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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Luglio 2011
 
   
  STABILIMENTO MIROGLIO DI CASTELLANETA SARA´ RICONVERTITO IN UN´INDUSTRIA ALIMENTARE

 
   
  Lo stabilimento Miroglio di Castellaneta diventerà un’industria alimentare. Questo l’esito principale del tavolo conclusosi nel pomeriggio di ieri a Roma al quale hanno preso parte, in un clima particolarmente costruttivo, oltre alla Regione Puglia e al Ministero dello Sviluppo economico anche la Provincia di Taranto, i sindaci di Castellaneta, Ginosa e Laterza e i sindacati nazionali e provinciali di categoria. Parte così il processo di riconversione per le sedi pugliesi di Miroglio spa, azienda italiana di abbigliamento e tessuti, in crisi ormai da anni. Nell’accordo sottoscritto viene avviata la riconversione della sede di Castellaneta in industria alimentare ed Ë assicurato per i lavoratori il prolungamento della cassa integrazione in deroga, che scade il 18 agosto, sino alla fine dell’anno, in modo che siano garantiti gli ammortizzatori sociali sino alla fine delle trattative. Il tavolo, inoltre, ha incominciato ad esaminare le proposte di riconversione avanzate per Ginosa. Un tema che sar‡ riaffrontato in modo più approfondito a settembre, quando lo stato delle trattative sarà più avanzato. “La perseveranza della Regione Puglia nel ricercare soluzioni industriali alla crisi di Miroglio – ha dichiarato la vicepresidente della Regione Puglia e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone – comincia a dare i risultati sperati. Gli stabilimenti di Ginosa e di Castellana devono continuare ad ospitare attività industriali ed i lavoratori devono essere impegnati in attività produttive capaci dare un futuro a loro ed alle loro famiglie. Oggi abbiamo fatto un passo significativo e ci auguriamo di definire entro settembre la riconversione della sede di Ginosa”. Ha espresso soddisfazione anche l’assessore al Welfare Elena Gentile: “Assicuriamo il nostro sostegno – ha detto – alla cassa integrazione in deroga. La Regione si impegna a garantire la propria quota negli ammortizzatori sociali ma anche a sostenere le attività formative indispensabili ad accompagnare il processo di riconversione degli operai tessili verso altre produzioni”.  
   
 

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