Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Maggio 2011
 
   
  IL NOSTRO KNOW-HOW CHE IL MONDO AMMIRA IL LIBRO BIANCO DELLA CALDARERIA, SETTORE LEADER DELL’INDUSTRIA ITALIANA

 
   
  Milano, 4 maggio 2011 - La caldareria è un vanto italiano: infatti due settimane fa Ucc, associazione costruttori caldareria, è stata designata come Operating Agent di Eperc, l´European Pressure Equipment Research Council, l’associazione europea di riferimento del settore. “I nostri imprenditori – dichiara Emanuela Tosto, Presidente Ucc/anima – ogni giorno sono sempre più presenti sui mercati internazionali, mantenendo la produzione in Italia”. Lo studio è stato realizzato dall’Ufficio Studi di Federazione Anima in collaborazione con il prof. Marco Fortis (Vice Presidente Fondazione Edison) e il prof. Jacopo Mattei (docente di Intermediazione Finanziaria e Assicurazioni presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano e Università di Ferrara). Il libro bianco offre una panoramica della caldareria all’interno della meccanica e dell’impiantistica industriale, illustrandone il posizionamento rispetto ai competitor internazionali e analizzandone lo stato di salute. Il lavoro ha come obiettivo il far prendere coscienza a utilizzatori, istituzioni, enti e autorità della forza e delle potenzialità del comparto, evidenziando la sua l’importanza “strategica”. “La congiuntura negativa ha avuto un chiaro impatto sui valori di redditività ed efficienza della gestione delle imprese del comparto della caldareria - dichiara Jacopo Mattei, professore Sda Bocconi e Università di Ferrara - d´altra parte questo non ha avuto effetti dello stesso segno sulla solidità finanziaria delle imprese e non ha mutato il trend complessivamente positivo registrato nel quinquennio 2005-2009. Tuttavia si riscontra una sensibile disomogeneità tra classi dimensionali diverse di imprese, con quelle di dimensione minore che hanno sofferto di più la recessione con una maggiore contrazione delle vendite, ma che hanno reagito in modo più vigoroso”. La caldareria mostra chiari segnali di forza anche nel biennio critico 2008-2009; in particolare risalto: il miglioramento della liquidità delle imprese, quindi della loro capacità di far fronte agli impegni finanziari; il rafforzamento della patrimonializzazione e della solidità strutturale, in particolar modo delle imprese minori; la riduzione di costo dell’indebitamento, dovuto al contemporaneo decremento del livello dei tassi d’interesse, e la conseguente ottima capacità di sostenerlo. “Secondo l’“Indice delle eccellenze competitive nel commercio internazionale” (Indice Fortis-corradini), sui circa 1000 primati del made in Italy del 2009 (prime, seconde e terze posizioni conquistate dal nostro Paese nell’interscambio commerciale in base alla classificazione Hs1996), ben 321 provengono dalla meccanica in senso stretto, per un valore complessivo superiore ai 70 miliardi di dollari. – dichiara il professor Marco Fortis - Le aziende della caldareria hanno mantenuto gran parte della loro produzione in Italia caratterizzandosi per la forte specializzazione, con prodotti di nicchia in termini di materiali utilizzati e qualità e dove la professionalità nelle fasi di progettazione e fabbricazione costituisce ancora un elemento determinante”. Le imprese del settore sono state capaci di rispondere in modo adeguato e strutturale alle difficoltà congiunturali e che dall’inizio del 2010 hanno potuto affrontare la ripresa partendo da una posizione ben salda. Ora la caldareria chiede il raggiungimento dei seguenti obiettivi come interventi strutturali che non possono essere ancora rimandati, pena il declino della caldareria italiana: risolvere i problemi strutturali cronici italiani che rappresentano un grosso svantaggio per chi deve competere sui mercati internazionali: carenza di infrastrutture, rilevante costo di energia e gas, elevata tassazione e pesante burocrazia; rendere vantaggioso l’impiego di componenti italiani nei progetti nazionali gestiti dai grandi committenti (end user e Epc contractor); supportare adeguatamente lo sviluppo dell’intera filiera dell’impiantistica (materie prime, semilavorati, fabbricazione, ingegneria e servizi), creando le condizioni che favoriscono un’efficace coesione tra le imprese italiane che potranno così presentarsi compatte e competitive sui mercati internazionali. “C’è ancora tanto da fare e costruire in Italia per far esprimere al meglio le nostre competenze qui come all’estero. La Meccanica occupa un posto primario per l’export Made in Italy - conclude la Presidente Tosto - siamo aziende incisive sul mercato: la competitività del nostro Paese non potrà ancora fondarsi solo sull’iniziativa degli imprenditori, che continueranno comunque a impegnarsi. Il Governo deve fare la sua parte, ad esempio sostenere le esportazioni, incentivare gli investimenti in ricerca e sviluppo e nella formazione delle risorse umane e favorire le aggregazioni per la crescita dimensionale”.  
   
 

<<BACK