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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Luglio 2011
 
   
  CENSIMENTO: CAMBIA L’AGRICOLTURA VENETA

 
   
  Venezia - L’agricoltura veneta negli ultimi dieci anni è profondamente cambiata. La superficie agricola utilizzata diminuisce (-5,3%), come pure le aziende (-32,3) che aumentano però in dimensione e si specializzano. Il Veneto si conferma leader nazionale nei settori viticolo e avicolo. La vite si rafforza nelle aree vocate e tende scomparire nelle altre, mentre i seminativi rimpiazzano prati e colture arboree. Diminuisce il numero degli allevamenti ma ne aumenta la consistenza media. Sono alcune delle indicazioni che emergono dai primi dati del 6° Censimento Generale dell´Agricoltura, che si è concluso nello scorso mese di marzo, presentati oggi a Palazzo Balbi dall’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato, insieme alla dirigente della sede Istat per il Veneto Rosalba Sterzi, alla dirigente generale del Sistema Statistico della Regione Maria Teresa Coronella e al Commissario regionale allo sviluppo rurale Andrea Comacchio. Manzato, parlando dei cambiamenti intervenuti in questi anni, ha detto che è finita l’era della cementificazione del territorio e questo è andato a favore della solidità del sistema rurale. C’è stata una diminuzione della superficie agricola ma la dimensione aziendale è invece cresciuta. Questo significa che le politiche di investimento messe in atto vanno nella giusta direzione. Manzato ha sostenuto poi la necessità di recuperare territorio agricolo, anche attraverso il recupero del patrimonio edilizio rurale. L’assessore ha detto che il censimento contribuirà a quella visione generale strategica che dovrà orientare i futuri investimenti nel settore agricolo, che – come fattore economico determinante per il Veneto – è chiamato ad una sempre maggiore integrazione con il sistema urbanistico e turistico ed essere attentamente governato sul piano normativo. Infine, Manzato ha fatto riferimento ai giovani imprenditori, che sono un trend in crescita, e che saranno al centro delle politiche regionali. Da parte sua il vicepresidente e assessore regionale alla statistica Marino Zorzato, a Roma per impegni istituzionali, ha fatto pervenire un messaggio in cui ha evidenziato il modello organizzativo messo in atto per il censimento e la collaborazione tra Regione, Istat e Comuni. (di seguito una sintesi dei dati) Censimento - Solo in occasione del censimento, con cadenza decennale, si raccolgono dati analitici su un ampio ventaglio di fenomeni e fino ad un livello territoriale comunale e sub-comunale. Questa edizione ha presentato notevoli novità sul piano metodologico ed organizzativo, consentendo controlli tempestivi sulla qualità dei dati e tempi celeri per la diffusione. La data di riferimento scelta corrisponde al 24 ottobre 2010. Nel Veneto il censimento ha richiesto un considerevole sforzo per le amministrazioni comunali: sono stati mobilitati 2.647 operatori, di cui 1.333 rilevatori. Si è partiti, infatti, da una lista di oltre 153.000 unità potenziali, per arrivare, poi, alle 120.735 aziende effettivamente censite. Il campo di osservazione è rappresentato dalle aziende agricole e zootecniche, queste ultime anche se prive di terreno agrario. Per azienda agricola si intende l´unità tecnico-economica costituita da terreni in cui si attua la produzione agraria e zootecnica. Si specifica inoltre che i dati di ciascuna azienda agricola sono riferiti al comune in cui ricade il centro aziendale; le compensazioni con gli eventuali terreni ubicati fuori regione/provincia avverranno solo dopo la diffusione dei dati definitivi, prevista entro il mese di aprile del 2012. Poiché il campo di osservazione (universo Ue) non è perfettamente omogeneo rispetto a quello utilizzato nel precedente Censimento, i dati del 2000 sono stati rielaborati secondo le regole del 2010 per permetterne il confronto. Le Aziende E Le Superfici: In Veneto sono state censite 120.735 aziende, in calo del 32,3% rispetto alla precedente tornata censuaria. Nella nostra regione, la superficie agricola utilizzata (Sau), pari a 806.319,31 ettari, ha subito un calo del 5,3%; la superficie agricola totale (Sat) di 1.021.968,8 ettari ha registrato un decremento del 12,6%. Queste diminuzioni sono comunque generalizzate su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dall´indirizzo produttivo, dove sono state censite 1.630.420 aziende (-32,2%), 12.885.185,9 ettari di Sau (-2,3%) e 17.277.022,9 ettari di Sat(-8%). In Veneto sono presenti rispettivamente il 6,3% della Sau nazionale e il 7,4% delle aziende agricole italiane. Fenomeno inversamente proporzionale e conseguente è l’innalzamento della Sau