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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Maggio 2011
 
   
  LA RIGOGLIOSA FLORA DELLA REGIONE DEL CAPO È DOVUTA ALLA VARIETÀ DEL TERRENO

 
   
  Bruxelles - La Regione del Capo sulla punta sud occidentale dell´Africa è stata presentata per molto tempo come un luogo ricco di fiori e piante, e ora un team internazionale di scienziati finanziati dall´Ue ha svelato la ragione dietro alla rigogliosa flora della regione. Secondo il team di scienziati provenienti da Germania, Sudafrica, Regno Unito e Stati Uniti, sembra che questa notevole diversità delle piante si verifichi come risultato dell´ampia gamma di diversi terreni presenti nella regione. Pubblicato nella rivista Systematic Biology, lo studio, che ha ricevuto un impulso dal progetto Hotspots ("Understanding and conserving Earth biodiversity hotspots"), finanziato in parte nell´ambito dell´area tematica delle azioni Marie Curie del Sesto programma quadro (6° Pq), descrive le dimensioni della flora della Regione del Capo. Essere la dimora di oltre 9000 diversi tipi di piante è un fatto davvero notevole per una regione così piccola, in particolare se si confronta questa cifra ad esempio con la Germania, un paese 4 volte più grande che può solo vantarsi di avere circa 3300 specie di piante. La Regione del Capo può anche vantarsi di essere costituita da circa il 70% di piante che sono originarie della regione. Da tempo gli scienziati si interrogano sulle ragioni della grande diversità delle piante in questa zona e hanno trovato una serie di spiegazioni. "Le idee più accettate sono che essa è il risultato o dell´alta diversità dei tipi di terreno o dell´adattamento agli impollinatori. Questo significa che molte specie di piante si sono specializzate su diversi impollinatori, come determinati insetti. Il polline sarà distribuito solo da essi." spiega il ricercatore capo dott. Jan Schnitzler, del Centro studi sulla biodiversità e il clima (Bik-f) a Francoforte in Germania. Il team ha messo alla prova queste teorie eseguendo un´analisi genetica delle specie di piante nella regione. Essi hanno studiato circa 470 specie di piante native da 3 delle 7 più grandi famiglie di piante della Regione del Capo. Compilando gli alberi genealogici grazie ai dati genetici molecolari e mettendoli in relazione con informazioni sull´ecologia delle piante e sulla geografia dell´habitat, il team è stato in grado di stabilire come le specie di piante si diversificano. Lo studio si è concentrato su confronti tra le specie sorelle allo scopo di valutare l´impatto di altri fattori sulla speciazione. I risultati hanno mostrato che effettivamente i cambiamenti del tipo di terreno erano la causa più importante di speciazione nella maggior parte della piante. "La Regione del Capo comprende molti diversi tipi di terreni in uno spazio relativamente piccolo e ciò si dimostra molto importante nello sviluppo della diversità delle piante," dice il dott. Jan Schnitzler. "Probabilmente la ragione è che questo ha costretto delle specie strettamente imparentate a sviluppare adattamenti a varie circostanze. Ciò che ci sorprende è che la specializzazione degli impollinatori non è una fattore generale che guida la radiazione qui." La ricerca indica che la diversità delle piante non è un risultato della rapida radiazione innescata da cambiamenti climatici. Al contrario, la diversità delle piante si è verificata dopo un processo costante che è avvenuto in un lungo periodo di tempo. Sembra inoltre che la relativa stabilità climatica nel Capo potrebbe essere la ragione dei bassi tassi di estinzione, in confronto all´Europa settentrionale dove molte piante furono spazzate via come conseguenza di varie ere glaciali. Le scoperte contraddicono anche studi precedenti che mostrano che la sindrome da impollinazione in piante come le orchidee presenta un alto livello di conservatorismo filogenetico. Questa combinazione di condizioni ambientali complesse e relativa stabilità climatica è quindi ciò che porta a un´alta speciazione e/o bassi tassi di estinzione che producono la rigogliosa vita delle piante trovata nella Regione del Capo che noi oggi conosciamo. Il progetto Hotspots punta i riflettori su 25 delle più ricche e più minacciate riserve di biodiversità del mondo allo scopo di aumentare la conoscenza e la comprensione di queste aree; le dinamiche della biodiversità in questi hotspot e gli impatti ecologici della prevista perdita di biodiversità sono ancora scarsamente compresi. Queste aree furono scelte in base alla ricchezza di specie di piante e vertebrati, all´endemismo e al livello di minaccia a cui sono sottoposte. Un consorzio di partner lavorerà per applicare approcci sul campo, molecolari e di bioinformatica alle piante e agli animali più importanti; Hotspots formerà una nuova generazione di biologi multidisciplinari sui metodi all´avanguardia per l’analisi dell´evoluzione, ecologia e conservazione. Il paradosso della biodiversità è che mentre la biodiversità della Terra è minacciata dalle attività degli esseri umani, questi ultimi dipendono proprio dall´uso sostenibile della biodiversità. Jan Schnitzler spiega come la ricerca futura che scaturisce da questo studio potrebbe svilupparsi a partire da queste scoperte. "Il prossimo passo sarebbe quello di testare se un grande numero di tipi di terreno è anche la principale causa della radiazione di specie di piante in altre regioni." Perciò l´attenzione si potrebbe ora rivolgere a regioni con un clima simile alla Regione del Capo, come il bacino del Mediterraneo, la California e l´Australia sud occidentale. Per maggiori informazioni, visitare: Centro studi sulla biodiversità e il clima, (Bik-f): http://www.Bik-f.de/root/index.php?page_id=57&phpsessid=n9d21l4jmkl4rmdcevggbeke1t1mc8e1    
   
 

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