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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 22 Gennaio 2003 |
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"FUNCTIONAL FOODS : BENESSERE PSICOFISICO E NUOVA CULTURA DEL MANGIARE", INCONTRO ORGANIZZATO DALL´ISTITUTO DELLE VITAMINE
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Attualmente sono ben poche le persone in grado di consumare due pasti completi al giorno, come prevede la dieta mediterranea, a scapito non solo della quantità, ma anche della qualità di cibi introdotti nell´organismo. In quest´ambito trovano sempre maggiore diffusione tra la popolazione gli alimenti funzionali, alimenti (non pillole, capsule o tavolette) caratterizzati da effetti addizionali dovuti alla presenza di componenti (ad esempio vitamine, sali minerali, ecc.) che interagiscono più o meno selettivamente con una o più funzioni fisiologiche dell´organismo. Inoltre, questi alimenti rivestono un ruolo particolarmente interessante dal punto di vista della gratificazione psicologica. Questo è emerso nel corso dell´incontro "Functional food: benessere psicofisico e nuova cultura del mangiare", recentemente organizzato a Milano dall´Istituto delle Vitamine. Che l´inconscio rivesta un ruolo fondamentale nel decidere il menù, è una realtà che tocca anche il consumo dei cosiddetti health foods, ad esempio i cibi arricchiti con vitamine, o con altre sostanze come minerali, acidi grassi polinsaturi e finalizzati a svolgere particolari funzioni, nell´ottica di prevenzione di alcune patologie e contrastare l´invecchiamento. "Anche la scelta del cibo rientra nella "psicologia del premio", afferma la dottoressa Katia Vignoli, psicoterapeuta e specialista in psicosomatica, che finisce col farci assuefare a una quotidianità alimentare carente e frustrante, fatta di pasti consumati in fretta, spesso in piedi, di una dieta monocorde e squilibrata, con alternanza tra digiuni forzati davanti al computer e abbuffate serali, in vista di un saltuario "contentino". In questa dinamica, finiamo col limitare anche il consumo di prodotti arricchiti o funzionali a momenti isolati di autogratificazione: la prima colazione quando si ha il tempo di farla a casa, lo spuntino rompi-fame , oppure su più larga scala, i pasti del fine settimana o della vacanza. Per restituire ai cibi arricchiti il posto che loro compete nella nostra dieta, dobbiamo quindi uscire dalla logica compensativa del "premio" e legittimare a noi stessi il diritto (e il dovere) quotidiano di stare bene ogni giorno, tutti i giorni. Questa operazione comporta una fondamentale inversione di rotta: mentre la meteora del premio ci proietta costantemente nel futuro, la cura quotidiana da tributare a sé ci ricolloca nel presente. Smettendo di vivere "fuori-tempo", evitiamo di rinviare la salute psico-fisica al giorno che verrà e riportiamo noi stessi al centro del momento che viviamo, a quella che si definisce "psicologia dell´istante". Ecco che allora il concetto di "arricchimento" - conclude la dottoressa Vignoli, che tocca anche gli health foods, va a modularsi su significati più ampi: esso non viene più inteso solo come il ripristino di una perdita di sostanza (il bisogno di "arricchirsi" come risposta a un "impoverimento" generale della qualità della vita), ma piuttosto come la prerogativa di un´esperienza, non solo alimentare, che nutre a più livelli: è "arricchente" la situazione o il cibo che mi è utile, che garantisce e costruisce il mio benessere, che mi nutre bene ogni giorno, tutti i giorni con la consapevolezza che la vera prevenzione si costruisce nel presente". L´esigenza di un cibo arricchito è stata avvertita dapprima nei paesi del Nord Europa (in particolare nell´area scandinava) dove la dieta mediterranea non era così conosciuta come nel Sud Europa. E di cibi potenziati si è iniziato a parlare alla metà degli anni Ottanta soprattutto in Giappone, paese che per cultura fa da sempre attenzione all´approccio globale e salutistico alla tavola. Di fatto nell´Unione Europea, e in particolare nei paesi che affacciano sul Mediterraneo e in Italia i functional foods stanno iniziando solo ora a diffondersi, perché per decenni ci si è nascosti dietro l´effettiva validità della dieta mediterranea, che però è praticata da pochi soprattutto a causa dei ritmi di vita frenetici che obbligano spesso a rinunciare ad abitudini antiche e radicate. Secondo l´American Dietetic Association un alimento arricchito è "ogni cibo che è stato modificato in modo tale da aggiungervi un fattore favorevole alla salute, al di là delle sostanze nutritive in esso normalmente contenute". Un cibo arricchito è un alimento a tutti gli effetti, che ha conservato le originali proprietà organolettiche, quindi gustoso, non una medicina. E non è sempre un alimento al quale è stato aggiunto qualcosa, acido folico o flavonoidi, antiossidanti o vitamine: può essere anche un cibo che è stato riportato all´origine col ripristino di quei fattori nutritivi compromessi dalla cottura o dai trattamenti per la conservazione. La scelta alimentare diventa quindi sempre più complessa, soprattutto negli ultimi anni per la comparsa di alimenti innovativi che oltre al tradizionale apporto di nutrienti permettono effetti salutisti di varia natura. Si tratta di prodotti alimentari che vengono indicati come: naturali, integrali, low & light, fortificati, funzionali e più recentemente come novel foods (Prodotti alimentari innovativi e nuovi ingredienti alimentari, Regolamento Ce n. 258/97). "Gli alimenti funzionali, diversamente dagli integratori" - afferma il professor Carlo Cannella dell´Istituto di Scienza dell´Alimentazione, Università di Roma La Sapienza - "sono alimenti (non pillole, capsule o tavolette) caratterizzati da effetti addizionali dovuti alla presenza di componenti (generalmente non nutrienti) che interagiscono più o meno selettivamente con una o più funzioni fisiologiche dell´organismo. E´ la dimostrazione scientifica delle proprietà attribuite all´alimento che consente l´uso dell´appellativo funzionale. In altre parole, le proprietà che caratterizzano gli alimenti funzionali possono avere effetti positivi sul mantenimento della salute e/o sulla prevenzione delle malattie. Gli alimenti funzionali non sono quindi farmaci né possono diventarlo; l´uso di questi alimenti, nel contesto di un´alimentazione equilibrata, può avere un effetto prospettico riducendo la probabilità di contrarre una malattia in individui considerati a rischio. Assumere un alimento arricchito o funzionale di cui sia stata dimostrata per esempio un´azione nel regolare il metabolismo lipidico, senza modificare alimentazione o stile di vita inadeguati, risulterebbe del tutto inutile." |
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