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Notiziario Marketpress di Mercoledì 01 Giugno 2011
 
   
  AUTO 3.0 L’AUTO COMPIE 125 ANNI. E’ NATA COME UN TRICICLO CON UN CAVALLO DI POTENZA E CONTINUA A EVOLVERE SINO AL PROGETTO A EMISSIONE ZERO. G K

 
   
  Milano, 1 giugno 2011 - In sostanza, l’auto continua ad essere al centro dei desideri al di là delle attese di particolari performance motoristiche. Gfk Eurisko nel Seminario del 5 maggio ultimo scorso ha inteso fare il punto sulle più attuali motivazioni legate all’auto, che spiccano in particolare nelle donne, nei “nuovi anziani” e nelle élite. Sono stati identificati nuovi insight che dovranno essere verificati e sviluppati da chi produce e da chi comunica l’auto. Ad esempio, l’auto tende ad essere sempre più considerata uno spazio da “abitare”, un ambiente intelligente e fisiologicamente adatto per permettere nuove attività al guidatore e ai compagni di percorso, considerando che il tempo outdoor cresce (si vedano i dati di Eurisko Media Monitor), e che l’auto diventerà sempre di più un mezzo dotato di servizi (multimediali) che permetteranno di sentirsi sempre più “always on”. Con le strumentazioni che favoriranno la guida automatica, i guidatori potranno sperimentare nuovi piaceri di guida e nuove esperienze. Che significheranno anche inedite possibilità di esplorazione del territorio. Grazie all’interattività fra dentro e fuori, l’auto permetterà di conoscere meglio ciò che si sta attraversando, e indurrà a porre domande al territorio che invierà risposte a chi lo sta attraversando con il nuovo mezzo di locomozione. Con ritmi che saranno slow e fast: slow per l’approfondimento dei contenuti, fast per l’evitamento di quelle complicazioni che possono rendere il viaggio pesante da sopportare. Altro valore cruciale riguarda la progettualità green. L’auto si sta preoccupando sempre più dell’impatto ambientale e di occupazione del suolo, con particolari sensibilità sul tipo di motorizzazione, di carburante, e di stazione in cui fare rifornimento. In questo procedere verso il “verde” sono implicate le nuove estetiche e i nuovi design delle auto, che non saranno semplici e piccole; l’attesa è di prodotti sempre più raffinati e - come si usa dire - ecochic, lungimiranti anche esteticamente. Negli automobilisti non si colgono attese di downsizing, ma di prodotti esteticamente intelligenti, che coniughino l’etica della responsabilità con l’estetica del buon gusto. Queste attese, inoltre, non eliminano il tema clou che è quello della marca. Che continua ad essere il fondamentale referente mitico per gli automobilisti, i quali se potessero acquisterebbero solo marche mito, cioè caratterizzate da brand che storicamente ed evoluzionisticamente significano reputazione, dominio dei processi di produzione, consumer image al top, insomma il gotha del motorismo a quattro ruote. Marche mito anche per il ruolo imprenditoriale e occupazionale che hanno svolto e dichiarano tutt’ora di voler svolgere, soprattutto nel territorio in cui il potenziale utente vive. In questo senso la marca mito attesa diventa anche lo stakeholder in chiave patriottica. Si coglie, inoltre, ciò che possiamo chiamare la golden share dei desideri, soprattutto nelle élite: un’auto su misura, tailored, capace di rispecchiare le caratteristiche della persona che la possiede. In questa prospettiva i punti vendita sono cruciali, in quanto luoghi dove si dovrebbero cogliere i desideri rispecchiati nelle auto che stiamo esplorando per l’acquisto. Purtroppo le ricerche dicono che questo contatto che dovrebbe essere a circolo virtuoso spesso non funziona. A questo proposito riportiamo una testimonianza di Giuliano Musumeci Greco, apparsa sul supplemento auto di Repubblica del 10 maggio scorso: “approdiamo in un salone di vendita esclusivo ma privo di calore umano. Dove sta il venditore? Perché non ci viene incontro sapendo che ogni cliente entrando potrebbe comprare una vettura da centomila euro? Nel contempo, la marcia di avvicinamento alla sua scrivania è piena di ostacoli. Il venditore è ben piazzato sulla sua sedia a braccioli, e appoggia i piedi sul suo tavolo da lavoro. Gambe tese e muscoli rigidi. È una situazione che non dimenticherò facilmente, tempi di attesa inclusi: un’inutile attesa che si conclude esattamente con la fine della lettura del suo quotidiano preferito. Solo una frase dal venditore: “tanto questa macchina e questo brand si vendono da soli”, quasi una scusa a giustificare un suo atteggiamento del tutto contrario alle più elementari norme di educazione commerciale”.  
   
 

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