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Notiziario Marketpress di
Martedì 11 Febbraio 2003 |
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OSSERVATORIO NET ECONOMY ITALIA 2002 LE ASTE B2B: QUALE FUTURO?
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Milano, 11 febbraio 2003 - Le strategie studiate ad hoc per funzionare in ambiente Internet. Tra le forme di scambio che il Web ha reso più fluide e accessibili a un target più ampio meritano un´attenzione particolare le contrattazioni guidate dalla formazione dinamica dei prezzi: le aste. Nata in ambito Consumer, questo tipo di contrattazione è presto migrata nel contesto del B2b, dove sta dimostrando numerose potenzialità di applicazione. Per l´impatto che questa modalità di gestione del pricing sta portando sui processi aziendali, Commercio Elettronico e Mate hanno ritenuto opportuno condurre uno studio sul tema. Scopo conoscitivo dell´analisi è stato quello di sondare le caratteristiche dell´uso delle aste sia da parte della grande azienda, sia da parte delle Pmi e di capire quale tipo di offerta si trova sul mercato. A tal fine Mate ha intervistato - nel periodo tra novembre e dicembre 2002 - 11 tra i maggiori eMarketplace attivi sul mercato italiano che forniscono soluzioni di tale tipo, 10 grandi aziende attive nell´eProcurement e circa 60 Pmi selezionate all´interno del panel di riferimento del Osservatorio Net Economy. I principali risultati - Negli Usa le aste B2b hanno generato un volume di vendita pari a 59,4 miliardi di dollari nel 2001, mentre per il 2004 gli analisti di Forrester Research ritengono che - sempre in ambito Business - le vendite condotte secondo modelli di asta virtuale dovrebbero crescere fino a superare i 700 miliardi di dollari. In Italia, si ripropone ancora una volta la dicotomia tra i grandi player e le aziende di minori dimensioni. Se le realtà più rilevanti del panorama industriale nazionale hanno già dimestichezza con i concetti e gli strumenti delle aste, le Pmi mostrano attitudini e comportamenti diversificati, riconducibili spesso alla struttura del settore di appartenenza. Delle 57 aziende intervistate 7 (pari al 12% del totale) hanno dichiarato di utilizzare strumenti di asta online. Di queste ben 6 appartengono al settore "industria", mentre quella restante opera nell´edilizia. Nessuna discriminante, invece, è emersa a proposito della classe dimensionale di appartenenza delle imprese utilizzatrici: da quella che include le aziende con un numero compreso tra 10 e 19 a quella che comprende le realtà con 200 -500 addetti, nel gruppo di chi ha impiegato le aste sono rappresentate tutte le classi Se tra le Pmi le aste sono utilizzate prevalentemente per vendere beni diretti (a grandi clienti che stanno iniziando ad utilizzare l´asta per la gestione degli acquisti dei materiali strategici), è significativo che la maggior parte del gruppo dei non utilizzatori pare intenzionato a rimanere tale. Chi ha utilizzato le aste dichiara di averlo fatto principalmente per rispondere alle richieste di determinati clienti che operano abitualmente con questo meccanismo. Chi non ne ha ancora fruito le funzionalità motiva invece la propria estraneità a questo tipo di esperienza perché ritiene soprattutto che il prodotto che vende non è adatto ad essere scambiato in questo modo. Tra i servizi che potrebbero rendere più allettante l´offerta delle aste, le Pmi intervistate hanno indicato soprattutto la possibilità di accedere ad una centrale acquisto. Quanto agli eMarketplace, gli operatori intervistati hanno indicato di avere gestito dall´inizio della loro operatività circa 1770 aste per un controvalore - in termini di transato - pari a oltre 667 milioni di euro1. La quasi totalità delle aste bandite - sia per numero che per valore - sono state di acquisto2. Nessuno degli intervistati ha effettuato solo aste di vendita. Il valore medio delle singole aste è abbastanza elevato, superando, per oltre il 60% degli operatori, la soglia dei 300 mila euro. Il dato riflette la gestione di commesse particolarmente importanti che, dato il livello di spesa, riguardano quasi esclusivamente grandi aziende e lasciano fuori le aziende di minore dimensioni. |
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