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Notiziario Marketpress di
Lunedì 18 Dicembre 2006 |
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L’ACCORDO TRA LOMBARDIA E TRENTINO A GARANZIA DELLA SALVAGUARDIA E DEL FUTURO DEL LAGO D’IDRO
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Trento, 18 dicembre 2006 - – Una realtà ambientale che, per essere preservata e salvaguardata, deve poter contare su un governo unitario delle popolazioni interessate e delle istituzioni, la Provincia autonoma di Trento da una parte e la Regione Lombardia dall’altra, per garantire ciò che fino ad ora non è stato possibile garantire: un uso sostenibile della risorsa idrica e degli ecosistemi ad essa connessi in relazione alle utilizzazioni ambientali, agricole, turistiche, ricreative ed energetiche attualmente praticate nel bacino del fiume Chiese. Parte da qui l’”Accordo per l’armonizzazione delle azioni di salvaguardia delle acque del Lago d’Idro e del fiume Chiese”, il cui schema è stato approvato la scorsa settimana dalla Giunta provinciale, firmato stamane in Piazza Dante da Mauro Gilmozzi, assessore all’urbanistica e ambiente della Provincia autonoma, e Massimo Buscemi, assessore alle reti e servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile della Regione Lombardia. Nel corso degli ultimi anni lo stato di salute del Lago d’Idro ha destato l’attenzione delle popolazioni dei Comuni rivieraschi, sia nel territorio della Regione Lombardia, dove è situato in massima parte lo specchio lacustre, che in quello della Provincia autonoma di Trento, dove è localizzata una piccola parte della sponda settentrionale. In particolare, gli abitanti rivieraschi hanno evidenziato in varie occasioni i continui prelievi e i repentini ricarichi a cui è soggetto il bacino del Lago d’Idro, interessato da numerose concessioni di derivazione d’acqua per usi idroelettrici e irrigui. La qualità dell’acqua del lago è compromessa anche dagli inquinanti che si sono depositati nell’arco di decenni nella parte più profonda del bacino e che, stante la dinamica artificiale dei deflussi, potrebbe ulteriormente aggravare la situazione. Attualmente il lago è interessato da una concessione di regolazione, di cui è titolare la Società Lago d’Idro, che gestisce in via provvisoria le opere di regolazione sotto la responsabilità di un Commissario regolatore, in attesa del rinnovo dell’atto ovvero dell’affidamento della concessione ad un nuovo soggetto. A causa del precario quadro statico delle opere di regolazione, il Registro Italiano Dighe ha stabilito fin dal 2003 una limitazione all’esercizio dell’invaso del lago, imponendo la quota di 367 metri s. L. M. Come massima quota di regolazione del lago, per garantire la sicurezza idraulica delle popolazioni rivierasche del lago e del fiume Chiese in caso di piena. Sulla sponda trentina del lago è per altro situata un’importante area naturalistica, il Sito di importanza comunitaria “Lago d’Idro”, individuato anche come biotopo di interesse provinciale, che negli anni 2003-2004 è stato interessato da interventi di rinaturalizzazione effettuati dalla Provincia nell’ambito di un progetto cofinanziato dall’Unione Europea denominato “Nemos”, con la finalità di mitigare gli effetti delle marcate escursioni del livello del lago, peraltro ammesse dalla concessione di esercizio. La situazione attuale si ripercuote in modo critico sulla qualità dell’area protetta e sulle potenzialità della ricettività turistica trentina, a causa del consistente abbassamento del livello delle acque dovuto ai prelievi forzati operati dal concessionario che è allo stesso tempo l’utilizzatore dell’acqua prelevata. A tal proposito, la Provincia autonoma di Trento ha dato la propria disponibilità a far parte di un organismo di istituzione pubblica – come proposto dalla Regione Lombardia - che abbia un ruolo di controllo e di garante circa l’applicazione della regola per l’esercizio del serbatoio costituito dal lago d’Idro. Considerata la complessità delle questioni inerenti al lago d’Idro, la