Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 01 Giugno 2011
 
   
  CHE PESCE MANGIAMO? LA COMMISSIONE EUROPEA PUBBLICA UN RAPPORTO SCIENTIFICO SU COME LE NUOVE TECNOLOGIE POSSONO CONTRIBUIRE ALLA LOTTA CONTRO LE FRODI NEL SETTORE DELLA PESCA

 
   
   Bruxelles - Filetti di lupo di mare di poco pregio venduti per costosi filetti di sogliola, oppure merluzzo pescato nel Mare del Nord che viene fatto passare per merluzzo del Mar Baltico: ecco due esempi di frode nel settore della pesca. Un rapporto della Commissione europea pubblicato oggi segnala come le tecnologie molecolari, basate sulla genetica, la genomica, la chimica e la medicina legale, possano dare risposte precise a domande come “da che specie di pesce viene questo prodotto, dove è stato pescato, è di allevamento o no?” La relazione del Centro comune di ricerca (Ccr) della Commissione, dal titolo “Lotta alle attività illegali nel settore della pesca”("Deterring illegal activities in the fisheries sector) spiega in che modo queste tecnologie possono contribuire alla lotta contro le pratiche illegali e rafforzare la tracciabilità - anche per i prodotti trasformati come il pesce in scatola — “dal mare alla tavola”. Nel presentare la relazione alla manifestazione “Slow Fish” a Genova, Maria Damanaki, commissaria europea responsabile degli Affari marittimi e della pesca, ha affermato: “La pesca illegale raggiunge, a quanto pare, un valore di 10 miliardi di euro all’anno in tutto il mondo. Si tratta di un’attività criminale con effetti nefasti per tutta l’economia, distruttivi per l’ecosistema marino e dannosi per le collettività dei pescatori e i consumatori. Non vi può essere pesca sostenibile se le regole non sono rispettate, nelle acque dell’Unione europea e fuori di esse. Da oggi entriamo in una nuova era: la sfida sarà trasporre questa nuova scienza nella pratica quotidiana in tutta Europa.”. Máire Geoghegan-quinn, commissaria europea responsabile per la ricerca, l’innovazione e la scienza e alla quale fa capo il Ccr ha dichiarato: “Quest’importante relazione elaborata da scienziati della Commissione europea che operano presso il Centro comune di ricerca indica come un uso più ampio e più coordinato delle tecnologie molecolari innovative possa aiutare a sventare le frodi nel settore della pesca e a garantire che i consumatori paghino il prezzo corrispondente ai prodotti che comprano e sappiano cosa mangiano.”. Due delle tecniche fraudolente più diffuse nel settore della pesca sono l’indicazione, in etichetta, di un nome falso della specie di pesce o del prodotto della pesca venduto oppure la dichiarazione di una falsa origine geografica. La relazione descrive in che modo le metodiche molecolari, come quelle basate sulla tecnologia del Dna, permettano di identificare le specie anche nei prodotti trasformati, senza bisogno di conoscenze specialistiche. Le tecnologie molecolari costituiscono perciò un potente strumento di controllo indipendente e possono essere utilizzate nel processo di verifica, in particolare durante il cosiddetto esame fisico di una partita, di un prodotto, di un container o di un magazzino. La relazione del Ccr sollecita l’Unione ad adottare un approccio coerente e pratico per mettere le nuove tecnologie molecolari a disposizione delle autorità europee preposte al controllo e all’applicazione delle regole. L’obiettivo è promuovere un dialogo informato tra le varie parti interessate. Ecco le misure concrete proposte: divulgare maggiormente le informazioni e la consulenza a tutte le parti interessate; dare accesso ai laboratori di analisi degli Stati membri ad archivi comuni di dati di riferimento e ad altre conoscenze utili per l’analisi dei pesci e dei prodotti della pesca. Si tratta di archivi come ad esempio la banca dati “Fishtrace” ospitata dal Ccr ( www.Fishtrace.org/ ); una rete di laboratori certificati per l’esecuzione di analisi a fini di controllo e di applicazione e per la condivisione di protocolli di analisi armonizzati e validati; garantire la formazione completa del personale di laboratorio e degli ispettori per le corrette manipolazione e analisi dei campioni. Per agevolare l’attuazione pratica delle tecnologie pertinenti, il Ccr sta valutando attualmente i costi e benefici basandosi sui dati estratti da oltre un centinaio di casi . I costi di molte di queste tecnologie, in particolare dell’analisi del Dna, stanno diminuendo drasticamente.  
   
 

<<BACK