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Notiziario Marketpress di Mercoledì 01 Giugno 2011
 
   
  MONTAGNA: LE IMPRESE ANELLO SU CUI INVESTIRE DALLA CONFERENZA DELLA PROVINCIA DI PARMA NUOVE PROSPETTIVE PER LO SVILUPPO DELL’APPENNINO

 
   
   Parma, 1 giugno 2011 - Crescita industriale, in montagna si può? La risposta di Nelson Antolotti è un sì convinto, basato sul valore della stabilità delle maestranze, sulla bellezza di un territorio che fa prodotti d’eccellenza, su una rete infrastrutturale migliore rispetto al passato. L’ad della Tourbocoating spa lo ha spiegato ieri intervenendo alla Conferenza provinciale sulla Montagna che si è svolta alla Camera di Commercio. Il terzo confronto del percorso voluto dalla Provincia di Parma e dalle due Comunità Montane per capire come in questa fase di forti cambiamenti epocali sia possibile agganciare le nuove opportunità e così garantire un futuro per l’Appennino. Nelson Antolotti la sua storia di imprenditore della montagna la racconta parlando anche “dell’orgoglio di esportare in America ciò che si produce qui”. Una vita di lavoro iniziata 38 anni fa a Parma in uno scantinato poi continuata a Fornovo dove ci sono le sue radici e le sue industrie. Una vita piena che oggi si divide fra le 8 aziende del gruppo, 300 impiegati di cui 35 ricercatori e che produce 50 mln di fatturato. “La soddisfazione più forte è quella di aver contribuito a realizzare qualcosa di stabile” dice Antolotti che ha calcolato come fra Fornovo, Varano e Rubiano siano circa 400 le persone che lavorano nel coating in imprese nate dopo la sua nella zona. La Tourbocoating non è il solo caso di successo in montagna, né la sola esperienza di innovazione. Solo negli ultimi tempi si è parlato molto di altri progetti come il Parma Wind Valley, un’idea innovativa di alcune aziende del territorio, fra cui la Dallara, insieme per produrre energia da fonte eolica e rinnovabile con tecnologie innovative. Al loro fianco l’Università di Parma, che fornirà supporto per ricerca e sviluppo tecnologico, la Provincia di Parma, il Comune di Varano Melegari e la Regione Emilia Romagna, che ha concesso un importante finanziamento. Nella stessa direzione vuole andare il lavoro con le imprese del comparto dei motorini elettrici, dal tavolo di crisi ai progetti di rilancio. E si spera sia così anche per Fincuoghi, ammessa al concordato. Anche il lavoro con le imprese del settore forestale va nella direzione di una qualificazione della filiera, per inserirsi a pieno titolo nei nuovi mercati legati all’impiego della biomassa forestale a fini energetici. Su questa strada si può fare ancora molto, anche sul fronte di favorire il coinvolgimento di imprese locali in questi nuovi settori in crescita. Uno sviluppo della green economy che va ad affiancarsi a quello delle produzioni dell’agroalimentare e dell’industria del turismo. “E’ l’impresa il baricentro del nuovo sviluppo - ricorda il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, che ha retto il timone della Conferenza - la Provincia mette a disposizione le sue risorse per stimolare e sostenere i processi di cambiamento e l’innovazione”. E se è chiaro che la spinta per lo sviluppo della montagna debba essere endogena o per dirla con Claudio Moretti, sindaco di Monchio, “non possiamo pretendere che le cose cambino se non le cambiamo noi”, è altrettanto necessario ragionare del ruolo dei comuni e delle Comunità Montane e di un nuovo assetto istituzionale. Una discussione che il presidente Luigi Bassi ha già avviato nella sua Comunità montana delle Valli del Taro e del Ceno a partire “da un futuro indebolito dal venir meno delle risorse e dalla necessità di aggregarsi per fornire i servizi necessari alla collettività”. “In Italia non c’è la montagna, ci sono le montagne e c’è bisogno di una articolazione diversa” sottolinea Enrico Borghi presidente dell’Uncem. Saltato il meccanismo di distribuzione centralista, di fronte alla deriva dello spopolamento e dell’invecchiamento della popolazione, sempre più bisognosa di welfare, occorre secondo Borghi passare “da istituzioni di spesa a istituzioni di progetto, che partano dal basso per valorizzare le risorse dei territori”. Si pensa a fonti come l’acqua, il vento, i boschi, a tutto ciò che la montagna ha sempre dato per la pianura, un rapporto con la città che deve essere riscritto secondo molte voci emerse dalla Conferenza di Parma. L’invito a “focalizzare l’attenzione nel cambiamento” viene da Alessandro Daraio che ha coordinato il tavolo provinciale per la Montagna. Tre i macro obiettivi della strategia che individua: “salvaguardare i beni pubblici di cui la montagna è un serbatoio, garantire la coesione sociale comparabile col resto del territorio; proseguire uno sviluppo endogeno in grado di trasformare la diversità in valore”. Dall’intervento di Daraio si è passati agli approfondimenti su temi specifici come quello delle produzioni di qualità, ragionando di punti di forza e punti di debolezza come ha fatto Filippo Arfini, docente di Economia e sviluppo rurale dell´Università di Parma, un’analisi attenta del mondo dell’agricoltura, della presenza delle aziende locali quasi dimezzate in poco meno di un ventennio, del rapporto fra produttori, consorzi e i mercati, questione su cui sono intervenuti Gianni Mozzoni, vicepresidente del Consorzio del Prosciutto di Parma, e Michele Berini, direttore del Consorzio del Parmigiano-reggiano. Il nodo ricerca, impresa e innovazione è stato sviluppato da Alessandro Mangia, prorettore alla Ricerca dell´Università di Parma e dagli interventi di Nelson Antolotti, amministratore delegato della Turbocoating Spa, e Franco Amigoni, curatore dello studio Vedere con nuovi occhi dedicato alle opportunità di sviluppo del comparto dei motorini elettrici. Infine si sono analizzate le prospettive e le criticità del turismo di montagna grazie alle riflessioni di Nicola Fabbri, docente di Economia del turismo presso l´Università Bocconi di Milano e ai commenti di Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell´Appennino Tosco-emiliano, Maurizio Davolio, responsabile Legacoop Turismo. Al termine, il saluto del presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli e l’intervento di Enrico Cocchi, direttore generale alla programmazione territoriale della Regione Emilia Romagna, che ha annunciato l’appuntamento previsto per l’inverno prossimo con la conferenza regionale sulla Montagna, assise dove confluiranno anche le riflessioni e gli spunti venuti dal Parmense.  
   
 

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