Provincia autonoma di Trento ha ritenuto opportuno promuovere forme di collaborazione con la Regione Lombardia, al fine di affrontare in modo coordinato tutti gli aspetti attinenti alla gestione del bacino idrico. In particolare, l’accordo – strutturato in un articolato che ne stabilisce i fondamenti e in un allegato tecnico in cui sono individuati soggetti, azioni, tempi e finanziamenti - prevede una serie di azioni – che potranno essere modificate o implementate nel tempo - relative ai seguenti ambiti: definizione di procedure e protocolli amministrativi concordati per l’esercizio delle funzioni inerenti la gestione del demanio idrico e delle funzioni di polizia idraulica nel bacino del fiume Chiese, con particolare riferimento ai rilasci, rinnovi e gestione delle concessioni di derivazione idroelettrica, irrigua e manutenzione delle opere di regolazione del lago ed alle procedure per l’adeguamento del deflusso minimo vitale; raccordo delle attività di monitoraggio ambientale effettuate dalle Amministrazioni, tramite le rispettive strutture organizzative e le Agenzie regionale e provinciale di protezione ambientale; raccordo degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici indicati nei rispettivi strumenti di pianificazione e programmazione di settore; raccordo della programmazione regionale e provinciale per quanto attiene la gestione del Servizio Idrico Integrato nei settori acquedotti, collettamento e depurazione delle acque reflue; azioni coordinate finalizzate alla messa in sicurezza del sistema di regolazione del Lago d´Idro, per la tutela della pubblica incolumità sia dei territori rivieraschi del bacino complessivo lacuale sia del fiume Chiese a valle del lago; procedure di verifica del disciplinare e della gestione della concessione della regolazione del lago d’Idro, al fine del mantenimento dei livelli concordati del lago. Entro un paio di mesi sarà istituito un Comitato di coordinamento, composto da rappresentanti degli enti sottoscrittori e dei Comuni rivieraschi del lago e del fiume Chiese, con compiti di promozione ed impulso. La Regione Lombardia provvederà nel frattempo a dare vita ad un nuovo consorzio al quale affidare la concessione. L’accordo sottoscritto oggi dagli assessori Gilmozzi e Buscemi ha durata quinquennale ma potrà essere rinnovato o modificato, di comune intesa, in qualsiasi momento. “Si tratta di un accordo molto importante – ha affermato l’assessore Gilmozzi – che deriva dal Piano di utilizzazione delle acque pubbliche (Pguap) approvato con decreto del presidente della Repubblica, e che esprime la forte volontà politica della Provincia di Trento e della Regione Lombardia di prendere finalmente in mano e risolvere la questione. Ancorché firmato dai soggetti istituzionali competenti, l’accordo non è però chiuso, giacché vi sarà un comitato di coordinamento con il quale tutte le realtà associative e private interessate alla salute del lago potranno utilmente interloquire. E’ accordo collaborativo che considero foriero di grandi e positivi risultati” Anche l’assessore lombardo Massimo Buscemi ha sottolineato la “forte e intensa collaborazione che si è instaurata tra Provincia autonoma di Trento, Provincia di Brescia e Regione Lombardia su un problema che da troppo tempo attendeva soluzione. Con questo accordo si garantirà innanzitutto l’aumento del livello del lago, cosa che avrà un effetto positivo sulla qualità turistica della zona, la valorizzazione ambientale e, non ultimo, la sicurezza delle popolazioni rivierasche con la predisposizione di un piano organico e complessivo di protezione civile contro il rischio di pericolose esondazioni” L’assessore Buscemi ha portato il saluto del presidente della Regione Lombardia, Formigoni, affermando che l’accordo sottoscritto oggi “è il primo atto di una collaborazione tra Trentino e Lombardia che potrà portare ulteriori frutti”. Alla firma dell’accordo erano presenti anche i consiglieri provinciali Adelino Amistadi e Roberto Bombarda. . |
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