precisa l´assessore, nemmeno in questa occasione la Regione intende che costi impropri ricadano sui cittadini. Pertanto, se la situazione non dovesse cambiare a breve, e cioè se non si assisterà all´abbassamento dei prezzi da parte delle aziende farmaceutiche, la Regione valuterà come intervenire. E´ altrettanto evidente che saranno interessati anche i competenti Ministeri per concertare le modalità con cui conciliare il governo della spesa farmaceutica (criterio ispiratore dalla manovra) con l´esigenza di tutelare i cittadini, sui quali è finora ricaduto l´onere di un´iniziativa che aveva ben altre finalità.  
   
 

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