e della Sat medie per azienda, con variazioni in Veneto di oltre il 40% per la Sau, con un valore di 6,7 ettari, e quasi il 30% per la Sat, con un valore di 8.5 ettari, valori che comunque si mantengono al di sotto di quelli nazionali. L’aumento dei valori Sau medi aziendali rispetto al 2000 potrebbe trovare giustificazione sia nella propensione all’accorpamento fondiario sia nella mortalità di aziende minori i cui terreni non sono stati rilevati da aziende più grosse. Le Province: Scendendo al dettaglio provinciale, Verona rimane il territorio agricolo per antonomasia, detenendo ben un quinto della Sau veneta, seguita da Padova (16,8%) e Treviso (15,8%). Tranne per Padova e Rovigo, per le quali nell´arco del decennio le superfici sono rimaste rispettivamente costanti, e addirittura aumentate nel caso di Rovigo (+5,1%), per le altre province venete si è assistito ad una flessione generalizzata con particolare peso assunto dalle province di Vicenza e Belluno, con contrazioni della Sau rispettivamente del 18,4% e 13,0. In calo anche Venezia e Verona ma in misura molto meno significativa, soprattutto per la seconda, vista anche la vocazionalità agricola del territorio. Anche la numerosità delle aziende distribuite sul territorio evidenzia un calo, con particolare riferimento ai terreni montani e pedemontani di Belluno (-64,5%) e Vicenza (-48,3%). Tale consistente contrazione ha permesso l´aumento dei valori afferenti alla Sau media aziendale, in particolare per Belluno, che è letteralmente schizzata sopra la media regionale con un valore pari a quasi 20 ettari per azienda, anche in virtù della specializzazione produttiva di questa provincia, che privilegia le grandi estensioni a prati e pascoli. Le Coltivazioni: Nel dettaglio delle coltivazioni rimangono i seminativi i maggiori protagonisti nelle campagne venete, con più dei due terzi della superficie disponibile investita, seguiti dai prati e pascoli con il 16% e a breve distanza dalle legnose agrarie (13,4%). Dall’analisi dei dati provinciali si può dedurre che il Veneto si sta indirizzando verso un´agricoltura di respiro più ampio e competitiva, con maggiore diffusione delle colture specializzate nel Veronese e Trevigiano, mentre tra le province di Padova, Rovigo e Venezia trova spazio l´agricoltura estensiva. Prati e pascoli invece, si concentrano secondo consuetudine all´interno delle province montane e pedemontane. In calo le superfici investite a frutteto; inversa invece la tendenza riscontrata nel settore viticolo che risponde con valori di superficie stazionari a quelli del 2000, spingendosi verso la specializzazione di settore con aumenti delle superfici medie per azienda, a conferma della posizione di leadership che la regione detiene nel comparto, in particolare grazie ai comprensori di Treviso e Verona, situati al primo e secondo posto nella graduatoria regionale per numero di aziende a vite sul totale delle aziende provinciali, oltre ad essere le uniche realtà a registrare anche l´aumento delle superfici investite, a testimonianza dell´elevata vocazionalità dei territori. Gli Allevamenti: Per quanto riguarda gli allevamenti, al di là delle differenze metodologiche di rilevazione tra l´indagine del 2010 e l´indagine del 2000 (in cui venivano rilevati anche gli allevamenti per autoconsumo), si conferma l´andamento negativo del comparto zootecnico: il censimento registra una contrazione generalizzata per tutte le province venete del numero di aziende. Nonostante questo il Veneto risulta tra le regioni con il più elevato numero di aziende ad indirizzo zootecnico (oltre 20.000), con la provincia di Treviso che spicca tra tutte per la presenza di allevamenti sul territorio (26,1%). Il settore bovino, in particolare, risulta testimone della crisi, con calo sia delle aziende (-39,1%) che del numero di capi (-11,3%). Più logica è la diminuzione degli allevamenti avi-suinicoli, dato che le due specie sono frequentemente allevate nelle campagne venete anche per autoconsumo: ecco il perché dell´elevata consistenza aziendale rilevata nel 2000 recentemente non corrisposta. Nonostante la rilevazione fosse limitata solo ai capi destinati alla vendita, il numero di animali censiti è apparso in aumento. Tale incremento dimostra l´andamento relativamente positivo, in particolare del comparto avicolo (+21,2% per i capi), in ripresa dal periodo negativo di inizio decennio causato dall´influenza aviaria, che conferma la sua leadership nazionale. Si osserva, infine, che in tutti gli allevamenti aumenta, e di molto, la consistenza media aziendale di capi allevati, anche per quelle specie, come i bovini, dove c’è stata una diminuzione di capi in termini assoluti.  
   
 

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