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Notiziario Marketpress di
Lunedì 11 Dicembre 2006 |
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LA ASL DI AREZZO CONTRO STRISCIA: "NOTIZIE ESAGERATE E TENDENZIOSE" DECISA UNA AZIONE LEGALE DOPO GLI ATTACCHI CONTRO L´OSPEDALE DELLA GRUCCIA L´ASSESSORE ROSSI: "UNA CAMPAGNA DENIGRATORIA CHE HA TURBATO PROFONDAMENTE LA COMUNITÀ"
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Firenze, 11 dicembre 2006 - La Asl 8 di Arezzo ha deciso di procedere per le vie legali nei confronti dei responsabili della trasmissione televisiva "Striscia la notizia", dopo la campagna scatenata dalla trasmissione di Canale 5 nei confronti dell´Ospedale del Valdarno. Lo ha annunciato il 6 dicembre il direttore generale Monica Calamai, nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato l´assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi. "In queste ultime settimane - ha detto tra l´altro l´assessore Rossi - abbiamo assistito ad un attacco senza precedenti a una struttura sanitaria pubblica e ai suoi operatori. Sono state dette e divulgate notizie tendenziose, sollevati casi di presunti errori clinici senza tenere conto dei chiarimenti forniti tempestivamente dalla Asl. Sono stati additati e messi alla gogna operatori validissimi, quotidianamente impegnati nell´attività assistenziale ad ottimi livelli. I media, tutti i media - ha proseguito Rossi - hanno il diritto e il dovere di indagare, di ottenere risposte alle loro domande, di svolgere il loro lavoro per controllare, verificare e, se è il caso, smascherare quello che non funziona. Noi non mettiamo in dubbio tutto questo, e siamo i primi a voler garantire in relazione al sistema sanitario regionale il massimo della apertura, della trasparenza, della disponibilità. Gli errori in sanità devono essere scoperti e discussi, per imparare e non ripeterli. Noi siamo per una "cultura dell´errore" e rivendichiamo di avere iniziato in Toscana e ad Arezzo un percorso di eccellenza anche in questo campo. Altra cosa è affastellare casi e vicende diverse per concludere che "uno su mille ce la fa". Quello che è accaduto nei confronti della Gruccia è di una gravità senza precedenti, è un attacco in grande stile ad una sanità pubblica che si sta rinnovando e ammodernando. Se il tentativo è quello di fermarci, noi ci opporremo con tutte le nostre forze". "Il nostro primo e fondamentale dovere - ha aggiunto Monica Calamai - è quello di tutelare la salute e il benessere delle persone. Ma questa vicenda ha turbato profondamente il senso di sicurezza della collettività, con conseguenze preoccupanti. E´ accaduto, come ci è stato segnalato dal personale di turno, che nel corso di una delle trasmissioni i pazienti della cardiologia che stavano guardando la televisione si sono sentiti male e hanno chiamato aiuto per difficoltà respiratorie. Gli ambulatori dell´ospedale hanno registrato un calo record di pazienti, c´è stato chi, dopo essere stato curato senza alcun problema, ha lasciato l´ospedale dichiarando che mai più si rivolgerà a questa struttura. Alcuni operatori messi alla gogna sono demoralizzati, disorientati, e il loro timore di errori scatenato da questo clima è tale che c´è una crescente tentazione di ricorrere a una medicina di tipo difensivo". Da qui la decisione della Asl (assistita dall´avvocato Gaetano Viciconte) di presentare alla magistratura un esposto in cui si ipotizza il reato di "Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l´ordine pubblico (art. 656 del codice penale). "Per fortuna - ha proseguito Monica Calamai - la pronta reazione dei vertici aziendali e di gran parte del personale ha raccolto intorno alla struttura anche tanta solidarietà, testimoniata dalle lettere di sostegno e apprezzamento inviate non solo da amministratori e sindacati ma soprattutto da tante persone che, curate nell´Ospedale del Valdarno, hanno voluto ricordare la qualità dell´assistenza e dell´accoglienza ricevute". "Il fine ultimo del nostro lavoro - ha concluso l´assessore Rossi - è la salute e il benessere dei cittadini. Il legame di fiducia che si stabilisce tra le persone e i servizi è essenziale per raggiungere questo obiettivo. Non permetteremo a nessuno di incrinarlo, e per nessuna ragione". . |
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