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Notiziario Marketpress di
Martedì 11 Febbraio 2003 |
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LA ZARDETTO SPUMANTI CONQUISTA ROBERT PARKER
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La Zardetto Spumanti di Conegliano è stata l´alfiere del Prosecco negli anni ´70 nelle allora "lontane" piazze di Milano e Roma e lo è stata anche dagli anni ´90 negli Stati Uniti da quando Fabio, giovane imprenditore coneglianese, ha voluto inserire la marcia dell´internazionalizzazione. Oggi Robert Parker, il mitico critico di Wine Advocate, li ha portati nell´olimpo dell´enologia mondiale con un punteggio in degustazione di ben 89/100 del loro Prosecco Brut che segue di soli tre anni una serie di entusiasmanti anteprime: nel 2000 nell´edizione natalizia di Wine Spectator - la Bibbia americana dei gourmet - il Brut è stato quotato fra i primi nella selezione "da comperare" con 86/100 di punteggio; l´anno dopo, sempre Parker seleziona da una base di 16.000 vini 43 vincitori da tutto il mondo per il rapporto qualità/prezzo, in questa ristretta schiera di eletti solo 7 italiani ed un solo spumante, ovviamente il Prosecco Zardetto con 88/100. Affermarsi negli Stati Uniti con un prodotto a prima vista semplice come il Prosecco, vincendo la competizione con gli spumanti "nobili", come lo Champagne, non è stata cosa facile tant´è che i ricordi delle prime degustazionicon Robert Parker, si parla di più di 10 anni fa, sono contrassegnati dalle continue, solite ed ironiche domande: che cos´è? Champagne italiano? Come fate con le bollicine? Come si beve? Oggi, quando i tecnici della Winebow di New York, il potente importatore che oltre alla Zardetto Spumanti ha in carta etichette del calibro di Allegrini, Maculan, Anselmi ecc., si presentano alle degustazioni di Parker la prima battuta del sommo è, con un largo sorriso, avete portato il Prosecco? Un successo costato anni di sacrifici nel perseguire il risultato, vero prototipo del moderno marketing di prodotto, di essere accreditati in terra straniera non solo dalla ristorazione italiana quanto da quella internazionale ed orientale. Come il Tabla, con cucina fusion indiana, di proprietà del guru della ristorazione newyorkese Danny Meyer, vera star dopo la consacrazione che ne ha fatto il Financial Times il 4 gennaio scorso, dove al banco, come aperitivo, viene servito il Prosecco Zardetto o il famosissimo tempio della cucina giapponese "Nobu" o da China Grill, ma l´elenco è lunghissimo. Non pago, il Prosecco Zardetto è riuscito a scrollarsi di dosso anche il luogo comune di "vino da aperitivo" e ad imporsi, nei ristoranti americani come in quelli del Far East, anche sulle tavole e nelle carte dei vini grazie ad una tecnica di spumantizzazione che, esaltando una caratteristica essenziale delle varietà coltivate sulle colline di Conegliano, gli dona maggiore sapidità e corpo, quasi da vino rosso giovane, e lo rende maggiormente adatto all´abbinamento con i piatti della moderna cucina internazionale eclettici, speziati e con citazioni agrodolci. Fabio Zardetto seguendo i consigli dell´amico Leonardo Lo Cascio, patron della Winebow, e frequentando grazie a lui il gota dell´enologia italiana accreditata all´estero, basti il nome di Riccardo Cottarella, è riuscito così a traghettare il suo Prosecco da prodotto tipico a vino di caratura internazionale capace di emozionare ad ogni latitudine del pianeta. La tecnica e l´esperienza di cantina, quindi, al servizio di una qualità espressa non in modo astratto ma in costante e fecondo dialogo con le cucine e le culture del mondo. E sicuramente Mr. Robert Parker, dopo i suoi 89 punti in degustazione, non avrà resistito alla tentazione di un secondo sorso perché il Prosecco di Fabio Zardetto, Bubbly per gli amici, è vino su cui piace meditare. |
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