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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Luglio 2011
 
   
  ORDINI DI MACCHINE UTENSILI: NEL SECONDO TRIMESTRE PROSEGUE IL TREND POSITIVO (+13%) L’INDICE TORNA SULLA MEDIA DEI LIVELLI PRE-CRISI MA SOLO GRAZIE ALLA DOMANDA ESTERA.

 
   
  Cinisello Balsamo, 21 luglio 2011 - Prosegue il trend positivo della raccolta ordini di macchine utensili italiane che, nel secondo trimestre del 2011, segna un incremento del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il valore assoluto dell’indice, pari a 90,1 (base 2005=100), si avvicina ai livelli pre-crisi in virtù dell’ottimo riscontro espresso dalla domanda straniera. Differente la risposta del mercato domestico che non premia l’offerta dei costruttori italiani. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-sistemi Per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, l’indice degli ordini raccolti sui mercati stranieri è cresciuto del 44,5% rispetto al periodo aprile-giugno 2010, per un valore assoluto dell’indice pari a 102. Di tutt’altro tenore, l’indice relativo agli ordini sul mercato domestico che registra un calo del 33,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore assoluto dell’indice pari a 59,2%. Su base semestrale, l’incremento della raccolta ordini è risultato pari al 16,3% (per un valore assoluto pari a 101,5) rispetto al periodo gennaio-giugno 2010, in virtù dell’incremento degli ordinativi esteri, saliti del 37,4%, che bilanciano l’arretramento degli ordini interni, scesi del 19,5%. “La rilevazione trimestrale, che allunga la serie positiva registrata da inizio 2010 – ha affermato Giancarlo Losma, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre – è certamente confortante. Le nostre fabbriche hanno ormai riavviato l’attività tornando su livelli di lavoro molto vicini a quelli antecedenti la crisi”. “Ciò che però preoccupa è il forte divario che va a acuirsi in modo graduale e costante tra andamento degli ordini raccolti sul mercato domestico e mercato estero. Questa tendenza, che pare oggi difficilmente controvertibile, è spiegata non soltanto dalla debolezza della domanda interna ma anche dalla scelta dei costruttori italiani di accentuare sempre più il presidio del mercato estero a svantaggio di quello interno”. “Stiamo assistendo, in sostanza, a un graduale ma netto spostamento dell’attività delle nostre imprese verso quelle aree che appaiono più interessanti per vivacità e apprezzamento della nostra offerta. In ragione di ciò ci appare miope la decisione di sopprimere l’Ice che, pur necessitando di una chiara riorganizzazione, rappresentava il giusto strumento per sostenere l’attività di internazionalizzazione delle imprese italiane” “D’altra parte appare evidente, dati alla mano, che in Italia l’offerta dei costruttori italiani è insidiata dalla proposta dei concorrenti stranieri. Produzione standardizzata, media qualità e prezzi contenuti sono le richieste che gli utilizzatori italiani avanzano sempre più e sulle quali i margini per i costruttori sono poco premianti. Queste tendenze - ha aggiunto Losma - denotano un pericoloso mutamento dei connotati dell’industria manifatturiera del paese verso standard medio-bassi”. “Per evitare il rischio di impoverimento della nostra industria - ha concluso il presidente di Ucimu - occorre che le autorità di governo considerino attentamente quali misure attuare a favore del mantenimento, se non dello sviluppo, del tessuto imprenditoriale nazionale. A questo proposito sottolineiamo la necessità che il decreto attuativo relativo all’articolo 23 (comma 47), della manovra finanziaria appena approvata contempli la liberalizzazione delle quote di ammortamento dei beni strumentali. In sostanza, chiediamo che non sia inserita alcuna obbligatorietà nella definizione della tempistica di ammortamento del bene che, al contrario, deve essere decisa dall’utilizzatore”.  
   
 

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