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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Luglio 2011
 
   
  IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE: UNA PRODUZIONE CHE RISALE ALL´800. TECNICHE E SEGRETI TUTELATI DAL CONSORZIO IL CAPPELLO DI FIRENZE

 
   
  Il cappello di paglia di Firenze ancora realizzato secondo l´antica tradizione artigianale dell´Ottocento. Un’arte, quella della lavorazione del cappello di paglia fiorentino, con radici lontane, che venti aziende – per lo più di origini centenarie - hanno sentito l’esigenza di tutelare costituendo nel 1986 il Consorzio ´´Il Cappello di Firenze´´. “Vogliamo salvaguardare – spiega il presidente Giuseppe Grevi – il valore della manualità, di quell’artigianalità propria del Made in Italy che nel Mondo vince la concorrenza dei Paesi emergenti. Ci unisce una tradizione secolare che, tutt’ora molto viva, vede le mani delle modiste specializzate trasformare la paglia in modelli unici”. Cuore e fulcro di questa produzione, amata anche all’estero,è l´area intorno al capoluogo toscano che abbraccia i Comuni di Signa, Campi Bisenzio e Lastra a Signa. Un distretto, a cui la tradizione attribuisce la paternità e la prerogativa di questo commercio. L´accuratezza dei materiali, la manualità d´esecuzione e il controllo di qualità sono gli elementi che fanno la distinzione. Dalla capacità creativa degli artigiani fiorentini nascono così gli abbinamenti della paglia con materie diverse, come raso, sete, merletti, piume; forme asimmetriche e accorgimenti strutturali - chi non ricorda i fiori ricamati a mano - che rendono il cappello di paglia di Firenze immediatamente riconoscibile. Se agli inizi dell´Ottocento i raffinati cappelli di Firenze venivano indossati dalle signore alla moda d´Europa e d´America (per i primi viaggi sui transatlantici e poi in aereo), oggi i cappelli di paglia fiorentini sono esportati in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti, in Giappone. “La produzione delle nostre aziende – aggiunge Grevi – non si limita al commercio, ma a noi si rivolgono anche registi e artisti internazionali che chiedono modelli per le loro opere”. Da qui, non poteva che nascere spontanea la collaborazione con il Teatro del Maggio Fiorentino che vede il Consorzio partner per la rappresentazione dell’opera “Il Cappello di Paglia di Firenze”, farsa in quattro atti su libretto di Nino Rota e di Ernesta Rinaldi, scritta nel 1945. Prima il 15 luglio. Per l’occasione, nel Foyer del Teatro, verrà allestita un’esposizione di cappelli in paglia realizzati dalle 11 aziende del Consorzio partner del progetto (dal 15 al 22 luglio). Tra i modelli: il cappello più grande del mondo di due metri di diametro, che ha impegnato due chilometri di treccia di paglia naturale lavorata secondo l´antica tradizione artigianale fiorentina dell´Ottocento. Origini Nella Chiesa di San Miniato a Signa c´è una lapide che recita “Qui giace Domenico Sebastiano Michelacci di Bologna, che per primo vendette i cappelli agli Inglesi e arricchì se stesso, Signa e i paesi vicini con il commercio della paglia”. Fu proprio nei primi anni del Settecento che Michelacci si adoperò per trovare la ´ricetta´ segreta per una paglia perfetta. I primi cappelli, prodotti a Signa, furono introdotti nel mercato inglese. La materia prima, la paglia da cappelli, era ottenuta dalla lavorazione di particolari varietà di grano (soprattutto il ´´semone´´ o il ´´Santa Fiora´´). La coltivazione di questo grano avveniva di solito in terreni privi di materiali organici, in miti condizioni climatiche. E´ per questo motivo che il distretto toscano compreso tra i fiumi Arno, Bisenzio e Ombrone era particolarmente adatto a questa coltivazione. Questo clima permetteva di ottenere fibre e policromie diversificate, ma allo stesso tempo uniche. Quando le piante raggiungevano la maturazione, venivano sbarbate, poi gli steli esposti al sole per tre giorni e infine raccolti in mazzetti. Oggi ,anche se la materia prima è in massima parte di importazione, la lavorazione è ancora legata alla tradizione passata e le trecce vengono cucite manualmente. Il consorzio “Il Cappello di Firenze” è stato costituito nel maggio del 1986 nell´ambito della Sezione Paglia e Cappello dell´Associazione Industriali di Firenze con lo scopo di salvaguardare alcune lavorazioni manuali produttive, oltre a supportare le aziende nella promozione e commercializzazione sui principali mercati esteri. Le 20 imprese associate, forti di una produzione tutta fiorentina, vendono i cappelli di paglia in tutto il mondo con una significativa presenza in : Stati Uniti, Giappone, Australia, Russia, Cina. Queste le aziende che hanno partecipato al progetto di collaborazione con il Teatro del Maggio Fiorentino: Alessandra Bacci (Signa), Angiolo Frasconi (Campi Bisenzio), Facopel (Chiesina Uzzanese), Grevi Mode (Signa), Inverni (Signa), Marzi (Campi Bisenzio), Mazzanti Piume (Firenze), Me Mar (Firenze) Soprattutto Cappelli (Poggio a Caiano), Trendintex (Prato)  
   
 

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